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Plotone d'esecuzione

Plotone d'esecuzione

plotone venezia

Ad evitare di essere  impallinata dall’ala sinistra del mio stesso cotè che oggi è molto risentito per le ironie su alcuni vezzi della dirigenza dell’ Arcobaleno, a mio avviso retaggio di vecchi schemi, vecchie ideologie dismesse e che da quarant’anni a questa parte, sono serviti solo a tenere lontane intere generazioni di militanti simpatizzanti ed elettori ( sono tre categorie distinte, quando coincidono è l’inizio della fine) da un’ attendibile analisi della realtà , dirò alcune cose, così se fucilazione dev’esserci, che sia a fronte di un verdetto congruo con i misfatti compiuti. Atteso che non mi dispiace affatto di essere rimproverata, è implicito il mio via libera alle scazzottate. Ma ho fatto della franchezza uno stile di vita ( caro me costa ) e dunque non mi si rimproveri quando divento troppo diretta. Di buon’ ora stamane sono andata sul blog di Paps a tessere l’elogio del conflitto, ci mancherebbe una smentita di me stessa intorno alle ore 16. Per tornare a bomba, confermo che una forza politica che perde consensi si deve interrogare e non rivolgere ad altri accuse di correo e che questo vale anche per il PD che più che perdere, non ha raggiunto gli obiettivi prefissati ma che oggi, comunque la si pensi, è l’unica forza politica in grado di contrastare il centro-destra in Parlamento. Di qui la prima domanda – Giovanotti, che volemo fà? Un bel fascio con tutta l’erba e poi je damo addosso ‘ndo cojo cojo , Berlusconi e Veltroni per me pari sono? – Ditemi se converrebbe. Ma prima ancora ditemi se può essere vero un assunto del genere. La seconda riguarda quel diritto di tribuna che la legge porcata non consente e che impedisce una presenza parlamentare all’Arcobaleno,  forza, cui nessuno nega essere effettivamente rappresentativa di valori, istanze, bisogni in questo paese.Tra ieri e oggi almeno tre commentatori autorevoli Merlo, Pasquino, e Nicolini s’interrogano variamente su quella che è un’esigenza da molti avvertita nel PD : incaricarsi di garantire spazio e rappresentanza ai valori forti dell’Arcobaleno. Personalmente non sono mai stata incline ad ipotesi di  Partito omogeneizzato e tutto d’un pezzo che poi finisce col produrre cultura egualmente omogeneizzata e tutta d’un pezzo e credo altresì che liberati dall’ossessione della governabilità come fine, ci si potrebbe – e sarebbe l’ora – concedere il lusso di un dialogo in cui il conflitto è vissuto senza isterismi ed allarmismi per quello che è :  un valore democratico. E ora dite voi, fucilatori.

Chissà perchè..

Chissà perchè..

….la Giuditta di Artemisia proprio stasera, mi pare una buona risposta al che fare ma soprattutto al come essere  ( metafore eh metafore… la testa nel cesto non è proprio quella e anche noi ..mica si va in giro conciate a quel modo…o si? )

