Disobbedire (ma anche no)

Disobbedire (ma anche no)

La disobbedienza civile, ovvero la  consapevole e plateale violazione di una norma  di  legge considerata iniqua e che viene messa in atto in modo da provocare le sanzioni afferenti, è un fondamento di libertà oltre che un momento di lotta politica.

La comandante Rackete, con il  rifiuto di ottemperare ai divieti, ha inteso mettere in salvo persone che si trovavano in stato di assoluta necessità e pericolo. Persone che peraltro erano sotto la sua diretta responsabilità. Per tutti gli amanti della legge è legge ricordo che Carola Rackete non ha dalla sua solo gesti vistosi di disobbedienza sbruffoncella (così parlò un ministro, roba che persino il correttore si ribella)  ma norme di Diritto Costituzionale, Internazionale e di Diritto del suo paese.  Starà alla magistratura valutare eventuali responsabilità penali a carico della comandante e dell’equipaggio della nave, ma si presume che anche nel caso di  eventuali comportamenti illeciti,  sia comunque riconosciuta la scriminante dello stato di necessità (art. 54 c.p.) o dell’aver commesso il fatto in adempimento di un dovere (art. 51 c.p.). 

Ma… al di là di quel bel po’ di legalese che la vicenda mette in campo, resta lo sconcio di quelle cinquanta persone sballottate in mare a scopi propagandistici, il disprezzo, quando non l’irrisione, per le loro sofferenze passate e presenti. E questo nessuna Corte di Giustizia potrà sanzionare a soddisfazione dei cittadini di buona volontà.

(Nella foto Carola Rackete scende dalla Sea Watch, frame da video Ansa)

Un pensiero su “Disobbedire (ma anche no)

  1. Quant’è brutta la politica fatta sulla pelle dei disperati. Non so… solo qualche anno fa, una vicenda come questa (o come quelle che sono precedute e succedute) non sarebbe stata possibile. Questo Governo ha sdogantato tante di quelle cose (tutte indecenti) che viene legittimamente da pensare che sia il peggiore Governo della nostra Storia. Carola ha ora querelato Salvini, affermando che i suoi social sono un strumento di diffusione d’odio… e ci voleva una tedesca per rendersene conto e fare qualcosa di concreto al riguardo???

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.