Chiodo fisso & Benaltrismo
In principio – ovvero nel 2006 – furono evocazioni catastrofiche d’impunità : processo Eternit, parricidi, matricidi, stragisti, colletti bianchi (n 66), mafiosi, politici, delinquenti della peggior fatta rimessi in libertà a minare la sicurezza d’inermi cittadini, più il front men di quella straordinaria tornata giustizialista : Cesare Previti e le di lui prigioni, peraltro domiciliari .
Andò come sappiamo: il processo Eternit si celebrò con condanne esemplari,la recidiva non superò la media abituale, mentre il condannato di punta fu affidato ai servizi sociali,con gran soddisfazione,sembra, e vantaggio dei medesimi.
A margine del gran dibattito che si scatenò, fu altresì impiegato da parte degli oppositori un discreto bagaglio di Benaltro – concernente questioni quali l’edilizia carceraria,la riforma del codice penale,la certezza della pena, la depenalizzazione dei reati minori, la revisione della Cirielli e il sol dell’avvenir – che avrebbe dovuto sopperire ad un’emergenza carceraria pari a quella odierna, in luogo dell’odiato indulto.I tempi non sarebbero stati rapidi ma tant’è: l’importante era, è, sarà assicurare i colpevoli alla giustizia, poco importa se con supplementi di pena quali le condizioni vergognose delle nostre carceri.
A ben vedere, i fautori della giustizia rigorosa che più rigorosa non si può, col chiodo fisso dell’onestà – ultimissima trovata – ne sottacevano,allora come ora, una visione che tra sostanzialismo e populismo nascondeva finalità politiche che col perseguimento dei reati aveva poco a che vedere. Inutile rinnovare l’elenco delle forze a destra e a sinistra che si dichiararono contrarie all’indulto.
Quanto all’oggi e al messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica, la situazione non appare granché differente, salvo l’aggravio della presenza di Silvio Berlusconi tra le fila dei condannati come probabile fruitore – in quanto corruttore,evasore,frodatore fiscale con condanna definitiva,corruttore e istigatore alla prostituzione minorile in attesa di appello ed eventuale acquirente di senatori e deputati – di possibili provvedimenti di clemenza.Non starò qui ad evidenziare quanto sia fantasiosa l’ipotesi di un’ amnistia che metta una pietra sopra a tutto ciò. Piuttosto sembra più interessante osservare come il tirare in ballo Berlusconi come ragione di dissenso appartenga ad una tipologia di subalternità culturale retaggio di epoche per l’appunto berlusconiane che, seppur al tramonto, continuano ad ammorbare l’aria con i loro lasciti cupamente reazionari .
E’ possibile che alla fine di tutto di amnistia e indulto non si faccia alcunché per mancanza di numeri come è altrettanto probabile che i provvedimenti benaltri agitati anche quest’oggi restino lettera morta : argomenti di rimessa buoni per la prossima occasione.
Spiace – e parecchio – per i soliti, gli svantaggiati che dovranno subirne le conseguenze ma spiace anche per questo Paese che con buona pace delle definizioni – culla del diritto e scemenze analoghe – ostenta una cultura giuridica di cui vergognarsi.
Nell’illustrazione dal sito del Garante dei diritti dei detenuti . Carcere di Regina Coeli