Salvarsi l'anima

Salvarsi l'anima

Siccome le campagne elettorali si fanno per prendere i voti e non per salvare l’anima agli elettori , difficilmente la Politica,  nell’ accezione più alta del termine, esce valorizzata da questi tours de force, miglior tratto distintivo dei quali, bene che  vada, è l’ossessiva ripetitività di frasi a effetto. Ottimistica e un filin velleitaria , sembrerebbe pure , in tali circostanze,  la ricerca  di  brandelli residui di spinte ideali,magari  da rinvenirsi nei temi dell’assicurazione alle casalinghe o della destinazione dell’extragettito. Manco lo staff di Obama il Trascinatore, riuscirebbe nell’impresa. Era fatale del resto, che nella stagione  delle aspettative  disattese, la vera Mission Impossible  sarebbe stata riaccendere le speranze. Da questo punto di vista , Veltroni con i suoi tentativi di Nuovo che Vorrebbe Avanzare, ha già compiuto alcuni piccoli miracoli in termini di risveglio dell’ attenzione e di rimessa in gioco di Possibilità che francamente sembravano smarrite. Tuttavia, per alcuni, ciò non è ancora  sufficiente a concedersi il lusso di una rinnovata fiducia, quella vecchia si è incrinata nella precedente esperienza di governo, troppo breve e troppo gravata da priorità di risanamento per essere percepita come segnale di vera controtendenza. Resiste pertanto , irriducibile agli appelli, la determinazione di una parte degli elettori che si ripropone di non andare a votare. Non so in che modo costoro pensino di trasformare la non scelta in una forma di incisiva protesta ma non importa, finchè si è in campagna elettorale le incertezze sono oggetto di attenzioni e offerte speciali come usa fare con i compratori difficili nei migliori  negozi ma a partire da lunedì, il dato dell’astensionismo subirà il consueto trattamento : qualcuno osserverà  che la disaffezione sta raggiungendo livelli europei o statunitensi, dopodichè – mal comune mezzo gaudio – si passerà ad altro contendere. L’attribuzione dei seggi, del resto, è un meccanismo che  l’astensione non riesce a scalfire in alcun modo, perchè insistere, da parte dei commentatori e dei politici, con la disanima di quel che poteva essere e non è stato ? Ad ogni buon conto, chi decide di non votare merita egualmente rispetto, inutile agitare gli spettri della democrazia in pericolo, non perchè il rischio non sia concreto, come è logico in un paese come il nostro in cui  la tentazione autoritaria trova sempre un terreno accogliente e sempre  è in agguato, ma perchè chi rifiuta di avvalersi di un istituto democratico, mette in conto ogni rischio connesso. Personalmente amo scegliere e men che meno rinuncerei alla possibilità seppur remota di contare, poi,  per quel che vale la mia esperienza, più difficili sono le condizioni , più controversi e articolati appaiono i termini della mia adesione a questo o a quel progetto, più risulta evidente che la realtà è  tale da rendere la mia scelta necessaria . Oggi dire no alla destra può sembrare riduttivo ma dire no a questa destra e al suo designato Premier, corrisponde già ad una bella e propositiva affermazione. La rivoluzione culturale indispensabile alla sconfitta del modello sociale imperante, non si fa con il voto ma nemmeno senza. E se interrogando tutte le perplessità afferenti a questa nostra, al momento, unica possibilità di  modificare un corso degli eventi che sembra oramai così irreversibilmente disegnato,non troviamo motivazione sufficiente,  pazienza . Quanto a salvarsi l’anima non è materia in cui mi sento particolarmente preparata.Vado a votare con dubbi che non da un giorno,  sono divenuti talmente parte di me che a momenti nemmeno mi accorgo di averne ma una certezza la coltivo  e mi piace oggi  farla valere :  Veltroni si può cambiare. Berlusconi no.

