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Cul de Sac (the day after)

Cul de Sac (the day after)


Il giorno dopo la manifestazione della sinistra radicale , le posizioni,  come è ovvio,  rimangono invariate.Da una parte il testo del protocollo sul welfare così come è stato votato nella recente consultazione sindacale e dall’altra un pacchetto di 900 emendamenti a stesura dalla sola Unione che comprende le modifiche proposte sia dalla sinistra radicale che dall’ala moderata. Poi ovviamente ci sono anche quelle dell’Opposizione . Dal  gioco dei (triplici ) veti incrociati e con le votazioni a raffica (emendamento per emendamento, salvo accorpamenti , non sempre fattibili),il protocollo potrebbe uscirne addirittura peggiorato. L’ipotesi non è peregrina, tant’è che questa, attualmente, è una delle più grosse preoccupazioni del sindacato . D’altro canto Rifondazione,incassato il successo della manifestazione,non può tornare a casa senza un risultato, i punti forti, rispetto ai quali non intenderebbe recedere sono : l’abolizione della proroga di un anno dei contratti a termine e quella dello staff leasing. La quadratura di questo cerchio appare a tutt’oggi  impossibile mentre in assenza di eventuali mediazioni  (ma quali?) è credibile  che il governo scivoli proprio sul welfare con i risultati che si possono immaginare : di un nulla di fatto  per il pacchetto e conseguente ritorno al voto. E’ vero che Napolitano scioglierebbe le camere solo se costretto .Ma in questo gioco perverso ed incontrollato, potrebbero insorgere elementi tali da giustificare la decisione . Se così fosse, si sarebbe ascoltato il popolo, almeno quella parte che nella fine di Prodi ha visto l’unica soluzione utile. A fare cosa, non è dato sapere.Ce lo spiegheranno poi. Continua la condanna :  senza alcuni ( sinistra e moderati), non si vince e con quegli stessi , non si governa.Indirizzare  le aspettative è diventato a questo punto, una delle cose più difficili .

La febbre dell’oro

La febbre dell’oro


“In un mondo moderno di carta moneta e finanza non c’è alternativa ad una moneta governata, che lo si voglia o no; la convertibilità con l’oro non modifica il fatto che il valore dell’oro in sé dipende dalla politica delle Banche Centrali. … In definitiva, il gold standard non è che una barbara reliquia.” John Maynard Keynes

A dirla tutta,  l‘oro è un metallo abbastanza inutile. La maggior parte della produzione   (stimata in circa 140
mila tonnellate) è custodita nei forzieri delle banche centrali. Solo una piccola parte (10 mila tonnellate) è nelle mani dei privati che lo ritengono il bene rifugio per eccellenza.
Nonostante ciò, l’idea della riserva aurea, continua ad esercitare un notevole appeal ed è bastato che l’ipotesi di una eventuale vendita di parte dell’oro custodito nei sotterranei di palazzo Koch, inducesse  il premier a dichiarare opportuno il discuterne, che la bagarre sulla dismissione del patrimonio ( così è stata definita l’operazione) si scatenasse sfiorando in alcuni casi il ridicolo a suon di buon padre di famiglia ( è il termine con il quale ancora si definisce l’amministratore saggio ed oculato).Germania, Francia, Olanda ,Svizzera, Gran Bretagna hanno venduto il loro oro senza  gli ampi dibattiti e le boutade di casa nostra (l’opposizione si è prodotta in una serie di gag da vero avanspettacolo) e senza che Bruxelles avesse nulla a che ridire. Pertanto in teoria, non ci sarebbe nulla di stravagante se il governo decidesse la vendita per ridurre il debito pubblico o per  altri altri nobili scopi – welfare, sviluppo – emersi in questi giorni.Il nodo magari sarebbe un altro e cioè che il ridimensionamento del debito si dovrebbe affrontare in primis con l’impegno ad una serie di tagli alla spesa pubblica, del che, non v’è traccia nell’ultimo documento di programmazione economica e finanziaria (anche se il Governo si è impegnato a correggere il tiro a settembre).Se così non fosse, la vendita dell’oro ridurrebbe il debito solo virtualmente spostando di qualche tempo il momento della resa dei conti.Finchè la spesa pubblica continuerà a correre non ci saranno misure vincenti.Prima si ricostituisca l’avanzo primario azzerato dai fantasisti Tremonti & Berlusconi e in parte ricostituito da un recente incremento delle entrate e poi si rimetta in discussione la vendita della barbara reliquia.

Nell’illustrazione : Il salone dorato di Palazzo Koch a Roma

A proposito di quei signori

A proposito di quei signori

I conti tornano se alla prevedibile iscrizione nel registro degl’indagati per cessione di stupefacenti (i racconti degl’interessati sono in contraddizione) si aggiunge l’omissione di soccorso.Un fatto questo che, tirando fuori l’episodio dall’ambito  della storiella con la quale darsi di gomito tra Montecitorio, le palestre,le saune e i ristoranti di onorevole frequentazione,  lo destina direttamente a quello del codice penale.

