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Mese: Agosto 2007

Aspettando Venezia ( Roma,Torino etc)

Aspettando Venezia ( Roma,Torino etc)

Marco Múller alla fine del proprio mandato direttoriale (ma si spera nella riconferma),ha portato a casa , un sacco di bei risultati. Gli autori in concorso – Loach, Branagh, Rohmer  ed altri –  promettono una competizione avvincente dall’ esito niente affatto prevedibile .

Tra i ventidue in gara , tre nostri esordienti. Vincenzo Marra, Andrea Porporati e Paolo Franchi . Pochetti in verità  ma si potrebbe ripartire da lì. E da una nuova Legge . Finirla con le sterili polemiche (botteghino o qualità?) e mettersi a lavorare per il futuro.

Il movimento dei Cento Autori ci ha chiarito le idee : Lo Stato con la legge Urbani  finanzia il cinema con 79 milioni annui. Briciole, se si pensa ai 690 milioni di euro erogati all’editoria, per non parlare dell’attenzione che  Germania (250 milioni) Spagna (90 ) e Francia (un miliardo circa) destinano alla propria industria cinematografica.

Come se non bastasse, un meccanismo perverso porta a distribuire i pochi quattrini a disposizione su molti film : morale: oltre che esiguo, il finanziamento rischia di essere inutile.

Poi c’è il problema della distribuzione.Non tutti i film riescono ad uscire nelle sale, pertanto non tutti i finanziamenti vengono restituiti come previsto.

Serve una legge per finanziamenti più mirati, che accantoni  il reference system che finisce con l’assegnare i quattrini a chi non ne ha bisogno e che si adoperi per premiare gli esordienti e i film di qualità.

Nel cassetto qualche buona proposta da mettere a punto c’è : Negoziazione separata dei diritti relativi ai film, sgravi fiscali a chi investe in cinema e – finalmente ! –  l’Istituzione del Centro Nazionale per il Cinema & gli audiovisivi che dovrà assegnare i fondi attraverso criteri  – arifinalmente – certi e cioè al 75% automatici e al 25 % discrezionali.

Poi c’è la tanto decantata tassa di scopo, la quota di prelievo su tutta la filiera industriale del settore cinema ,che dovrebbe integrare la quota FUS per una cifra ipotizzata intorno ai 300 milioni di euro.

Simili ipotesi sono ispirate al modello organizzativo e legislativo  francese ,quindi molto sarà da adattare alla realtà italiana strutturalmente e soprattutto culturalmente tanto diversa a partire dalla considerazione che qui da noi si ha del cinema.

L’importante però è partire, soprattutto l’importante è tornare a fare cinema e cinema indipendente quanto più è possibile. Affrancarsi dal duopolio Rai Mediaset e dalla politica, sarà l’unico modo per  tornare all’Arte.

Nell’illustrazione la sfera di Dante Ferretti per Federico Fellini Prova d’Orchestra,simbolo di Venezia 2007

Se ad essere malata è l’America

Se ad essere malata è l’America

sicko05Michael Moore, a Roma per presentare il suo Sicko (un termine che in slang vuol dire malato) mette in guardia le platee stracolme di fans  e ministri , soprattutto dalla tentazione americanizzante.Saremo anche la più grande potenza al mondo – precisa – ma abbiamo un’attesa di vita inferiore alla vostra, a causa del servizio sanitario  completamente in mano alle assicurazioni private, con tutto quel che ne consegue.E quel che ne consegue è raccontato attraverso le testimonianze dei malati respinti dagli ospedali per coperture assicurative insufficienti, dai pompieri di Ground Zero abbandonati ai propri enfisemi dopo l’11 settembre,  agl’infortunati sul lavoro costretti a scegliere quale dito della mano farsi ricucire dato il costo differenziato di ciascun intervento per ciascun dito.Storie di ordinaria ingiustizia che culminano col viaggio verso Guantanamo di tre imbarcazioni nel provocatorio e vano tentativo di far curare alcuni pompieri nell’ospedale del carcere o nell’elenco, in ordine alfabetico, delle malattie alle quali le assicurazioni  rifiutano la copertura, sulle note di Star wars.Iperbolico,comico,situazionista, dal ritmo narrativo incalzante, questo film ha guadagnato al suo autore oltre che la Palma d’Oro a Cannes ,anche una sequela di guai giudiziari che vanno dalla violazione dell’embargo alle numerose citazioni da parte delle case farmaceutiche. – Noi tutti  – aveva detto dal palco del Kodak Theatre, ringraziando per l’Oscar a Bowling for Columbine – siamo qui per documentare la realtà ma viviamo in un’ epoca fasulla…- Allora si riferiva alla Menzogna  in virtù della quale l’Iraq era stato invaso, oggi sembra ammonire che il servizio sanitario americano così brillantemente rappresentato nei telefilm ER o Doctor House, non è precisamente come viene descritto.