I care

I care

Mi sta a cuore. Più efficace traduzione del motto dei giovani americani migliori , Don Lorenzo non avrebbe potuto trovare . Nella selva di metafore e slogan politici che hanno attraversato gli ultimi  anni, l’ I care  mantiene integra la sua forza, un po’ perchè filo conduttore di un’esperienza Unica quale è stata Barbiana ma soprattutto perchè I care stimola l’istinto dello scatto in più rispetto al nostro abituale essere o meno d’accordo su di un’idea o su un progetto. I care. E corri con la mente subito a cosa puoi fare, perchè se ti sta a cuore davvero qualcosa, il solo Pensiero non può essere sufficiente a contenere la determinazione di quell’istinto. Ma non è tutto .  Don Lorenzo per esempio, ancora testimonia come essere dalla parte degli Ultimi significhi in realtà volere molto altro. Giustizia, equità, stesse opportunità per ciascuno. In una parola : Democrazia. Ancora quell’esperienza indica con chiarezza quanto sia aspro il cammino di chi si mette per traverso, magari perchè semplicemente s’interroga, coltiva o insinua dubbi e con questa piccola operazione si costruisce un’etica che di questi tempi equivale a mettere le bombe sotto la carrozza del tiranno, ovvero perchè direttamente contrasta interessi, o mette in dubbio poteri costituiti. Il Partito Democratico che ha preso l’avvio da Barbiana, ha espresso l’ambizione d’interiorizzarne lo spirito. E’ tuttavia lecita ogni perplessità e  senso di scoramento che accompagna il voto di domenica. Non può essere sufficientemente motivato chi vede ancora  irrisolte le grandi questioni che assillano la vita di questo Paese, ne’ l’aver avuto in Romano Prodi l’artefice del risanamento potrebbe di per sè attenuare la delusione, quando non il peso dell’insistere di effettivi disagi. L’astensione non è una scelta che mi è congeniale ma capisco chi ne è tentato.Il Partito Democratico non ha potuto ancora offrire di sè una visione certa, ne’ una prova dei fatti tale da poter essere considerato una garanzia effettiva. C’è molto di detto e scritto, ci sono i programmi, le liste, i dibattiti, la stampa, la generosa partecipazione di molte donne e di molti uomini, ma un partito non si può giudicare dalla campagna elettorale ne’ dalle scelte , seppur felici, ad essa connesse.Troppo poco per le aspettative deluse e per il conseguente bisogno di concretezza degli elettori. Troppo poco per capire come e se, l’idea di sintesi tra diverse sensibilità riuscirà a materializzarsi in un progetto comune che sia laico e improntato al valore irrinunziabile della Giustizia Sociale. I partiti si giudicano alla prova dei fatti. E fin qui il Partito Democratico  ha potuto solo esprimere promesse, dichiarazioni d’intenti : Parole. E anche se la gente di Roma ha trovato in Veltroni sindaco, l’amministratore che ogni capitale europea meriterebbe, ciò non è ancora sufficiente a confortare dubbi e disillusioni. Noi possiamo argomentare quanto vogliamo con gli elettori indecisi, presentare programmi e chiarire dubbi , motivare, ove ce ne fosse bisogno, alcune scelte del Partito Democratico dalle Primarie fino alla compilazione delle liste passando per le prove di dialogo sulla riforma elettorale, quanto poi a presentare Berlusconi come un reale pericolo per la Democrazia, non si fatica nemmeno troppo, in ogni piega dei suoi discorsi, è contenuto un pesante disprezzo per le istituzioni, un’idiosincrasia per le regole, particolarmente per quelle che potrebbero contrastare quel modo rapace di fare impresa di cui è campione indiscusso. Si può votare contro e in questo caso specifico  il contro sarebbe già un’affermazione ben definita ma si dovrebbe anche votare per un’idea di futuro che si stima essere la migliore e che appassiona. Quale che sia l’idea, noi sappiamo si dovrà confrontare con le persistenti anomalie di questo Paese : una destra con tentazioni autoritarie oltre il consentito e che non svolge il ruolo  liberista che le sarebbe proprio, una parte di sinistra che  cerca di sopperire alla carenza con quel che ne consegue in termini di confusione , mentre l’altra parte, poco incline a gestire il proprio rapporto con il potere, sembra destinarsi a quella perenne testimonianza che, almeno altrove, ne ha invariabilmente assottigliato le fila. In mezzo tutto l’ individualismo e il corporativismo che il tempo che passa sembra acuire e che impedisce la formazione di una coscienza del Bene Comune.  Alla fine di tutto, quel che si può chiedere agli elettori è sempre un (ennesimo) atto di fiducia verso una forza politica che si spera abbia conservato nel proprio DNA uno dei tratti distintivi del proprio passato e che a più riprese ha sempre offerto un contributo essenziale per combattere la disgregazione in questo Paese. Andiamo a votare, non mi pare ci sia altra scelta se non tornare ad attivare la Speranza. I care. Nonostante tutto, molto ci sta ancora a cuore. Veltroni si può cambiare. Berlusconi no.

