Distacchi
I distacchi, avvertono i conoscitori dell’animo umano, sono fondamentali opportunità di crescita. Quando me lo dicono, domando se per caso non vi siano modi meno dolorosi di quelli del lutto, evento realmente definitivo e proprio per questo inspiegabile. Ovvero – ma questo lo tengo per me, temendo di passare per presuntuosa arrogante – se io non sia sufficientemente cresciuta , alla mia non tenera età, da non aver più bisogno di questi strappi per diventare grande.
L’elaborazione del lutto è entrata a far parte del lessico comune, me la auspicano insospettabili verduraie imponendo al proprio linguaggio abituale, sobbalzi da triplo salto mortale con avvitamento. Pare facile. E invece non lo è affatto. Parola di chi questi distacchi sopporta da quando era ragazzina e ora teme un pericoloso effetto domino, essendo il mio povero papà, punto di riferimento di molte altre persone che l’età ha reso estremamente fragili.
Per conto mio, ho ripreso il cammino da subito, seguendo un vecchio istinto ed una di lui, precisa indicazione. Solo questo blog ha subito una battuta d’arresto, scrivere in certi momenti significa tirare fuori il peggio, tra rabbia, lamenti e retorica. Questione di pudore – mi piace pensare – o forse di scarso coraggio, di indisponibilità a mostrarsi. Comunque a lui non sarebbe piaciuto nemmeno questo tipo di cedimento, l’altissimo senso della sua lezione preferita: occhi asciutti, schiena dritta e testa alta, ne avrebbe invariabilmente sofferto.
Così ho deciso che non me ne può fregar di meno dell’elaborazione del lutto. Mi tengo stretto il dispiacere e vado avanti. Che altro non so e non ho voglia di fare.
Nell’illustrazione una sequenza di Baaria. Padre e figlio stanno per assistere al primo film della vita di Giuseppe Tornatore.
6 pensieri riguardo “Distacchi”
Il tuo silenzio, comunque, parlava..
Ovviamente mi spiace. So che era ancora una persona lucida e determinata!
Sembrano frasi convenzionali, ma penso che tu avrai sempre dentro di te le sue parole, di esortazione, di esempio o anche di rimprovero, visto che non te le mandava a dire!
In fondo anche il ricordo è una presenza.
hai ragione, fregatene dell’elaborazione del lutto, che mi sa tanto di una roba d’artificio. La nostra vita accelerata non ci consente neanche uno stop per assimilare il dolore? Ci vuole il tempo che ci vuole… e basta.
Un abbraccio
A volte si danno nomi a cose che non si possono battezzare, che non si possono oggettivare.
Ai conoscitori dell’animo umano andrebbe ricordato, prima di metterlo tutto spezzettato in scatole e scatolette pronte all’uso.
Non aver voglia d’altro, è giusto così.
Un abbraccio
Io non so dirti le parole giuste, anche perchè in certi momenti non ci sono parole, posso solo dirti che ti sono vicina col pensiero in questo momento triste.
Un abbraccio grande dalla
signora G
E’ un brutto momento cari miei e non se ne va solo in lacrime che a quelle c’è rimedio, ma nello stillicidio della nostalgia, sentimento che oltretutto non è nelle mie corde, una vera tortura avercelo tra i piedi. Che fatica.
l’istinto sa cosa fare. anche in questo.