Sfogliato da
Categoria: Uncategorized

Fare pulizia

Fare pulizia

Iveco14Dicevano le Black  Panthers : o sei parte del problema o sei parte della soluzione. Non ho dubbi che i giovanotti che hanno sottratto al servizio pubblico quest’autobus per enfatizzare i blocchi alla discarica nei pressi di Pianura , siano parte del problema.Insieme a quelli che incendiano i rifiuti o pagano i rom perchè lo facciano, anche loro sono parte del problema.

Rifiuti18

A questo punto non rimane che scegliere ed è più semplice di quanto sembri . Un movimento che seppur involontariamente si espone a  infiltrazioni da parte  della malavita, qualsiasi diritto rivendichi,deve fare un passo indietro e interrogarsi.Il diritto alla salute o è di tutti o non è .E mentre ci si oppone alla discarica legale,un’intera città galleggia in un mare di rifiuti che certo salutari non sono.Scegliere  da quale parte stare è il nodo : se essere parte del problema o parte della sua risoluzione è la priorità . Dopo, si potrà dare corso ai redde rationem,alle dimissioni,allo scaricabarile e a tutte le considerazioni tecnico politiche del caso.Prima però,bisogna fare pulizia.

Non accettiamo provocazioni (innovazione tecnologica)

Non accettiamo provocazioni (innovazione tecnologica)

Ma che cosa significa la moratoria, in termini di realismo politico?
E’ molto semplice. Ai governi occidentali e a chi ci può stare nel resto della terra si chiede di sospendere ogni politica che incentivi la pratica eugenetica, in particolare quella fondata sull’aborto selettivo per sesso o per disabilità. E questo è un obiettivo degno dello stesso impegno messo nella lotta per sospendere l’esecuzione della pena di morte legale. Il secondo obiettivo è affermare la libertà di nascere come uno dei diritti fondamentali dell’uomo, inscrivendolo nella Dichiarazione universale in base alla quale furono costituite le Nazioni Unite. Sono due grandi mete intrecciate tra loro, il no all’eugenetica e la libertà di nascere, che possono essere indicate come un programma civile, politico, etico e umanitario schiettamente indipendente da ogni valutazione confessionale.

Giuliano Ferrara da il Foglio del 3 gennaio 2008.

chaplin

Può essere che io non sappia più cosa sia l’eugenetica ma nemmeno a rivoltarla come un calzino, la legge 194 contiene incentivi sia per detta pratica  che per quella fondata sull’aborto selettivo per sesso e per disabilità. Fuori dei casi previsti dall’interruzione volontaria entro i 90 giorni la legge ammette aborti tardivi : (art.6)

a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;

b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

E in questi casi  sempre la legge prescrive che : (art.7)

Quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l’interruzione della gravidanza può essere praticata solo nel caso di cui alla lettera a) dell’articolo 6 e il medico che esegue l’intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto.

E comunque dati alla mano stiamo parlando di aborti effettuati oltre i 90 giorni dal concepimento nella misura del 2,6%. Quelli dopo 20 settimane, lo 0,7. In cifra assoluta, 892 casi. E’ fin troppo evidente che le misure contenute nella 194 sono esclusivamente  volte alla tutela della salute della madre e del bambino.Tutto l’iter poi  è governato obbligatoriamente dalla struttura sanitaria pubblica che valuta le circostanze con estrema accortezza e salvo nei casi d’urgenza (imminente pericolo di morte della madre) procede all’intervento dopo numerosi passaggi diagnostici che non escludono l’intervento a supporto di medici specializzati.La trama è talmente fitta da non lasciar spazio a leggerezze.Non si capisce allora il perchè delle ansie di Bondi rispetto alle sorti dei feti abortiti vivi. A meno di pensare che l’innovazione tecnologica con le diagnosi precoci non induca le donne ad abortire perchè il pupo si presenta con gli occhi neri invece che blu. Passi per la scarsa considerazione del genere femminile ma allora i medici? Non sono forse loro che comunque accompagnano il percorso, intervistano visitano, informano e infine,sempre secondo la 194, autorizzano l’intervento?Anche loro rischiano l’ingaggio nella fitta schiera dei selezionatori della razza?

