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Mese: Novembre 2012

Un altro modo è possibile

Un altro modo è possibile

 

Il buono della politica come lo abbiamo conosciuto noi in altri tempi – non propriamente belli, cioè da raccontare ai nipotini o chi per essi con venature da mitologia greco-romana, ma egualmente interessanti e degni di essere vissuti con entusiasmo – ruotava intorno a due concetti chiave :  differenza e conflitto.

 

Categorie che erano però nella nostra testa,per dirla con Renato Nicolini,  irriducibili alla distruzione: occasioni di crescita collettiva nella non necessità di schierarsi né di rieducare masse alla maniera delle guardie rosse ma incanalate in direzione della tolleranza politicamente utile (e quasi mai corretta).

 

Chi avrebbe mai detto che di lì a pochi anni le differenze sarebbero esplose e il conflitto annullato in un unanimismo piatto e distruttivo.

 

Non so (anche se spero) se i nostri magnifici – non fosse altro perché rappresentano quasi tutti gli umori delle nostre comunità di progressisti e riformisti – cinque saranno in grado di segnare davvero la fine di un’epoca, ma una cosa è certa : ad aver rianimato il quadro politico deprimente ovvero ad aver contribuito a fabbricare un clima da vere primarie,sono riusciti perfettamente.

 

Tutti loro andrebbero ringraziati per le sfide messe in atto con coraggio e per aver reso possibile a noi elettori di operare una scelta, con l’aggiunta di un senso particolare di rispetto per la generosità del segretario Bersani.

 

Chi scrive,pensando al futuro premier, voterà per lui.

 

Despite differences

Despite differences

 

Combinati come siamo – due scandali a settimana, Parlamento sostanzialmente incapace di venire a capo di alcunché, dibattito politico ridotto a minimi autoreferenziali termini, più tutto un resto fatto di crisi e frantumazione sociale senza che se ne percepisca, in tempi brevi, l’ esito, quel che abbiamo visto la notte scorsa tra Chicago e Boston, ci sembra un irraggiungibile modello e ogni passaggio,dal sistema elettorale, alle dirette televisive, ai rituali della proclamazione, realizzato nel segno di una Grande Democrazia. Quello che, pur con inevitabili zone oscure e laceranti contraddizioni, gli USA effettivamente sono.

 

Ma al termine di una notte di incertezze e  fiato sospeso, Obama non ci ha regalato solo un legittimo momento d’entusiasmo. Nel discorso di ringraziamento – forse il migliore mai ascoltato negli ultimi anni –  ha racchiuso il senso da dare al futuro in un semplice proposito : lavorare insieme per il bene comune. Despite differences. Nonostante le differenze.

 

Al cospetto di un risultato elettorale che disegna un  paese diviso  a metà, a nulla vale inasprire le fratture, men che meno consegnarsi mani e piedi alla stagnazione, l’unica cosa da fare è coinvolgere l’ avversario nella costruzione dei programmi di governo.Come si conviene ad una democrazia compiuta.

Così e solo così può acquistare significato quel The best is yet to come che è piaciuto tanto da essere sulle prime pagine di molti giornali nel mondo.

Buona sorte a lui che ne ha bisogno e a noi che ne apprezziamo l’esempio.

 

(foto da Libération)

 

…e vedo ‘na lampa ‘e cretineria

…e vedo ‘na lampa ‘e cretineria

 

A che varrebbe una tirata su  sessismo, maschilismo e arretratezza quando poi li guardi negli occhi e, per dirla con  il cantante, semplicemente vedi … un lampo di cretineria – Ah ! – gli occhi.

 

 

 

Libera citazione da Danson Metropoli – Paolo Conte,  meglio ancora nella versione degli Avion Travel – altrettanto liberamente dedicata al beau geste del ticket Bugani – Piazza (meglio sole Salsi, meglio sole)