barbiana40Nelle illustrazioni c’è l’aula di Don Lorenzo Milani a Barbiana , il perchè la visione di questi ambienti, abbia su di me, che non sono nemmeno credente, un forte impatto, rimane un mistero

Un esercito all'altar ! (vecchia canzone in onore di Pio XII)

Un esercito all'altar ! (vecchia canzone in onore di Pio XII)

baptpiero della francesca

Mi piacciono tutti quei laici, atei, agnostici e senzaddio che, per coglierne le contraddizioni, mai perdono l’abitudine di spiegare ai cattolici intransigenti quale sia la reale essenza del cristianesimo, religione di pace, fratellanza e amore le cui manifestazioni , retaggio di intimi rapporti col Trascendente, pretenderebbero più adatte alle Porziuncole che al Colonnato del Bernini. Un bell’ardire con un Pontefice che non manca di sollecitare la Presenza Cristiana nella vita civile e che a Regensburg, più che dare del malvagio a  Maometto,  ha precisato che il sentimento religioso non è un’esperienza privata e che i cattolici ne devono rendere testimonianza pubblica, altrimenti cattolici non sono. E la pubblica testimonianza non è affare da luoghi del silenzioso meditare. E’ roba da piazza, da aule  parlamentari, da campo di Marte. Così, più che stupirmi della solennità – Durante le celebrazioni pasquali! In San Pietro! Officiante Sua Santità! – e del rilievo mediatico – se non fosse stato decisamente pericoloso oltre che  fuori stagione, il catecumeno avrebbe trascinato Benedetto sulle rive del Giordano e vi si sarebbe immerso nudo e crudo – , mi meravigliano le altrui meraviglie . Cosa ci aspettavamo? Una cerimonia in famiglia? Con tutto quel trambusto che storicamente ha sempre accompagnato la conversione dell’ Infedele ? Evvia.. ora becchiamoci questo neo investito combattente dello scontro di civiltà. Posso immaginare cosa farà quando riceverà – se non l’ha già ricevuta – la Cresima . Soldato di Cristo. Mica bruscolini. Qualcosa però non va per il verso desiderato  se ne’ Haaretz,  ne’ Al Jazeera,  concedono il benchè minimo spazio agli entusiasmi neofiti del giornalista più scortato in Europa. Come se non bastasse, Mario Scialoja consigliere della Grande Moschea di Roma e  Izzedin El Zir portavoce di quell’Ucoii spesso tacciata di oltranzismo, hanno entrambi dichiarato di rispettare la libera scelta del convertito. Ancora un po’ e gli regalavano la medaglietta commemorativa. Non sono poi tutti uguali, questi seguaci del Feroce Saladino.  Una vera disdetta per chi non aveva fatto in tempo a detergersi l’acqua santa dalla fronte  che già correva a far professione di vittimismo preconizzando reazioni sconsiderate del mondo arabo e, a cascata,  future persecuzioni e prossimi martirii (altri privilegi, altre scorte…) . E vabbè.. la sua paranoia dovrà accontentarsi di Al Quds al Arabi,  quotidiano panarabo di Londra che per la verità ce l’ha più col Papa che con altri  o dell’egiziano  al  Masri el yom  che fedele alla linea editoriale consueta, ha confermato che Magdi Allam è una spia dei servizi segreti e buona notte. Altri furori –  Al Arabiya o Asharaq Alawsat – si sono potuti registrare ieri l’altro…ma insomma niente di particolarmente sulfureo. Sono, tutto sommato, assai più minacciosi gli argomenti esposti sul Corriere dallo stesso Allam, che poi , musulmano o cristiano, restano quelli di sempre.

In alternativa possiamo contemplare la bellezza di questo Piero della Francesca