Salvarsi l'anima
Siccome le campagne elettorali si fanno per prendere i voti e non per salvare l’anima agli elettori , difficilmente la Politica, nell’ accezione più alta del termine, esce valorizzata da questi tours de force, miglior tratto distintivo dei quali, bene che vada, è l’ossessiva ripetitività di frasi a effetto. Ottimistica e un filin velleitaria , sembrerebbe pure , in tali circostanze, la ricerca di brandelli residui di spinte ideali,magari da rinvenirsi nei temi dell’assicurazione alle casalinghe o della destinazione dell’extragettito. Manco lo staff di Obama il Trascinatore, riuscirebbe nell’impresa. Era fatale del resto, che nella stagione delle aspettative disattese, la vera Mission Impossible sarebbe stata riaccendere le speranze. Da questo punto di vista , Veltroni con i suoi tentativi di Nuovo che Vorrebbe Avanzare, ha già compiuto alcuni piccoli miracoli in termini di risveglio dell’ attenzione e di rimessa in gioco di Possibilità che francamente sembravano smarrite. Tuttavia, per alcuni, ciò non è ancora sufficiente a concedersi il lusso di una rinnovata fiducia, quella vecchia si è incrinata nella precedente esperienza di governo, troppo breve e troppo gravata da priorità di risanamento per essere percepita come segnale di vera controtendenza. Resiste pertanto , irriducibile agli appelli, la determinazione di una parte degli elettori che si ripropone di non andare a votare. Non so in che modo costoro pensino di trasformare la non scelta in una forma di incisiva protesta ma non importa, finchè si è in campagna elettorale le incertezze sono oggetto di attenzioni e offerte speciali come usa fare con i compratori difficili nei migliori negozi ma a partire da lunedì, il dato dell’astensionismo subirà il consueto trattamento : qualcuno osserverà che la disaffezione sta raggiungendo livelli europei o statunitensi, dopodichè – mal comune mezzo gaudio – si passerà ad altro contendere. L’attribuzione dei seggi, del resto, è un meccanismo che l’astensione non riesce a scalfire in alcun modo, perchè insistere, da parte dei commentatori e dei politici, con la disanima di quel che poteva essere e non è stato ? Ad ogni buon conto, chi decide di non votare merita egualmente rispetto, inutile agitare gli spettri della democrazia in pericolo, non perchè il rischio non sia concreto, come è logico in un paese come il nostro in cui la tentazione autoritaria trova sempre un terreno accogliente e sempre è in agguato, ma perchè chi rifiuta di avvalersi di un istituto democratico, mette in conto ogni rischio connesso. Personalmente amo scegliere e men che meno rinuncerei alla possibilità seppur remota di contare, poi, per quel che vale la mia esperienza, più difficili sono le condizioni , più controversi e articolati appaiono i termini della mia adesione a questo o a quel progetto, più risulta evidente che la realtà è tale da rendere la mia scelta necessaria . Oggi dire no alla destra può sembrare riduttivo ma dire no a questa destra e al suo designato Premier, corrisponde già ad una bella e propositiva affermazione. La rivoluzione culturale indispensabile alla sconfitta del modello sociale imperante, non si fa con il voto ma nemmeno senza. E se interrogando tutte le perplessità afferenti a questa nostra, al momento, unica possibilità di modificare un corso degli eventi che sembra oramai così irreversibilmente disegnato,non troviamo motivazione sufficiente, pazienza . Quanto a salvarsi l’anima non è materia in cui mi sento particolarmente preparata.Vado a votare con dubbi che non da un giorno, sono divenuti talmente parte di me che a momenti nemmeno mi accorgo di averne ma una certezza la coltivo e mi piace oggi farla valere : Veltroni si può cambiare. Berlusconi no.
Un pensiero su “Salvarsi l'anima”
La tua chiusa è perfetta. Un piccolo omaggio da consegnare ai tanti disinnamorati (o peggio) del “tanto sono tutti uguali”.
E no, le storie umane, le esperienze vissute contano. Come conta chi si è frequentato e chi ci si è messi a fianco.