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A forza di essere vento

A forza di essere vento

romEva , Danchiu, Lenuca e Dengiu, bruciati vivi  in una baracca sotto un cavalcavia a Livorno, non meritano la stessa indignazione e la stessa enfasi con la quale ,in questi giorni, in nome di Giustizia ,si tacciano di complicità con gli assassini e i malfattori, Magistrati che compiono il proprio dovere . Eppure questi quattro ragazzini sono l’incarnazione dell’Ingiustizia più odiosa e insopportabile : quella che deriva da povertà ed emarginazione.Disprezzati e allontanati da tutti,rimosse le loro condizioni di vita,ridotti al rango di fastidioso problema, saranno fin da domani , ulteriormente oltraggiati dai se e dai ma che da sempre accompagnano le considerazioni sul popolo rom. Se così sarà, il loro degrado non sarà molto dissimile al nostro.Una critica radicale alla Società non può prescindere dalla condanna del razzismo e dell’emarginazione sotto qualsiasi forma si presentino.Qualcuno ha rivendicato Giustizia per Eva, Danchiu, Lenuca e Dengiu ? Chi pagherà per queste povere vite?

La febbre dell’oro

La febbre dell’oro


“In un mondo moderno di carta moneta e finanza non c’è alternativa ad una moneta governata, che lo si voglia o no; la convertibilità con l’oro non modifica il fatto che il valore dell’oro in sé dipende dalla politica delle Banche Centrali. … In definitiva, il gold standard non è che una barbara reliquia.” John Maynard Keynes

A dirla tutta,  l‘oro è un metallo abbastanza inutile. La maggior parte della produzione   (stimata in circa 140
mila tonnellate) è custodita nei forzieri delle banche centrali. Solo una piccola parte (10 mila tonnellate) è nelle mani dei privati che lo ritengono il bene rifugio per eccellenza.
Nonostante ciò, l’idea della riserva aurea, continua ad esercitare un notevole appeal ed è bastato che l’ipotesi di una eventuale vendita di parte dell’oro custodito nei sotterranei di palazzo Koch, inducesse  il premier a dichiarare opportuno il discuterne, che la bagarre sulla dismissione del patrimonio ( così è stata definita l’operazione) si scatenasse sfiorando in alcuni casi il ridicolo a suon di buon padre di famiglia ( è il termine con il quale ancora si definisce l’amministratore saggio ed oculato).Germania, Francia, Olanda ,Svizzera, Gran Bretagna hanno venduto il loro oro senza  gli ampi dibattiti e le boutade di casa nostra (l’opposizione si è prodotta in una serie di gag da vero avanspettacolo) e senza che Bruxelles avesse nulla a che ridire. Pertanto in teoria, non ci sarebbe nulla di stravagante se il governo decidesse la vendita per ridurre il debito pubblico o per  altri altri nobili scopi – welfare, sviluppo – emersi in questi giorni.Il nodo magari sarebbe un altro e cioè che il ridimensionamento del debito si dovrebbe affrontare in primis con l’impegno ad una serie di tagli alla spesa pubblica, del che, non v’è traccia nell’ultimo documento di programmazione economica e finanziaria (anche se il Governo si è impegnato a correggere il tiro a settembre).Se così non fosse, la vendita dell’oro ridurrebbe il debito solo virtualmente spostando di qualche tempo il momento della resa dei conti.Finchè la spesa pubblica continuerà a correre non ci saranno misure vincenti.Prima si ricostituisca l’avanzo primario azzerato dai fantasisti Tremonti & Berlusconi e in parte ricostituito da un recente incremento delle entrate e poi si rimetta in discussione la vendita della barbara reliquia.

Nell’illustrazione : Il salone dorato di Palazzo Koch a Roma

Stessa identica pasta

Stessa identica pasta

L‘Uno  pensa che l’omosessualità sia il tratto caratteristico  di una razza e reclama la pulizia etnica, l’Altro non conosce la differenza tra rivendicazione e istigazione all’odio e come se non bastasse, è puerilmente convinto che l’ingiustizia sociale sia la conseguenza di una legge.La pasta è la stessa : l’Ignoranza ad ampio spettro :  quella che dall’uso improprio della lingua, passando per il pressappochismo e il disprezzo dei propri simili, finisce con l’essere ostacolo di crescita civile e sociale. I precari e gli omosessuali dovrebbero ringraziare rispettivamente Caruso e Gentilini per la Sensibilità e per l’impareggiabile contributo offerto alla possibilità di questo Paese di affrancarsi dalla barbarie.

Profondità illusoria (due giorni a Palazzo Spada)

Profondità illusoria (due giorni a Palazzo Spada)

palazzo spada

A Palazzo Spada oltre che la bellissma  Quadreria ( tre saloni di dipinti e piccole sculture nella tipica sistemazione settecentesca ) c’è la Biblioteca del Consiglio di Stato.Le due giornate impiegate in una ricerca per motivi professionali, sono state anche l’occasione per apprezzare la Galleria Prospettica del Borromini  visibile al di là della vetrata della Sala delle consultazioni.Lavorare al cospetto degli effetti ingannevoli ( la galleria sembra essere lunga una cinquantina di metri invece che i nove effettivi) tanto amati dal cardinale Bernardino Spada (altri stratagemmi illusionistici sono presenti negli affreschi delle sale ai piani superiori) è stata un’esperienza piacevole e finanche vacanziera se si pensa alla possibilità di prendersela comoda, organizzare i tempi e dividersi, nelle pause, tra la  quadreria con i Guido Reni e i Gentileschi e i bar intorno a Piazza Farnese.Il divieto assoluto di scattare foto mi ha impedito di conservare un ricordo personale di queste due giornate trascorse nel silenzio perfetto di un luogo austero con vista su un’ambiziosa quanto illusoria ( e vagamente ridicola a ben pensarci ) fuga di colonne. (nell’illustrazione la prospettiva ripresa dalla biblioteca)

Le costole di Adamo ( Zia, cos'è lo scalone?)

Le costole di Adamo ( Zia, cos'è lo scalone?)

Non è vero che in certi momenti tutta la vita ti passa davanti.Nei pochi secondi che trascorrono tra il colpo e la consapevolezza di avercela fatta, non c’è posto per  il cinemascope autobiografico , c’è da uscire dalle lamiere e pensare agli altri.Meno male alle cinture, agli airbag (ma quanti sono?) e al fatto che a casa mia i bambini viaggiano sul sedile posteriore fino a venticinque anni.Così lei, la nipotina, ed io, fuori citta, di ritorno da un compleanno , ce la siamo cavata,tutto sommato, con poca spesa : qualche livido, un po’ di paura, tre costole rotte,la macchina distrutta e i programmi estivi da rivedere. Incolpevole io (non me lo sarei mai perdonato). La piccola fortunatamente illesa  - Zia, cos’è lo scalone ? – aveva chiesto qualche secondo prima del botto.