Naposarko (cento giorni)

Naposarko (cento giorni)

I detrattori sono tutti d’accordo : Nicolas mete in scene la fiction de l’action oppure  Il se saisit de l’actualité, enchaîne les déclarations d’intention et se comporte comme si le problème était réglé ma sono voci isolate, roba da raffinati politologhi elaborate al chiuso di remoti istituti di ricerca. In realtà basta una ricognizione nelle edicole che espongono giornali francesi per rendersi conto, già dai titoli, di come la Francia sia sedotta dal proprio presidente.Super Sarko – è uno dei soprannomi che la rivista Le point ha messo in copertina, mentre Paris Match, oltre che abbattere le pinguedini  di Nicolas a colpi di photoshop, celebra la settimana libica di Cécilia con espressioni che hanno del sublime  Cecilia inventa un modo luminoso di restare nell’ombra. Tal’è la Francia sarkomane e neopatriottarda: lo sciovinismo abituale arricchito da una buona dose di  nazionalismo, quel tanto che basta ad attenuare il senso di frustrazione per essere divenuti una potenza media.Su questo Sarko ha costruito parte delle sue fortune elettorali : il ritorno ad una nuova grandeur.Certo sul sogno di  queste magnifiche sorti grava la questione dell’immigrazione ma Sarko in meirto ha idee charissime : basta con i ricongiungimenti famigliari e selezione dei nuovi arrivi su base economica e professionale.Grande sventolio mediatico di immigrati che ce l’hanno fatta : lui stesso o la ministra della Giustizia Rachida Dati ,gran mostra di teorie assimilazioniste.Così ecco che su Paris Match del 14 luglio affiancate le foto di coloro che hanno ricevuto la medaglia d’oro "Famiglie di Francia " i Tkouth immigrati, nove figli di cui sette nella famosa administration e gli Xavier francesissimi, lui vice ammiraglio, lei casalinga : genitori altrettanto prolifici, anche loro con nove figli .I francesi oggi amano l’Uomo quello che fin dalle prime dichiarazioni ha messo le carte in tavola : Autorità Morale, Rispetto, Merito. Ed è  all’uomo , che la drammaturga Yasmina Reza ha dedicato un saggio dal titolo suggestivo :  L’aube le soir ou la nuit. E quale migliore occasione ( l’opera è stato concepita durante la campagna elettorale ) per una uscita in grande stile, se non  i cento giorni di permanenza di Sarkozy all’Eliseo ? .Nulla di strano dunque se l’autrice non fosse una qualsiasi biografa ma un’intellettuale apprezzata a livello internazionale .Pertanto Sarkozy ora può contare oltre che sull’ammirazione incondizionata del 65 % dei francesi anche sul prestigio dato da un’opera letteraria della quale è protagonista incontrasato (nè l’UMP nè sua moglie Cécilia sono citati nel libro). Reza sembrerebbe perfettamente al corrente dei rischi che un’operazione del genere comporta e infatti  sulla prima pagina riporta le osservazioni di un amico De toute façon vous l’inventerez. Les écrivains ont en commun avec les tyrans de plier le monde à leur désir.Poi però, un po’ si smarrisce, sedotta dall’incedere veloce di Nicolas che sembra claudicante oppure indugia su curiosi particolari Le front n’étant sans doute pas équipé pour le principe d’une raie, je peux apprécier le périlleux recouvrement du crâne, effectué à partir d’une séparation latérale de l’oreille droite à l’oreille gauche, par une broche intrépide et sans état d’âme, salvo poi rispondere all’obiezione della prima pagina con una memorabile espressione sarkoziana : Si je n’existais pas, il faudrait m’inventer.

la gggente deve sapere

la gggente deve sapere

Uh che bello il post di Antonio Di Pietro sull’inchiesta di Garlasco intitolato Processi in piazza . Parole sagge sull’esposizione mediatica e sul danno che può comportare al sereno svolgimento delle indagini (si dice così). Peccato che poi quando si è trattato di porre un limite concreto alla fuga di notizie  innalzando consistentemente l’importo delle ammende per i trasgressori (giornalisti ed editori) , lo stesso Di Pietro ,in una trasmissione di Anno Zero,si sia unito al coro  degli sbandieratori della Libertà di Stampa che  –  la ggggente deve sapere ! – lamentavano un eccesso di severità dovuto di sicuro alla volontà della classe politica di nascondere le proprie malefatte . Ecco qui  : la ggggente sa, spesso ancor prima degli inquirenti, grazie ad uno spiegamento di microfoni e taccuini che oramai è divenuto prassi intorno alla scena del crimine e nei dintorni.Inutile dire che in queste condizioni acchiappare il colpevole (pure lui sa e si regola di conseguenza) non è propriamente più semplice che se le indagini si svolgessero nel prescritto riserbo. Ed è anche inutile invocare la privacy, poichè quello che i giornalisti scrivono e la ggggente sa, spesso deriva direttamente dalle dichiarazioni di protagonisti e comprimari. Che privacy vogliamo invocare sul diluvio di dichiarazioni , memoriali,fotomontaggi,smentite e conferme dei parenti e degli amici della vittima sul proprio ruolo nella vicenda ?. Quanto alla segretezza, conosciamo anche le prossime mosse degl’inquirenti che c’informano i notiziari della sera , dopo aver ascoltato il principale indagato, si concentreranno  sul passato della vittima e sui parenti della stessa . La ggente sa e poi di quel che sa, fa quel che crede,compreso istruire  processi paralleli con tanto di sentenza. In tutto ciò, la presenza di Corona a Garlasco pare del tutto appropriata e in perfetta sintonia con l’ambientazione e la temperie culturale.