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Mese: Agosto 2016

E adesso spogliati (liberté égalité décolleté)

E adesso spogliati (liberté égalité décolleté)

burkini 2

In qualunque modo si chiami  la tenuta con cui la signora qui sopra ha inteso stare in spiaggia,  è evidente che i tre gendarmi, pistola alla cintola e sfollagente in spalla, le stanno intimando di spogliarsi.

Nel terzo millennio si cambia verso: dopo la disapprovazione, le  multe e le ordinanze contro le scollacciate, gli ombelichi al vento e le gambe in mostra, il Nuovo Corso impone la nudità in spiaggia con tanto di forze dell’ordine schierate a tutela della Libertà, dell’Integrazione, della Laicità e di non so cos’altro.

Combattere le costrizioni,il maschilismo, la società patriarcale e tutto il resto del corredo sarebbe cosa buona e giusta ma diventa un vuoto ed ipocrita esercizio nel momento in cui la cospicua schiera dei Paladini dei Nostri Valori  sostiene a viva forza  la tesi che prendersela con le (eventuali) costrette  sia il passaggio indispensabile  di una  battaglia di civiltà : un po’ come se combattere la Povertà cominciando col  linciare  i poveri, avesse senso.

E così la libertà di scelta che tanto ci preme tutelare, per questa appartenente alla comunità musulmana semplicemente non c’è, non ci sono per lei le condizioni.Non le è data. Ovunque si giri, trova un’Istituzione civile o religiosa che le dice come essere.A partire dall’abito.

L’unica soluzione per tenersi lontana dal  conflitto tra  differenti tipi di imposizione, è starsene a casa (che di tutti i contributi all’integrazione e alla libertà delle donne resta sempre il più efficace)

L’espressione della signora, del resto, non ha bisogno di ulteriori commenti.E non parliamo poi di quella dei gendarmi.

Troppo presto si è dismessa l’unica asserzione autenticamente rivoluzionaria del Movimento delle donne nel secolo scorso : il corpo è mio.

E proprio nel momento in cui sul corpo delle donne e sulla di loro libertà continuano a combattersi  vere e proprie guerre, si è abbandonato quel terreno aprendo varchi a  inappropriate pretese di supplenza, come se qualcuno, ministro o sindaco, potesse incaricarsi di definire e imporre l’altrui modo di essere liberi. O peggio  laici. Laddove laicità ed intolleranza non sono concetti precisamente compatibili.

Lontani i tempi in cui le ragazze saudite, iraniane o egiziane venivano in Europa per studiare e senza che alcuno legiferasse o aprisse dibattiti,  di velo e palandrane manco l’ombra. A riprova del fatto che i metodi coercitivi non hanno mai liberato nessuno.Sopratutto nessuna.

 

 

Foto da The Telegraph