Tanto è stato pronto il deputato ad autoaccusarsi,a dimettersi  a rilasciare dichiarazioni, quanto ha esitato al momento di prestare aiuto ad una persona che stava male. Così nell’incertezza, si è tolto dagl’impicci chiamando il Concierge. E la signora è finita nell’ accettazione di un ospedale a poche centinaia di metri, scaricata come una cosa ingombrante e fastidiosa.

E’ molto difficile mettere le mani in questa vicenda epurando rabbia e  moralismo dal contesto ed il motivo è piuttosto semplice. Noi siamo giustamente arrabbiati con Mele ed il suo partito che si sono opposti al riconoscimento delle coppie di fatto ( lo stesso vale per tutti i temi impropriamente detti sensibili ) adducendo motivazioni non politiche ma di ordine morale e religioso.

Così oggi, per contestare politicamente il suo pensiero , mostriamo l’ipocrisia di un comportamento mettendone in luce le contraddizioni. E’ un grave errore .Rischiamo cioè di scendere,trascinati da forza d’inerzia, sul medesimo terreno che la parte politica di Mele  adotta . Potenza di un avversario  tanto più forte di quello che sembra.

Il compito di un eletto è registrare le istanze della società che cambia e regolarne l’andamento per evitare storture,ingiustizie,dilagare incontrollato di fenomeni che generano illeciti .Questa è l’inadempienza grave di Mele, non l’inosservanza ad una Morale che non ha niente a che vedere con la Legge ne’ con la Politica e che per certi versi non è nemmeno condivisa.Non essendo poi Mele una figura istituzionale, rappresenta tutti coloro che hanno votato il suo partito in quel determinato collegio , è a loro semmai che deve risposte in ordine alla coerenza.

Ciò che avviene tra adulti consensienti, per quanto faccia  inorridire sotto il profilo del mercimonio o d’altro, è un  problema che riguarda esclusivamente gl’interessati. Si sta facendo una po’ di confusione tra etica e morale  a tutto vantaggio di una concezione  che vorrebbe i deputati  irreprensibili o portatori sani di comportamenti esemplari.Quali siano poi questi comportamenti  e chi  stabilisce a quale Morale debbano essere improntati,non è dato sapere.

A chi interessò  la verità sulla morte di  Wilma Montesi ? A nessuno,tantomeno ai politici che fecero a gara per buttarsi addosso la croce dell’immoralità e poi si precipitarono a insabbiare il tutto.Qui a distanza di più di cinquant’anni rischiamo di stigmatizzare la seratina dell’onorevole e di tralasciare le vere manchevolezze.Soprattutto, nelle pieghe di questi episodi che tanto ci fanno discorrere con abbondanza di aggettivazioni ed offese (naturalmente alle signore ) si svuotano di significato, l’istituto delle dimissioni che è divenuto un omnibus autoassolutorio (così non dovrebbe essere)e quello della Rappresentanza (grande lapsus collettivo per cui tutti si sentono in dovere di reclamare coerenza).Infine ho il vago sospetto che l’onorevole, libero di cenare in ristoranti presunti ottimi,prenotare suites , chiamare Concierge,fare regalini,ci piaccia più di quanto non siamo disposti ad ammettere.

Stile fine di ogni decennio

Stile fine di ogni decennio

via veneto

Inutile scomodare Jankso,  più che Vizi privati e pubbliche virtù, questa potrebbe essere catalogata come La tragedia di un uomo ridicolo,  anche se nella fattispecie, il film di Bertolucci tornerebbe utile solo per il titolo. In entrambi i contesti tuttavia, l’aura tragica dei personaggi, ne esplicita la motivazione interiore, determinandone la grandezza. Qui  siamo alla Realtà che corre dietro alla propria Rappresentazione e l’aura è andata a farsi friggere insieme al senso della misura. Ricapitolando :  Il ristorante è quello in auge alla fine dei 90th, l’hotel lo è stato alla fine dei 50th e il tipo di convegno, compreso epilogo di corsa all’ospedale, andava per la maggiore alla fine dei 70th, l’intera cornice ,tra fasto  e tragressioni a tassametro, rievoca gli 80th .Se non ci fosse a casa, una donna in procinto di partorire, l’episodio non meriterebbe nemmeno di essere menzionato.Anche lei, purtroppo, fa parte della messinscena  e tra tutti, è il personaggio più indifeso.Signora,salti fuori dalla gravitazione universale,non conceda l’happy end ,faccia nascere il bambino e poi assesti a questo cafone un bel calcio nel sedere.Riabiliti questa pellicola con un atto di coraggio.Chiunque lei sia,merita di più di un marito insensibile che oltretutto pare il compendio dei più brutti film mai prodotti in questo paese.

Nell’illustrazione Via Veneto