La nuit blanche
La notte bianca è stata una delle prime iniziative della quale il sindaco Alemanno ha preteso di aver ragione. Una volta insediato, l’ha subito tolta di mezzo. Troppo evocativa della passata gestione.
A Roma c’era ben altro a cui pensare, diceva. Ma di quelle priorità fatte di manti stradali e borgate da risanare, non si è saputo più nulla. A parte qualche spot antidegrado – distruttivo di interi quartieri – o campagna sul rispetto della tradizione da affidare al recupero della coda alla vaccinara.
(che pare verrà servita insieme al risotto alla milanese durante la colazione riconcilatrice nord- centro- sud in programma con Bossi, potrei dire con facile battuta che nemmeno i menus sanno assortire ma taccio rinfrancata dall’inevitabile pesantezza post prandium dei riconciliati).
Per il resto l’era alemanna vivacchia di quanto impostato dai predecessori, mentre la città se ne va in malora, con buona pace delle promesse di politiche securitarie o moralizzatrici, rimaste – dopo aver sparato qualche mortaretto mediatico d’inizio – lettera morta. Ora c’è questa eccitante proposta del Gran Premio. Come offerta culturale in luogo delle notti effimere a zonzo per teatri, cinema e musei, non è male. Chissà che invidia tra Londra, Parigi e Berlino.
Nell’ illustrazione, ieri notte a Parigi l’installazione luminosa di Michelangelo Pistoletto AIMER LES DIFFÉRENCES, sulla facciata dell’ Hôtel de Ville. ( Nuit blanche 2010)