Despite differences
Combinati come siamo – due scandali a settimana, Parlamento sostanzialmente incapace di venire a capo di alcunché, dibattito politico ridotto a minimi autoreferenziali termini, più tutto un resto fatto di crisi e frantumazione sociale senza che se ne percepisca, in tempi brevi, l’ esito, quel che abbiamo visto la notte scorsa tra Chicago e Boston, ci sembra un irraggiungibile modello e ogni passaggio,dal sistema elettorale, alle dirette televisive, ai rituali della proclamazione, realizzato nel segno di una Grande Democrazia. Quello che, pur con inevitabili zone oscure e laceranti contraddizioni, gli USA effettivamente sono.
Ma al termine di una notte di incertezze e fiato sospeso, Obama non ci ha regalato solo un legittimo momento d’entusiasmo. Nel discorso di ringraziamento – forse il migliore mai ascoltato negli ultimi anni – ha racchiuso il senso da dare al futuro in un semplice proposito : lavorare insieme per il bene comune. Despite differences. Nonostante le differenze.
Al cospetto di un risultato elettorale che disegna un paese diviso a metà, a nulla vale inasprire le fratture, men che meno consegnarsi mani e piedi alla stagnazione, l’unica cosa da fare è coinvolgere l’ avversario nella costruzione dei programmi di governo.Come si conviene ad una democrazia compiuta.
Così e solo così può acquistare significato quel The best is yet to come che è piaciuto tanto da essere sulle prime pagine di molti giornali nel mondo.
Buona sorte a lui che ne ha bisogno e a noi che ne apprezziamo l’esempio.
(foto da Libération)
9 pensieri riguardo “Despite differences”
anche se qualcuno ha avuto un pensiero per Ligabue, che da tempo si spolmona con “Il meglio deve ancora venire”.
per Tony Bennett,Frank Sinatra…hai voglia tu
Poi si dice “Ma noi siamo ancora figli delle torri e dei campanili, dei Guelfi e dei Ghibellini, dei Neri e dei Bianchi ecc ecc ecc”.
Ma non è che anche gli Americani non abbiano avuto la loro guerra civile e la spaccatura anche nel risultato delle elezioni è significativa.
Ma non si potrebbe anche noi davvero imparare a lavorare insieme, almeno nei momenti di estrema crisi?
Oltretutto per Obama hanno votato le minoranze determinando in tal senso ulteriori differenze.E’ un problema di sistema – bipolare, con elezioni di mezzo termine,pesi, contrappesi e contropoteri funzionali, tipici di una democrazia presidenziale chè se non fosse così sarebbe dittatoriale –
Insomma casi particolari a parte, lì è assai difficile ottenere omogeneità tra Casa Bianca, Senato e Congresso.
Devono mettersi d’accordo per forza.
Anche il nostro sistema del resto prevede ampie maggioranze e numerose riletture per le modifiche strutturali.Solo.. come si fa a ragionare in questi termini quando la semplice riforma elettorale si decide a ridosso delle consultazioni?
Ma ce lo immaginiamo le nostre destre e sinistre lavorare insieme per il bene comune? Quando non siamo capaci neppure di fare una legge elettorale che non sia modellata ad hoc per evitare che vinca l’avversario…
Altro che “despite differences”!!! Il nostro è il paese degli orticelli, in cui ognuno si preoccupa solo del tornaconto proprio e dei propri compagnucci di merende…
Almeno un discorso che ipotizza ancora un futuro. L’Italia la vedo non solo stagnante, ma addirittura arretrata. E nessuno che possa sognare anche il futuro.
La proposta di dialogo della scorsa campagna elettorale naufragò miseramente col Lodo Alfano,Veltroni pensava ad una fase costituente che necessariamente avrebbe dovuto coinvolgere tutti e il PDL puntava all’Immunità del Capo.
Poteva essere una contropartita?
Boh, nei momenti di stanchezza ho anche pensato:
” e dategliela st’immunità che non se ne può più,lo processeranno a fine mandato”
Ma era improponibile ed è andata come sappiamo.
Attualmente la fase costituente è diventata indispensabile,noi non possiamo pensare di andare avanti senza una Riforma dello Stato, tanto per dire, e questo lo si constata ogni giorno con le difficoltà che puntualmente incontra il percorso delle riforme (vedi vari episodi.. esodati,precari della scuola etc).Ce la faremo?Dipende dal nuovo Parlamento,cioè in parte anche da noi.
Senza l’eliminazione delle storture, non c’è futuro.Si galleggerebbe…al solito.
bhè, è stata una bella soddisfazione. un gran risultato, considerando le potenzialità di riforma che questo presidente ha ancora.
incrociamo allora le dita e speriamo che riesca a realizzare molto di quel “meglio” che credo abbia in cantiere