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Riabilitiamo (gente di Roma)

Riabilitiamo (gente di Roma)

flora

Essendo nella mia città, non so nulla dell’ospitalità (notturna) dell’Hotel Flora.Posso solo dire ogni bene  del roof garden, fiorito ma senza eccessi (nella foto) e della bellissima vista, nonchè del ristorante che in onore a Fellini si chiama Cabiria.Chi ricorda il film potrà fare, con quanto accaduto, associazioni assai più divertenti ironiche e creative di quelle che ho letto e sentito in questi giorni sulle donne di Roma e sul loro rapporto, diciamo con il potere.Rapporto che nei secoli  è stato educato sotto le migliori teocrazie al mondo (altro che Palazzi) e che ha fatto di noi quel che siamo ..indifferenti strafottenti e pigre. O ironiche come diceva quello ..le ironiche signore romane che danno cene sulle terrazze.(e che escludono certi onorevoli provincialotti e volgaroni)

A proposito di quei signori

A proposito di quei signori

I conti tornano se alla prevedibile iscrizione nel registro degl’indagati per cessione di stupefacenti (i racconti degl’interessati sono in contraddizione) si aggiunge l’omissione di soccorso.Un fatto questo che, tirando fuori l’episodio dall’ambito  della storiella con la quale darsi di gomito tra Montecitorio, le palestre,le saune e i ristoranti di onorevole frequentazione,  lo destina direttamente a quello del codice penale.

Tanto è stato pronto il deputato ad autoaccusarsi,a dimettersi  a rilasciare dichiarazioni, quanto ha esitato al momento di prestare aiuto ad una persona che stava male. Così nell’incertezza, si è tolto dagl’impicci chiamando il Concierge. E la signora è finita nell’ accettazione di un ospedale a poche centinaia di metri, scaricata come una cosa ingombrante e fastidiosa.

E’ molto difficile mettere le mani in questa vicenda epurando rabbia e  moralismo dal contesto ed il motivo è piuttosto semplice. Noi siamo giustamente arrabbiati con Mele ed il suo partito che si sono opposti al riconoscimento delle coppie di fatto ( lo stesso vale per tutti i temi impropriamente detti sensibili ) adducendo motivazioni non politiche ma di ordine morale e religioso.

Così oggi, per contestare politicamente il suo pensiero , mostriamo l’ipocrisia di un comportamento mettendone in luce le contraddizioni. E’ un grave errore .Rischiamo cioè di scendere,trascinati da forza d’inerzia, sul medesimo terreno che la parte politica di Mele  adotta . Potenza di un avversario  tanto più forte di quello che sembra.

Il compito di un eletto è registrare le istanze della società che cambia e regolarne l’andamento per evitare storture,ingiustizie,dilagare incontrollato di fenomeni che generano illeciti .Questa è l’inadempienza grave di Mele, non l’inosservanza ad una Morale che non ha niente a che vedere con la Legge ne’ con la Politica e che per certi versi non è nemmeno condivisa.Non essendo poi Mele una figura istituzionale, rappresenta tutti coloro che hanno votato il suo partito in quel determinato collegio , è a loro semmai che deve risposte in ordine alla coerenza.

Ciò che avviene tra adulti consensienti, per quanto faccia  inorridire sotto il profilo del mercimonio o d’altro, è un  problema che riguarda esclusivamente gl’interessati. Si sta facendo una po’ di confusione tra etica e morale  a tutto vantaggio di una concezione  che vorrebbe i deputati  irreprensibili o portatori sani di comportamenti esemplari.Quali siano poi questi comportamenti  e chi  stabilisce a quale Morale debbano essere improntati,non è dato sapere.

A chi interessò  la verità sulla morte di  Wilma Montesi ? A nessuno,tantomeno ai politici che fecero a gara per buttarsi addosso la croce dell’immoralità e poi si precipitarono a insabbiare il tutto.Qui a distanza di più di cinquant’anni rischiamo di stigmatizzare la seratina dell’onorevole e di tralasciare le vere manchevolezze.Soprattutto, nelle pieghe di questi episodi che tanto ci fanno discorrere con abbondanza di aggettivazioni ed offese (naturalmente alle signore ) si svuotano di significato, l’istituto delle dimissioni che è divenuto un omnibus autoassolutorio (così non dovrebbe essere)e quello della Rappresentanza (grande lapsus collettivo per cui tutti si sentono in dovere di reclamare coerenza).Infine ho il vago sospetto che l’onorevole, libero di cenare in ristoranti presunti ottimi,prenotare suites , chiamare Concierge,fare regalini,ci piaccia più di quanto non siamo disposti ad ammettere.

Stile fine di ogni decennio

Stile fine di ogni decennio

via veneto

Inutile scomodare Jankso,  più che Vizi privati e pubbliche virtù, questa potrebbe essere catalogata come La tragedia di un uomo ridicolo,  anche se nella fattispecie, il film di Bertolucci tornerebbe utile solo per il titolo. In entrambi i contesti tuttavia, l’aura tragica dei personaggi, ne esplicita la motivazione interiore, determinandone la grandezza. Qui  siamo alla Realtà che corre dietro alla propria Rappresentazione e l’aura è andata a farsi friggere insieme al senso della misura. Ricapitolando :  Il ristorante è quello in auge alla fine dei 90th, l’hotel lo è stato alla fine dei 50th e il tipo di convegno, compreso epilogo di corsa all’ospedale, andava per la maggiore alla fine dei 70th, l’intera cornice ,tra fasto  e tragressioni a tassametro, rievoca gli 80th .Se non ci fosse a casa, una donna in procinto di partorire, l’episodio non meriterebbe nemmeno di essere menzionato.Anche lei, purtroppo, fa parte della messinscena  e tra tutti, è il personaggio più indifeso.Signora,salti fuori dalla gravitazione universale,non conceda l’happy end ,faccia nascere il bambino e poi assesti a questo cafone un bel calcio nel sedere.Riabiliti questa pellicola con un atto di coraggio.Chiunque lei sia,merita di più di un marito insensibile che oltretutto pare il compendio dei più brutti film mai prodotti in questo paese.

