Un altro modo è possibile
Il buono della politica come lo abbiamo conosciuto noi in altri tempi – non propriamente belli, cioè da raccontare ai nipotini o chi per essi con venature da mitologia greco-romana, ma egualmente interessanti e degni di essere vissuti con entusiasmo – ruotava intorno a due concetti chiave : differenza e conflitto.
Categorie che erano però nella nostra testa,per dirla con Renato Nicolini, irriducibili alla distruzione: occasioni di crescita collettiva nella non necessità di schierarsi né di rieducare masse alla maniera delle guardie rosse ma incanalate in direzione della tolleranza politicamente utile (e quasi mai corretta).
Chi avrebbe mai detto che di lì a pochi anni le differenze sarebbero esplose e il conflitto annullato in un unanimismo piatto e distruttivo.
Non so (anche se spero) se i nostri magnifici – non fosse altro perché rappresentano quasi tutti gli umori delle nostre comunità di progressisti e riformisti – cinque saranno in grado di segnare davvero la fine di un’epoca, ma una cosa è certa : ad aver rianimato il quadro politico deprimente ovvero ad aver contribuito a fabbricare un clima da vere primarie,sono riusciti perfettamente.
Tutti loro andrebbero ringraziati per le sfide messe in atto con coraggio e per aver reso possibile a noi elettori di operare una scelta, con l’aggiunta di un senso particolare di rispetto per la generosità del segretario Bersani.
Chi scrive,pensando al futuro premier, voterà per lui.