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Amore tra le rovine

Amore tra le rovine

ColosseoRomanticissimo – location poco poco decadente ma quelli sono gusti – è il bacio di notte sotto la luna e all’ombra della madre di tutte le rovine.


Niente ponentino (posso confermare) ma egualmente l’Incanto assicurato da cipressetti, fasci di  luci morbide sul monumento  e da storici lampioni dislocati qua e là.

Loro due, nella notte stellata.

Un bacetto è pressocchè d’obbligo. Focoso?Audace? Sulla spalla? Sul petto?.

E che sarà mai…Si nun sei pratico p’aregge i moccoli…ammonisce una vecchia canzone, in certi posti nun ce passà.

Vallo a raccontare alla pattuglia che da quelle parti , ce deve passà per servizio : cioè per esempio a controllare che gli ubriachi non siano molesti, che giovani e giovinette  non impovvisino partite di pallone, spogliarelli pro you tube , cori sguaiati, risse e gare con  moto o  macchine smarmittanti.

Ma torniamo alla serenità del  bacio sulle scale prospicienti il Colosseo e ai tutori dell’ordine improvvisamente turbati dalle effusioni a cielo aperto della coppietta .

Identificati, perquisiti e  tradotti separatamente alla caserma del Celio ,gli autori del misfatto, sono stati prima trattati con la consueta ruvidezza e poi denunziati per atti osceni in luogo pubblico.

Epilogo da commedia all’italiana anni cinquanta, quella delle immancabili preghiere al vigile col cipiglio di non far sapere niente a mammà.

Preghiere che in questo caso, non ci sono state, tant’è che questa vicenda è su tutti  giornali del mattino opportunamente commentata e discussa.

Sfacciati fino in fondo, quei due hanno raccontato in giro la loro (brutta ) avventura raccogliendo solidarietà un po’ dovunque. Un piccolo risarcimento al sogno, bruscamente interrotto, al senso di frustrazione,alla paura, all’ingiustizia subita nella notte precedente. Ma cos’è poi un bacio…etc

Il taglio alto e la metà di niente

Il taglio alto e la metà di niente

Sono stati così lievi gli argomenti e i toni del cicaleccio di ieri  che seppure qualcuno avesse accennato ad un giudizio legittimamente severo, avrebbe visto il suo intervento cadere nel vuoto.- Volta la pagina o cambia canale, che c’è quel noioso/a  che  se la prende con Lui/Lei/ ,il Direttore del Giornale e il Tamburo Battente -. La Grande Identificazione ha prodotto ancora una volta  il suo effetto e gli stessi talk (o le stesse colonne o le stesse pagine web) che fino a qualche ora fa ospitavano dubbi sulla reversibilità o sull’assegno di mantenimento, ieri sono stati invasi dalla Notizia del Giorno.Tant’è che nel pomeriggio il Parlamento, con larga maggioranza, ha impegnato il Governo a presentare un progetto di legge che regola le unioni di fatto, nel più completo oblio. La stessa sorte hanno subito la CEI, l’articolo salva Pollari, il mal di pancia del Partito Democratico ,le esequie dell’Embrione e la nota a margine del verbale di perquisizione della baracca del finto eremita Provenzano.Tutto spazzato via.Taglio alto in prima pagina e nell’interno, il bel primo piano di Miriam illuminato dal doppio giro di zaffiri contornati da diamanti di regale caratura, in basso la rivendicazione per la dignità ferita e la necessità di proporre un esempio ai figli, particolarmente alle ragazze.Tanto è bastato per fare di Miriam una di noi e di suo marito, uno di loro. Stessi problemi. Rispolverate dalla discarica mentale,  le rimasticature di vecchie teorie femministe, il personale confuso col  privato, il pubblico con il  politico, si è tentato di dare spessore ad una modalità inconsueta, qualcuna delle commentatrici  ieri accorse alla staffetta televisiva,un programma via l’altro, a reti quasi unificate, definiva la lettera politica , un’altra ancora bella.Ma può essere bella e sincera una lettera che viola l’intimità (non il personale, non il privato ma qualcosa di più) tra due esseri umani legati da un vincolo emotivo? Quanta spontaneità può esserci in una missiva indirizzata a uno solo ma che sarà letta da tutti? Possiamo rispettare il percorso di umana sofferenza che ha condotto una donna schiva e sostanzialmente defilata dal ruolo pubblico del marito a documentare, oltretutto, l’orgoglio ferito, l’offesa ai sentimenti ma la chiamata in causa della Dunne e de ” La metà di niente” è il passaggio meno appropriato di tutta l’operazione. Anche noialtre abbiamo investito e abbiamo lavorato ad un progetto famigliare stabile facendo i conti via via con la superficialità, il gallismo, la presunzione, la vanità maschili ma il nostro senso di responsabilità, nel frattempo, veniva messo a dura prova da un quotidiano estenuante, fatto di quadrature di bilanci e di tempi ,di sensi di colpa equamente e vicendevolmente distribuiti tra casa e lavoro.Chi è arrivata ai ventisette anni di matrimonio tenendosi il marito accanto, non ha certo  mantenuto intatto l’allure e la volontà di Miriam. Difficile insinuare un concetto del genere nella Favola Bella che tutti ci illude e che finisce a dichiarazioni d’amore coram populo, più mazzi di rose e astucci di velluto.La nostra proiettività si blocca lì ,davanti ad un menage tanto distante da quello che conosciamo noi e che invariabilmente fa la differenza .E non sono i due giri di zaffiri orientali a renderci diverse ma la Possibilità di Scelta che ha accompagnato la sua vita, in ogni circostanza. Scegliere tra famiglia e lavoro,scegliere di continuare o finirla lì.Un privilegio questo che non è di tutte. Ma su una cosa siamo d’accordo.Anche noi ce l’abbiamo col marito di Miriam, per i cinque anni di grande  precarietà che ci ha voluto regalare e per quel  chiamarci categoria che della fine del mandato, ne è stato il degno  coronamento.

La media Verònica (el arte de torear)

La media Verònica (el arte de torear)

Variante de la Verónica en la cual el torero, apenas le sobrepasa el astado, recoge el capote de costado, obligándole a girar a su alrededor. Suele ser la manera de rematar una serie de Verónicas. :

Largas : Lances en los cuales el torero suelta el capote de una mano. Admite muchas variantes.  

Gaonera : Pase que se realiza con el capote cogido por la espalda, con una mano recogida en la cintura y la otra extendida, que es la que lleva al toro.  

Chicuelina : Inventado por el maestro Cichuelo, es uno de los pases  repetidos. El torero cita como para una Verónica, pero cuando el toro mete la cabeza, el diestro gira en sentido contrario al del morlaco.  Porta Gayola : Se recibe al toro nada más salir de chiqueros, de rodillas y mostrándole todo el engaño. Es una suerte muy peligrosa y espectacular.  

Faroles : El torero pasa el capote por encima de su cabeza y gira el cuerpo para quedar situado frente al toro al terminar el lance. Da  Carta Historica sobre el origen y progresos de las Fiestas de Toros en España