E adesso spogliati (liberté égalité décolleté)
In qualunque modo si chiami la tenuta con cui la signora qui sopra ha inteso stare in spiaggia, è evidente che i tre gendarmi, pistola alla cintola e sfollagente in spalla, le stanno intimando di spogliarsi.
Nel terzo millennio si cambia verso: dopo la disapprovazione, le multe e le ordinanze contro le scollacciate, gli ombelichi al vento e le gambe in mostra, il Nuovo Corso impone la nudità in spiaggia con tanto di forze dell’ordine schierate a tutela della Libertà, dell’Integrazione, della Laicità e di non so cos’altro.
Combattere le costrizioni,il maschilismo, la società patriarcale e tutto il resto del corredo sarebbe cosa buona e giusta ma diventa un vuoto ed ipocrita esercizio nel momento in cui la cospicua schiera dei Paladini dei Nostri Valori sostiene a viva forza la tesi che prendersela con le (eventuali) costrette sia il passaggio indispensabile di una battaglia di civiltà : un po’ come se combattere la Povertà cominciando col linciare i poveri, avesse senso.
E così la libertà di scelta che tanto ci preme tutelare, per questa appartenente alla comunità musulmana semplicemente non c’è, non ci sono per lei le condizioni.Non le è data. Ovunque si giri, trova un’Istituzione civile o religiosa che le dice come essere.A partire dall’abito.
L’unica soluzione per tenersi lontana dal conflitto tra differenti tipi di imposizione, è starsene a casa (che di tutti i contributi all’integrazione e alla libertà delle donne resta sempre il più efficace)
L’espressione della signora, del resto, non ha bisogno di ulteriori commenti.E non parliamo poi di quella dei gendarmi.
Troppo presto si è dismessa l’unica asserzione autenticamente rivoluzionaria del Movimento delle donne nel secolo scorso : il corpo è mio.
E proprio nel momento in cui sul corpo delle donne e sulla di loro libertà continuano a combattersi vere e proprie guerre, si è abbandonato quel terreno aprendo varchi a inappropriate pretese di supplenza, come se qualcuno, ministro o sindaco, potesse incaricarsi di definire e imporre l’altrui modo di essere liberi. O peggio laici. Laddove laicità ed intolleranza non sono concetti precisamente compatibili.
Lontani i tempi in cui le ragazze saudite, iraniane o egiziane venivano in Europa per studiare e senza che alcuno legiferasse o aprisse dibattiti, di velo e palandrane manco l’ombra. A riprova del fatto che i metodi coercitivi non hanno mai liberato nessuno.Sopratutto nessuna.
Foto da The Telegraph
2 pensieri riguardo “E adesso spogliati (liberté égalité décolleté)”
Un conto è proibire l’entrata col volto coperto o il casco integrale in Uffici pubblici o Ospedali ecc, ma obbligare persone in burkini a spogliarsi sembra davvero una costrizione assurda!
Quando sono stata a Sharm, anni fa, nel villaggio c’erano famiglie benestanti del Cairo e anche libanesi.
Entravano “bardatissime” in piscina e comandavano ai loro uomini di occuparsi dei bambini con un piglio che mi aveva davvero stupita…
Le immaginavo sottomesse e, invece, loro si spaparanzavano sotto l’ombrellone a ciacolare e i mariti, con lo stuolo di bimbetti/e al seguito, in piscina a giocare a palla, con i bimbi che saltavano loro in testa !!
Non so se le ho incontrate solo io, nell’estate del 2000 e sicuramente giocava un ruolo fondamentale il loro status economico… ma mi avevano davvero meravigliata!
Perfettamente d’accordo con il commento precedente. Episodio ameno visto con i miei occhi lo scorso mese a Curmayeur: lei bardatissima con palandrana che le scopriva solo gli occhi, lui in maglietta e bermuda e con tanto di iphone in bella mostra… mah…