Parla per te

Parla per te

Amo i cantori della mia generazione . Ogni tanto,  è  vero, mi tocca di fare il triplo salto mortale con avvitamento perchè il Mito supera la Leggenda, la Fantasia, la Proiezione e il Sentito Dire e io stento a riconoscermi in alcune “esperienze” ma poi penso che ognuno le cose, le vive a modo proprio e anche se ho la netta sensazione che mentre tutti noi correvamo da qualche parte, altri si sono limitati a fare il tifo per chi correva, passo oltre. Poco importa se l’esperienza femminista diventa un gruppo di donne che parlano dei casi loro rivendicando a tratti , il diritto di liberarsi di gravidanze indesiderate o se  una stagione di lotte ambosessi  si riduce ad una serie di puntate di Giochi senza Frontiere, guardie contro ladri, con fughe, sortite, agguati e via, via, la polizia . Io mi ricordo soprattutto di aperture di consultori, asili nido e conquiste sindacali o di spazi di libertà (faticacce immonde, altro che fidanzati infedeli , coppie aperte , prezzemolo o scontri in piazza) e altri invece esclusivamente il versante folclorico. O peggio sono dediti al pentitismo e all’autoflagellazione. Per qualcuno essere testimone attivo del proprio tempo equivale ad autoreferenzialità . Percezione soggettiva.Le proprie storie che devono essere per forza la Storia . Contenti loro. A patto che non si esageri però. Per esempio, domenica scorsa in tivvù,  il Bulimico Crociato®, per avvalorare la tesi della spensieratezza generazionale che,a suo dire, tutti condusse ad efferati delitti contro la specie, ha colorito la descrizione dell’ambiente di provenienza .. borghese, romano, tronfio…renitente alla leva per vocazione oltre che per raccomandazione e laureando in filosofia per ripiego….Ma insomma. A tutto c’è un limite. Che ci si penta, che ci si mondi la coscienza  diventando conservatori della più bell’acqua mediante battaglie, apparentamenti  e civetterie elettorali , che si portino in piazza l’8 marzo  monache e poetesse, passi . Ma quando ci si riferisce alla propria vita, al proprio ambiente, alla propria famiglia , si eviti di tirare in ballo un’intera generazione  e tutta la città. Si parli per sè . Noi si era romani ( non è illegale) borghesi (molto , ebbene sì), critici verso la leva, a buon diritto ( ma la maggior parte dei maschi poi, è andata militare ) probabilmente in discreto numero a frequentare la facoltà di filosofia ( ma non tutti e non perchè tanto poi un lavoro si trova visto che , per i comuni mortali , solo insegnamento, era la prospettiva di quegli studi  e a finire a scrivere sui giornali furono una minoranza e a dirigerli ,  non ne parliamo ) ma non tronfi, quantomeno non al punto di evitare gli accorgimenti necessari, o di girarsi dall’altra parte in caso di gravidanze indesiderate. Quella era una prerogativa della schiatta trasversale dei padroncini del vapore,dei maschietti arroganti, delle puzze sotto al naso senza talento e soprattutto senza retroterra. Le femministe non hanno da pentirsi in tal senso di nulla Dramma era allora e dramma è oggi. E il diritto d’aborto non è mai stato nella cultura e nel lessico, tantomeno nel dibattito  di quegli anni, attestato in larga parte su temi quali la sessualità, la maternità ,i figli,il rapporto tra libertà femminile e legge.Noi eravamo contro l’aborto clandestino come eravamo contro l’aborto di Stato. Angolature diverse ancora da indagare ma, e  con decisione, da sottrarre alle strumentalizzazioni.Chi ricorda cose diverse era altrove.Come lo è oggi del resto, e dunque correttezza imporrebbe  che parlasse, rigorosamente, per sè.

8 pensieri riguardo “Parla per te

  1. piu’ o meno le stesse cose le disse De Gregori in un0intervista a Piroso. C’è grande differenza tra il proprio vissuto e quello della nostra generazione.

    Non amiamo essere catalogati per categorie e gli outing del bulimico poco ci interessano. Riguardano esclusivamente la sua coscienza, ammesso ne abbia.

  2. tra un apparentamento e un valzer, c’è di nuovo che l’amico si candida a sindaco di Roma.Con questo cade ogni eventuale perplessità su Rutelli.Lo voteremo a occhi chiusi.

  3. Rutelli non ha nuociuto a questa città, è solo un’esperienza già vissuta.Del resto non c’erano grandi alternative,qui il personale politico scarseggia ..

  4. quando il di per sè diventa il di per noi … beh è classico di chi non ha dovuto soffrire o lottare molto al mondo…o o di chi ha una sensibilità orientato verso se stesso…

  5. E’ una lunga storia..suo padre era un uomo molto brillante,vivace pieno di capacità,da lui il nostro amico ha ereditato il senso politico delle cose e il gusto per la provocazione che naturalmente usa come meglio crede.Fa rabbia per questo suo piegare qualunque cosa ai suoi scopi ma fa ancor più rabbia la sua viva intelligenza al servizio di cause sbagliate.

  6. Se non ricordo male, ha anche aggiunto che vive dalle tue parti….Insomma, ti tocca incontrarlo, quando scendi dal fruttivendolo. Già incroci Pecoraro : sei circondata!! ;-D

  7. la redazione del giornale è sul lungotevere Sanzio,vicino Ponte Sisto.Lui ha sempre abitato l’altra riva, prima dietro piazza navona adesso a testaccio (sotto casa ha sempre scritte irriverenti che riguardano la sua mole).

    Ha detto che Trastevere è un borgo papalino…meno male che la sua redazione sta attaccata all’ex lanificio Ajani (deposito delle armi dei patrioti romani prima di Porta Pia) e meno male che è circondato dalle lapidi dedicate a Giuditta Tavani Arquati, senza contare che ogni strada di questo quartiere porta il nome dei caduti in difesa della Repubblica Romana…ma che vuole?

    (anche Emma è mia vicina di casa)

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