Che inutile dibattito. Come tutta questa campagna che si vorrebbe addirittura internazionalizzare equiparandola a quella condotta con successo sulla pena di morte,appare invece sempre più pretestuosa, rivolta a destabilizzare i precari equilibri interni, quelli della compagine governativa ma anche quelli del Partito Democratico prova ne è che Giuliano Ferrara, continua a sollecitare risposte da Veltroni e anche dopo la risposta piccata di Alfredo Reichlin, presidente della commissione valori del PD, insiste con la richiesta di una presa di posizione del segretario. Ecco qui che sulla capacità di autodeterminazione delle donne e sulla laicità dello Stato si registra l’ apertura di nuovi fronti,si sparge nuovo veleno sperando in una radicalizzazione che porti divisioni,che inquini il dibattito quello vero, aperto tra credenti e non credenti una modalità della quale la legge 194 è stato l’emblema .Con la scusa dell’innovazione tecnologica e dei tempi che sono cambiati, si prepara il terreno per un ritorno al passato,a tempi oscuri a conflitti riduttivi ed inutili tra clericali e anticlericali.Non accettiamo provocazioni.

In catene

In catene

Ingrid ok39

L’anno si chiude con l’immagine di Ingrid Betancourt perchè come dice Francesco Guccini nella ballata che le ha dedicato, noi non potremo dirci liberi finchè non sarà stata liberata lei . Quando fu rapita il 23 febbraio del 2002, era candidata per la Presidenza con Oxigeno Verde, il partito del quale è stata fondatrice. Stava cercando di raggiungere San Vincente del Caguàn per incontrarne il sindaco, attraversava una zona divenuta pericolosa a causa della rottura dei negoziati tra l’allora presidente Andrés Pastrana e i narcocomunisti delle Farc (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia , utopisti del niente , come da efficace definizione Gucciniana). La sua biografia, La rabia en le corazon  del 2000 , uscita in Italia per Salani col titolo Forse mi uccideranno domani , ci consegna un’immagine differente da quella che i media colombiani amavano dare raffigurandola come un’estranea, vissuta più all’estero che in patria , con  alle spalle  un’ infanzia privilegiata nella sontuosa abitazione parigina della sua famiglia ,  dov’erano habituée Garcia Marquez e Neruda e una giovinezza  brillante trascorsa negli ambienti diplomatici tra Europa e Stati Uniti.Tutto vero naturalmente come era vero che il modo migliore per minimizzare il senso del suo mandato di senatrice e gettare ombra sulla campagna presidenziale tutta incentrata sulla lotta alla corruzione era quello di presentare Ingrid come una Juana de Arco esaltata, innamorata di se stessa, dei colpi di scena mediatici, amata dai francesi per i suoi modi impeccabili e il suo accento perfetto e per aver lasciato credere a tutto il mondo – come osservava acidamente la Semana poco prima del rapimento –  di essere l’unica persona onesta in tutta la Colombia. In realtà Ingrid è un osso duro , lo dimostrano le mille occasioni, dagl’incarichi pericolosi per conto del Ministero delle Finanze colombiane presso il quali era impiegata, nelle enclavi dominate dai signori della droga, alle battaglie politiche e alle denunce di corruzione ,finanziamento illecito e omicidio contro l’allora presidente Ernesto Samper, intraprese come senatrice, ai ben cinque tentativi di fuga dalla prigionia delle Farc, in cui ha dimostrato di avere un coraggio senza pari. Il resto della storia è fatto di una sequela di mediazioni,tentativi di scambio di prigionieri ogni volta falliti e di un movimento internazionale che chiede la liberazione di Ingrid e di tutti gli ostaggi detenuti dalle Farc.Se il rapimento ha interrotto la carriera politica di Ingrid, ne ha però rafforzato il personaggio fino a farne un simbolo, l’ispirazione di film, siti internet e libri. Cittadina onoraria di più di mille città del mondo, continua a non godere della stessa considerazione in patria, dove solo da poco tempo i media hanno imparato a parlarne  con obiettività. E’ l’unica parte del mondo in cui non la rispettano conclude desolata Yolanda Pulecio, sua madre.

