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Mese: Ottobre 2010

La nuit blanche

La nuit blanche

La notte bianca è stata una delle prime iniziative della quale  il sindaco Alemanno ha preteso di aver ragione. Una volta insediato, l’ha subito tolta di mezzo. Troppo evocativa della passata gestione.


A Roma c’era ben altro a cui pensare, diceva. Ma di quelle priorità fatte di manti stradali  e borgate da risanare, non si è saputo più nulla. A parte qualche spot antidegrado – distruttivo di interi quartieri – o campagna sul rispetto della tradizione da affidare al recupero della coda alla vaccinara.


(che pare verrà servita insieme al risotto alla milanese durante la colazione riconcilatrice nord- centro- sud in programma con Bossi, potrei dire con facile battuta che nemmeno i menus sanno assortire ma taccio  rinfrancata dall’inevitabile pesantezza post prandium dei riconciliati).


Per il resto l’era alemanna vivacchia  di quanto impostato dai predecessori, mentre la città se ne va in malora, con buona pace delle promesse di politiche securitarie o moralizzatrici, rimaste – dopo aver sparato qualche mortaretto mediatico d’inizio – lettera morta. Ora c’è questa eccitante proposta del Gran Premio. Come offerta culturale in luogo delle notti effimere a zonzo per teatri, cinema e musei, non è male. Chissà che invidia tra Londra,  Parigi e Berlino.




Nell’ illustrazione, ieri notte a Parigi  l’installazione luminosa di Michelangelo Pistoletto  AIMER LES DIFFÉRENCES, sulla facciata dell’ Hôtel de Ville. ( Nuit blanche 2010)



Sinfonia d’autunno (con regali)

Sinfonia d’autunno (con regali)

Il fatto che La Russa  – Annozero, ieri sera –  abbia  definito i  voti del FLI   indispensabili alla tenuta del governo, se  favorevoli , ininfluenti se contrari, non significa necessariamente  che l’aritmetica, come fondamento di ogni contabilità, sia diventata all’improvviso un ferro vecchio.

Solo che in mancanza dell’apporto dei finiani,  buyers alla bisogna preparati,  procederebbero senza indugio a compensare lo sbilancio con un po’ di shopping tra i banchi di altre formazioni.


Quanto al chilo oggi ? – sintesi efficace di come stanno messe le cose –  interrogava un cartello fuori  Montecitorio. Il fixing, in questo caso, sarebbe per l’appunto stabilito dall’ essere o meno il voto indispensabile.


E infatti l’ultima tornata di acquisti non è andata del tutto a verso, acclarata  la volontà dei finiani di votare la fiducia, il mercato è precipitato. La Russa, almeno in questo rigirarsi numeri e frittate, non ha mentito. Certo però che se gli esponenti del governo continuano a mostrare simile disinvoltura, qualcuno potrebbe pensare che lo Shopping sia  nei regolamenti parlamentari con tanto di listino a quote variabili, magari come attuazione del senza vincolo di mandato, dallo stracitato, in simili  circostanze, articolo 67.


Un ulteriore segnale d’instabilità per il futuro del governo?  Certamente anche se nel settore, autosufficienza o non, poteva bastare la due giorni parlamentare a chiarirsi le idee.

Omissioni, rimozioni, frasi ad effetto, battute, promesse di cui già si conosce l’impraticabilità, scaricabarile e menzogne, ascari e peones,  insomma tutto l’armamentario da declino dell’impero. Mentre a coronamento dell’esperienza, elementi per un epilogo all’altezza,  arrivavano dai banchi dei ribelli : non mi fido affatto di te ma ti accordo il voto di fiducia. Dal punto di vista della logica narrativa funziona poco, ma tant’è.


Detto questo, il governo non meriterebbe altri regali, vedi il ritiro della mozione di sfiducia per il Ministro Bossi che buon ultimo ha stravolto l’acronimo SPQR, marchio di fabbrica della città di Roma, impresso, non a caso, su targhe, palazzi, acquedotti, statue, monumenti.

Senato e Popolo Romano. Sullo stesso piano, garantito dalla congiunzione e .Da migliaia di anni. Mica chiacchiere.


Offesi? Macchè. Ecco perchè non bastano le scuse, ne’ perchè da vent’anni a questa parte  abbiamo fatto il callo alle scemenze sui salotti, sulle terrazze, sul parassitismo, sugli intrighi di potere e sulla calata romanesca ritenuta insopportabile ed insopprimibile ( mai sentito Anna Magnani recitare nella Carrosse d’or di Jean Renoir o in The Fugitive Kind ? Ecco. Poi mi si dirà se tradisce l’inflessione)


Piuttosto nella  consapevolezza  che Bossi non sia un problema dei soli romani o dei meridionali in genere, ma del popolo italiano tutto, quella mozione dovrebbe essere messa ai voti.


Per il resto siamo autoironici a sufficienza . In una città in cui persino le statue continuano a sfottere,  che possono raccontarci di nuovo  i Goscinny & Uderzo  o i Bossi ?

E poi la migliore storpiatura resta sempre quella del Belli di prima della cura (clericale) : Solo Preti Qui Regneno. Non mi pare possa esserci altro.


Madama Lucrezia, la più misteriosa delle statue chiacchierone. Qui sopra, in pole position