Tenere botta ( facciamoci del bene)

Tenere botta ( facciamoci del bene)

PD sede Un paio d’ore e, più passate a leggere le geremiadi post sconfitta dei titolari di blog e siti, legati, iscritti, eletti o trombati nelle liste del Partito Democratico, mi hanno chiarito le idee sull’entità e sulla qualità della protesta contro la mancanza di democrazia interna nel partito stesso. Devo confessare che più di risollevare il morale già duramente provato dalla disfatta – qualcosa si muove? Macchè - sono piombata, come se ce ne fosse ulteriore bisogno, nello sconforto più totale. Non che non condivida in linea di massima i  rilievi che vengono posti alla nomenklatura ma solo perchè, una volta tanto, in calce alla lista delle doglianze, mi piacerebbe facesse capolino un’avvisaglia del  che fare di buona memoria. Non sarebbe poi male, che a margine di tali dibattiti,si tenesse conto  che un Partito sedicente Democratico, in occasione di critiche all’interpretazione del criterio di rappresentanza, dovrebbe riflettere quantomeno sul tipo di regole che si è dato con  le Primarie, considerando come, le pur legittime aspirazioni di cambio di vertici e compagini varie, possano risolversi esclusivamente tenendo conto di quelle regole. In sostanza se la classe dirigggente non va,  c’è un solo modo di sostituirla : diventare maggioranza al congresso, proponendo una nuova dirigenza e un nuovo segretario. Come si ottiene ciò? Convincendo gl’iscritti con proposte alternative politicamente dignitose. Altrimenti non c’è scampo, sono tutte uguali le nomenklature del mondo esattamente come sono tutte uguali le opposizioni alle stesse, con il risultato che all’affresco autoreferenziale già abbondantemente declinato nelle lamentele, si aggiungono nuovi personaggi, tingendosi l’atmosfera generale con i colori inquietanti dell’impotenza. Veltroni è stato eletto poggiando la sua candidatura su liste omogenee ad un progetto politico. E’ impensabile che il segretario governi il partito con altri che non siano quelli che le primarie hanno designato direttamente ed indirettamente. Il nodo è tutto lì. Allora perchè io sento parlare di cambiamento senza che – tranne in un caso conclamato – in ciò venga anche inclusa la carica  di segretario?. Si abbia allora il coraggio di mettere in discussione il nome di Veltroni invece che di menare il can per l’aia prendendosela, ora con i singoli candidati ( le poche donne sono i bersagli preferiti,tra l’altro ), ora con non meglio identificate sedi informali di decisione dai nomi suggestivi…caminetti, salotti e – new entry nel gergo populista – ora pure le terrazze. Chi ragiona in questi termini o solo di questo, va cercando rassicurazioni per sentirsi autorizzato a non fare i conti con una durissima realtà italiana. Ecco perchè sarebbe gradita un’analisi onesta che si avventuri oltre la campagna elettorale, che non individui i motivi della sconfitta solo in quella e soprattutto che si ponga il problema del futuro e cioè di  quale opposizione fare: Sotto questo aspetto la discussione è stata assai povera di considerazioni.Si potrà riempire quel vuoto? Potrà il configurarsi di una nuova cultura precedere la scelta di nuove classi dirigenti? O dobbiamo aspirare al nuovo senza conoscerne i contorni? Chi ha qualche anno conosce assai bene la discussione sui contenitori che è senz’altro da annoverarsi tra gli errori più frequenti del passato.Tenere botta – ci mandano a dire – Nel contempo però cerchiamo anche di farci del bene.

4 pensieri riguardo “Tenere botta ( facciamoci del bene)

  1. Ho ascoltato D’ Alema dalla Annunziata e mi è parso equilibrato e concreto.

    Poteva evitarsi la battuta sul centrodx che, quando vince, ha il “vizio” di occupare tutte le istituzioni…beh, a dire il vero, due anni fa l’ impressione è stata che questo atteggiamento, peraltro deleterio, fosse appannaggio di Prodi &C….;-)

    Ma ormai si volta pagina e speriamo che tutte quelle promesse di collaborazione sulle riforme non rimangano soltanto battute elettorali, da ambo le parti.

    Per il resto sono d’ accordo che il centrosx e la SA devono piantarla di passare il tempo a rinfacciarsi eventuali responsabilità ( tipo i polli di Renzo) e si attivino per fare una verifica seria e fare soprattutto delle proposte serie.

    Personalmente ho apprezzato i tuoi post ( pur non avendo votato PD), che mi sono sembrati anch’ essi equilibrati e propositivi…Unico neo, quando ti sei mostrata molto “allarmata” per un’ eventuale vittoria di Alemanno….;-P

    Ma lì non ci metto becco: tu, da romana, hai conosciuto un aspetto giovanile, probabilmente fastidioso della persona.

    Io, dall’ esterno, sento le sue interviste, ascolto quello che dice oggi in modo concreto, piano, assolutamente non trombonesco e tendo a dargli credito!

    Qui vivra, verra…;-)

  2. Le cariche nelle Repubbliche precedenti sono state sempre distribuite secondo un criterio, secondo me, democraticamente costumato.

    Poi però sono arrivate altre detestabili considerazioni di alleati da accontentare e i contrappesi istituzionali sono diventati contrappesi all’interno delle compagini.

    Un malcostume.Ma tanto qui se ti avventuri tra le pieghe della politica oggi,capisci che è proprio l’idea democratica quella più difficile da digerire e far digerire.

    Per il resto.. dell’Alemanno mi preoccupa la sua visione di città, non credo che voglia ripristinare i campi hobbit.Insomma questa “discontinuità” non può essere demolitoria di quanto di buono e proficuo è stato fatto.

    E poi c’è il timore che un atteggiamento troppo repressivo acuisca le tensioni.Tra l’altro il “troppo” da una parte non paga e peggiora le cose,dall’altra non è nemmeno consentito dalle leggi nazionali e da quelle europee.

    Veltroni ha eseguito quasi mille sgomberi degli accampamenti abusivi ma poi…se quelle persone non possono essere espatriate e non ci sono altre destinazioni abitative, diventa il moto perpetuo.Vedremo come sarà sbrogliata la matassa.

    Questa è una città complicata che tra l’altro fonda la sua economia su se stessa.

    Il punto è vedere come sarà interpretata questa formula che fin qui ha dato risultati considerevoli, e sebbene l’estasi creativa di Squitieri abbia già fatto preoccupare Hollywood (che qui non viene solo per la passerella ma a investire miliardi) speriamo che si tratti di spacconate.

  3. Ho cercato in “Impero” una risposta a quel che è successo (nella elezioni italiane, ma anche in quelle inglesi) e forse l’ho trovato nel concetto di biopolitica.

    Appena ho tempo ne parliamo…

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