Sfogliato da
Tag: string of pearls

Modernariato

Modernariato

Francesco Cossiga s’era già portato avanti con il lavoro inaugurando,lo scorso anno una mostra fotografica curata dalla figlia Annamaria e intitolata “Kossiga Boia” con tanto di doppie S runiche come da mostrine Schutz-Staffeln d’ordinanza, la variegatura ortografica,va da sè, stava ad indicare le maniere spicce del ministro dell’interno e delle di lui truppe.In quell’occasione i visitatori poterono ammirare una rassegna di immagini che nell’intenzione dei curatori doveva raccontare gli “anni di piombo”.Narratori principali : i muri delle città invasi da scritte infamanti.Protagonista assoluto, lui, via via denominato “della galera” “boia” “assassino” e anche “scemo”.Ma a parte la sfilza un po’ monocorde dello sfogo  popolare su parete, quel che strabiliava , erano le dichiarazioni rilasciate a margine della mostra di cui è sempre andato piuttosto fiero, manco su quei muri ci fossero benedizioni e non auspici catastrofici e riferimenti a mammà:Certo, rivedere e rileggere slogan e scritti, di cui alcuni contenenti spietate accuse per vite stroncate e sangue versato, desta una qualche impressione di dura realtà e di quasi fantastica realtà: la realtà di anni di piombo – e spessissimo non in senso metaforico! – e la fantastica realtà di un qualcosa che quasi mi sembra non potesse appartenermi. E l’origine di questi miei contrastanti sentimenti è nel fatto che io ho conosciuto, frequentato o mangiato alla stessa mensa con chi in quegli anni scriveva frasi come: “Cossiga assassino!” – anche credendoci! Certo, queste scritte mi impressionano più oggi che in quei tempi, in cui il gelo di tante morti e di bruto dolore mi faceva da corazza e, sentimento terribile, mi aveva privato del senso della paura, non perché, io ministro dell’interno “assassino e mandante d’assassini”, come scritto in un manifesto confezionato come un mortuario, paura non avessi, ma perché ero tanto immerso in essa da essere come cristallizzato […].Se lo dice lui…Tuttavia adesso che su iniziativa di diversi giornali e reti televisive, sembra indifferibile l’avvio di un dibattito sul 1977, nel trentennale dei numerosi (e controversi) accadimenti da cui furono segnati, quello e gli anni a venire,tutto è più chiaro e Cossiga può ritagliarsi uno spazio nelle celebrazioni , rilasciando interviste rispetto alle quali fingiamo di sorprenderci quel tanto che basta a non sembrare del tutto fessi. Riferisce il Manifesto di ieri 29 gennaio,il presidente emerito ha detto di sapere insieme ad altri quattro, chi sparò a Giorgiana Masi, ma non c’illudiamo : noi non lo sapremo mai, nemmeno se un magistrato di buona volontà volesse, rammentandosi che il reato di omicidio non conosce prescrizione,convocarlo e chiedergliene chessò..magari.. conto. Non è chiaro se questa rivelazione segna la fine della fandonia secondo la quale Giorgiana fu vittima di Smith and Wesson “amica” ma tant’è, lo scioglimento dei misteri non finisce qui : Quando ci accorgemmo che i sovversivi facevano presa sugli operai cominciammo a chiamarli criminali”.Questa operazione che Cossiga chiama Manipolazione del Linguaggio fu condotta ,a suo dire, insieme a Pecchioli (che essendo morto non può replicare) E ancora " La disposizione che avevo dato alla polizia era : se sono operai giratevi dall’altra parte,se sono studenti picchiate forte e giusto” Che altarini eh?Chi l’avrebbe mai detto che trent’anni dopo, la conclusione dell’ex ministro fosse che criminalizzare un ‘intera area politica spinse parecchi verso la lotta armata.Che acume.Adesso che sappiamo, possiamo in tutta tranquillità mandare le nostre foto d’epoca a Repubblica che ne ha promosso la raccolta per il dossier celebrativo.Io ho già pronta la mia :

La polonaise (il voyeurismo come lo conosciamo noi)

La polonaise (il voyeurismo come lo conosciamo noi)

Cosa avesse di diverso il bukkake americano da quello giapponese non ci fu dato sapere,poichè nella fretta di distruggere le prove, ripulimmo la scena del crimine da ogni traccia del passaggio dell’anonimo polacco ancorché distributore di commenti in calce ad un post marassiano su Erba e l’informazione (buona, cattiva,  negata, scioperata, etc). Una squadernata Off Topic di inequivocabili  links il più innocente dei quali recitava bollente indescrivibile madre.Pensando che il bukkake attiene al genere prestazione umiliante, a me è venuta subito in mente  Abu Ghraib.L’america quantomeno c’entra.Ma la perla di quell’elenco rimane secondo me  attraente nonne urinate laddove l’incerta traduzione non lascia intendere se ad essere attraenti siano le nonne o la funzione indicata, liberando così le fantasie più estreme.E se son nonne vuol dire che stavolta butta male per le altre.C’è ancora speranza.

L’illustrazione è stata gentilmente (ora non esageriamo) concessa da Riccardo (Marais) Marassi,che ne è anche l’autore, in cambio ha preteso una barca con un numero imprecisato di alberi , due supplì ,quattro zeppole e (la solita) gratitudine eterna

Che mangino brioches

Che mangino brioches

"Che si sposino, i due cittadini, se proprio vogliono le garanzie degli altri… Oppure si abbia il coraggio di promuovere una campagna per l’ abrogazione dell’ articolo 29 della Costituzione"

Se le risposte della Politica dovessero essere queste, tanto varrebbe chiudere il Parlamento, magari dopo aver intimato alle donne infeconde di adottare un bambino senegalese e a Piergiorgio Welby di assoldare un killer.La carità cristiana della senatrice Binetti è tutta lì : gioire per il risultato ottenuto e cioè per aver impedito che si estendesse l’ emendamento alla Finanziaria sulle successioni anche alle convivenze e suggerire ai reprobi le vie brevi.E poco importa se Mario & Ugo, anche volendo, non potrebbero comunque perfezionare il vincolo o se la gran felicità esternata al Corriere della sera scaturisca da una vittoria ottenuta sulla maggioranza della quale la senatrice stessa fa parte e quindi un minimo di fair play non guasterebbe.Quel che conta davvero è aver difeso la Sacra Famiglia Unita targata articolo 29.Gratta gratta è sempre l’arroganza e la protervia dei bigotti a emergere.E per la senatrice Binetti non si è dovuto nemmeno grattare troppo.