Chiamiamolo destino

Chiamiamolo destino

Ci sono foto dell’esilio londinese di Benazir Bhutto che la ritraggono in abiti europei, qualcuna persino in vacanza al mare. A guardarle adesso,  vengono  in mente banalità del tipo  chi glielo ha fatto fare. Perchè Benazir Bhutto sapeva che il suo, chiamiamolo destino, era segnato, che altissimi sarebbero stati i rischi che avrebbe comportato il suo ritorno in Pakistan ma sapeva anche di non poter fare a meno di tornare,di dover correre quei rischi. Non basta avere la laurea eccellente conseguita in una celebrata università , non basta provenire da una delle famiglie politicamente più importanti sulla scena mondiale, servono generosità e senso del dovere. Erano quelle doti a fare la differenza. Donna, leader, musulmana, capace di vivere senza imbarazzi a occidente come a oriente, dunque vittima designata ed emblematica di tutti gli integralismi. C’è probabilmente meno speranza per il Pakistan adesso.Ma Benazir non può non rappresentare una crepa profonda in quel complicato sistema di potere,ambiguità,religione,malaffare che è il suo paese.E questo è un ruolo che continuerà a svolgere. Comunque.

Fare parte della vostra vita…

Fare parte della vostra vita…

A_Christmas_Carol_frontpieceAnche se mai mi accollerei l’onere della militanza sul fronte antagonista,  a me il Natale non piace.Diciamo che lascio correre e che nel tempo ho imparato a schivarne il clima dribblando con consumata destrezza, la folla, gli orari di punta, le tartine sul pane freddo col salmone bisunto o i brindisi col frizzantino acidulo, in agguato un po’ per ogni dove , dai vicini di casa ai condomini del palazzo di studi e uffici  dove ho  l’altra casa. La verità è che il Natale è una grossa Fabbrica di Emozioni, di Ricordi d’Infanzia, di ritrovamento di Radici e Identità a buon mercato. Se si pensa a quanta difficoltà comporta il vivere vere emozioni soprattutto se inattese e che ingrato lavoro sia la ricerca di se stessi nella ricostruzione della propria storia, tutto questo clima zompettante e festaiolo risulta incomprensibile. Ma in questi giorni funziona un po’ come al cinema : basta una vicenda che sconfigge  miracolosamente una trama ricca di contrasti , l’abbraccio degli amanti o il riscatto degli Umiliati, le luci giuste e la discesa in campo di tutti gli archi dell’orchestra ed è fatta : le lacrime inondano la platea.Sono trucchi studiati a tavolino . Sono nei film di  Bergman come in quelli di Steno. Per questo mi insospettiscono più le facce emozionate davanti alle luci, ai canti e allo sciogliersi della cera che l’atmosfera generalmente godereccia e consumistica che infondo è, ne’ più ne’ meno, quanto ci si attende da una vera Fabbrica che ha a cuore il compimento  della propria missione aziendale.Il normale esito di un’operazione di marketing . In conclusione , questo è un periodo di moratoria, tanto per utilizzare  un termine di attualità, in cui è vietato pensare a brutture e tristezze e dove invece è d’obbligo ricomporre litigi, sciogliere le tensioni, ritrovare le persone di cui abitualmente ci si dimentica. Forse è questa obbligatoria  pianificazione delle contraddizioni che non mi torna . Ad ogni buon conto ,inutile è il contestare, men che meno partecipare al generale imbambolamento. Meglio sottrarsi . Però di auguri mi pare di avere sempre bisogno e quindi ricambierò , con calma , quelli di quanti mi hanno qui, o nei messaggi privati, onorata della loro attenzione :

Fare parte della vostra vita è stata un’esperienza bella ed istruttiva. Grazie di cuore. Sed