Nell’illustrazione Via Veneto

Amore tra le rovine

Amore tra le rovine

ColosseoRomanticissimo – location poco poco decadente ma quelli sono gusti – è il bacio di notte sotto la luna e all’ombra della madre di tutte le rovine.


Niente ponentino (posso confermare) ma egualmente l’Incanto assicurato da cipressetti, fasci di  luci morbide sul monumento  e da storici lampioni dislocati qua e là.

Loro due, nella notte stellata.

Un bacetto è pressocchè d’obbligo. Focoso?Audace? Sulla spalla? Sul petto?.

E che sarà mai…Si nun sei pratico p’aregge i moccoli…ammonisce una vecchia canzone, in certi posti nun ce passà.

Vallo a raccontare alla pattuglia che da quelle parti , ce deve passà per servizio : cioè per esempio a controllare che gli ubriachi non siano molesti, che giovani e giovinette  non impovvisino partite di pallone, spogliarelli pro you tube , cori sguaiati, risse e gare con  moto o  macchine smarmittanti.

Ma torniamo alla serenità del  bacio sulle scale prospicienti il Colosseo e ai tutori dell’ordine improvvisamente turbati dalle effusioni a cielo aperto della coppietta .

Identificati, perquisiti e  tradotti separatamente alla caserma del Celio ,gli autori del misfatto, sono stati prima trattati con la consueta ruvidezza e poi denunziati per atti osceni in luogo pubblico.

Epilogo da commedia all’italiana anni cinquanta, quella delle immancabili preghiere al vigile col cipiglio di non far sapere niente a mammà.

Preghiere che in questo caso, non ci sono state, tant’è che questa vicenda è su tutti  giornali del mattino opportunamente commentata e discussa.

Sfacciati fino in fondo, quei due hanno raccontato in giro la loro (brutta ) avventura raccogliendo solidarietà un po’ dovunque. Un piccolo risarcimento al sogno, bruscamente interrotto, al senso di frustrazione,alla paura, all’ingiustizia subita nella notte precedente. Ma cos’è poi un bacio…etc

Spiacenti ma….

Spiacenti ma….

canalisSpiace ammetterlo ma Adrian Michaels ha ragione quando dice che in Italia c’è una stretta relazione tra la maggioranza di seni esposti dai mezzi di comunicazione e la minoranza di donne dirigenti o ministre o parlamentari.Dimentica però che il pervicace attaccamento ai ruoli istituzionali (ci sono politici che stazionano al timone dai dì della Costituente), è un problema ulteriore che le donne di questo paese devono affrontare rispetto alle loro omologhe all’estero, le quali – fortunate loro – se la devono vedere al  massimo con il comune  (e internazionale) sciovinismo.Inutile dunque che lo stesso Michaels sancisca sul Financial Times, il fatto che in Italia si è tradito il femminismo. L’ingresso delle donne in politica comporta necessariamente il farsi da parte degli uomini,per ottenere questo, non sono sufficienti  le pur dirompenti  battaglie femminili, ne’ i proclami di buona volontà maschile : servono regole, riforme e un nuovo modo d’intendere la rappresentanza e la politica.Passando poi a temi solo apparentemente più leggeri ma invariabilmente legati alla mercificazione, cioè all’utilizzo del corpo femminile fin per la vendita dei fertilizzanti in agricoltura,non si può davvero pretendere che dopo aver (faticosamente) mostrato al mondo i termini del problema,le donne si facciano anche carico del ruolo di cani da guardia , a questo punto, della pubblica morale.Pertanto, invece di chiedersi dove siano finite le femministe ogni qualvolta una giovane  mostra sui cartelloni le sue grazie, qualcuno si ponga il problema degli uomini, che saranno pure diventati taaanto bravini a cambiare il pannolino e a fare i lavori di casa, rispettosissimi del microcosmo femmile fatto di mogli, figlie,amiche,mamme, colleghe e nonne (sempre a patto che non gli rompano le palle ) che gli gira intorno ma sono rimasti in fin dei conti egualmente maschilisti.Provate a metterne insieme su di un divano, dai due in su e ad ascoltarne segretamente i discorsi,  sentirete che liberalità di argomenti,che eloquio e che esame accurato di parti anatomiche.No allupati No culi. Trattasi di senso comune prima ancora che di regola di mercato.Dunque il seno della Canalis che tanta preoccupazione desta al Financial Times, obbedisce all’immaginario maschile corrente.Qualcuno, a partire dalle menti più illuminate del proprio genere , chiede mai agli uomini di cambiare? Sta a vedere allora che la colpa è di Elisabetta o delle femministe che non fanno più le vigilantes .Aver consegnato alla società una generazione di Figlie, putative o naturali, che aspirando alla propria indipendenza economica prima ancora che al matrimonio, ne hanno scardinato le regole, è stato un traguardo importante, qui da noi.Il resto del percorso è un problema delle donne e degli uomini di questo paese.Poichè le conquiste strappate a fatica dalle donne, costituiscono un beneficio per l’intera società.Se gli uomini non si fanno carico insieme alle donne, del prosieguo, alle femministe non rimarrà che dire : Meglio Velina che Mogliettina.Date loro torto…