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Rischio d’Impresa

Rischio d’Impresa

Se lo spettacolo deve come da più parti si sostiene,continuare, non è certo perchè non bisogna cedere ai violenti o perchè non si vogliono privare incolpevoli appassionati del loro sport preferito.Il vero motivo sono quei 500 milioni di euro di perdita già calcolati dagli esperti e che rappresentano il paletto ricattatorio che ogni volta viene opposto alla realizzazione di qualunque tipo di riforma.La coazione a ripetere dunque, è arrivata al suo momento clou.Dopo la sequenza : Dramma – Esecrazione-Denunzia – Proposte, dovrebbe esserci il passaggio che riguarda l’Intervento Concreto, quello che non si può mai realizzare perchè “penalizzerebbe le Società" e ovviamente il Sistema Italia .Stamane apprendiamo dalla stampa che Matarrese si sente come la Fiat, quella che per mettere a punto il proprio risanamento non si è fermata nemmeno un giorno.Se è così che stanno le cose,se il calcio cioè ha,come sostiene il presidente della FIGC, dignità d’Impresa, che allora se ne assuma i Rischi, a partire da quegli interventi in Sicurezza tanto disattesi dalle società  e  in assenza dei quali, gl’Imprenditori verrebbero normalmente sanzionati.Fermare il calcio non sarà il rimedio ma chi vive la pausa come una punizione, porta su di sè il peso della cattiva coscienza.Serve tempo per scrivere le regole,acquisire assunzioni di responsabilità e impegni per il futuro.Se tutto ciò decreti o meno una vittoria per gli ultras, è una faccenda che si potrà vedere solo dopo.Intanto gli stadi restano chiusi.Il Sistema Italia se ne avvanteggerà senz’altro.

I guerrieri della notte

I guerrieri della notte

Il piatto  forte del programma è l’ultras catanese con  il cappuccio della felpa d’ordinanza calato fino coprire  mezzo volto .La camera lo inquadra prima di tre quarti poi di spalle, ne protegge l’anonimato. Di fronte, un inviato che per incoraggiarne invece le rivelazioni, ammicca,insinua,a tratti finanche sorride,poco ci manca che non gli dia di gomito.Nel corso dell’intervista l’incappucciato avrà modo di esprimersi liberamente, con il linguaggio tipico da malavita organizzata,racconterà a modo suo la dinamica dei fatti ,dirà fatalisticamente “capita” commentando l’accaduto (che poi è un omicidio) approfitterà  per condannare comunque  il comportamento delle forze dell’ordine in tali circostanze e imbeccato dal giornalista, definire “codice d’onore” la rete di complicità con la quale i teppisti da stadio si offrono l’un l’altro sostegno e copertura attraverso il silenzio (che poi sarebbe Favoreggiamento).Il “servizio” è all’interno di un contenitore sportivo più vasto,che comprende un dibattito  in studio ed è stato intitolato dagli autori “I Guerrieri della notte”.Quando, finita l’intervista,il magistrato titolare dell’inchiesta chiamerà al telefono il Conduttore per indignarsi, gli verrà opposta la solita cavatina risentita sulla libertà d’informazione.In un programma dove con tutta la retorica del caso, si sono messi sul piatto i Valori dello Sport (ma si è contrari a sospendere il campionato) e si cantilena di far “tornare le famiglie allo stadio” ci si sarebbe aspettato una modalità più sobria,un cenno di disapprovazione,il bel gesto di rinunzia al Sensazionale, al pezzo di “colore” e ciò, già che si parla d’Informazione, a tutto vantaggio della Concretezza o quantomeno di un racconto coerente. Finchè i messaggi saranno così contraddittori, sarà inutile pensare a misure eccezionali,a porte chiuse e a divieti di trasferta.Inutile investire energie per governare un fenomeno che poi viene spettacolarizzato e in qualche maniera proposto all’attenzione dei telespettatori con toni epici e compiaciuti.Mentre scorrevano i titoli di coda sul dibattito che ancora spaziava dal calcio inglese,alle leggi speciali, alla proposizione di valori positivi, l’unica voce “stonata” è risultata essere quella del magistrato.E probabilmente lo era.

Il taglio alto e la metà di niente

Il taglio alto e la metà di niente

Sono stati così lievi gli argomenti e i toni del cicaleccio di ieri  che seppure qualcuno avesse accennato ad un giudizio legittimamente severo, avrebbe visto il suo intervento cadere nel vuoto.- Volta la pagina o cambia canale, che c’è quel noioso/a  che  se la prende con Lui/Lei/ ,il Direttore del Giornale e il Tamburo Battente -. La Grande Identificazione ha prodotto ancora una volta  il suo effetto e gli stessi talk (o le stesse colonne o le stesse pagine web) che fino a qualche ora fa ospitavano dubbi sulla reversibilità o sull’assegno di mantenimento, ieri sono stati invasi dalla Notizia del Giorno.Tant’è che nel pomeriggio il Parlamento, con larga maggioranza, ha impegnato il Governo a presentare un progetto di legge che regola le unioni di fatto, nel più completo oblio. La stessa sorte hanno subito la CEI, l’articolo salva Pollari, il mal di pancia del Partito Democratico ,le esequie dell’Embrione e la nota a margine del verbale di perquisizione della baracca del finto eremita Provenzano.Tutto spazzato via.Taglio alto in prima pagina e nell’interno, il bel primo piano di Miriam illuminato dal doppio giro di zaffiri contornati da diamanti di regale caratura, in basso la rivendicazione per la dignità ferita e la necessità di proporre un esempio ai figli, particolarmente alle ragazze.Tanto è bastato per fare di Miriam una di noi e di suo marito, uno di loro. Stessi problemi. Rispolverate dalla discarica mentale,  le rimasticature di vecchie teorie femministe, il personale confuso col  privato, il pubblico con il  politico, si è tentato di dare spessore ad una modalità inconsueta, qualcuna delle commentatrici  ieri accorse alla staffetta televisiva,un programma via l’altro, a reti quasi unificate, definiva la lettera politica , un’altra ancora bella.Ma può essere bella e sincera una lettera che viola l’intimità (non il personale, non il privato ma qualcosa di più) tra due esseri umani legati da un vincolo emotivo? Quanta spontaneità può esserci in una missiva indirizzata a uno solo ma che sarà letta da tutti? Possiamo rispettare il percorso di umana sofferenza che ha condotto una donna schiva e sostanzialmente defilata dal ruolo pubblico del marito a documentare, oltretutto, l’orgoglio ferito, l’offesa ai sentimenti ma la chiamata in causa della Dunne e de ” La metà di niente” è il passaggio meno appropriato di tutta l’operazione. Anche noialtre abbiamo investito e abbiamo lavorato ad un progetto famigliare stabile facendo i conti via via con la superficialità, il gallismo, la presunzione, la vanità maschili ma il nostro senso di responsabilità, nel frattempo, veniva messo a dura prova da un quotidiano estenuante, fatto di quadrature di bilanci e di tempi ,di sensi di colpa equamente e vicendevolmente distribuiti tra casa e lavoro.Chi è arrivata ai ventisette anni di matrimonio tenendosi il marito accanto, non ha certo  mantenuto intatto l’allure e la volontà di Miriam. Difficile insinuare un concetto del genere nella Favola Bella che tutti ci illude e che finisce a dichiarazioni d’amore coram populo, più mazzi di rose e astucci di velluto.La nostra proiettività si blocca lì ,davanti ad un menage tanto distante da quello che conosciamo noi e che invariabilmente fa la differenza .E non sono i due giri di zaffiri orientali a renderci diverse ma la Possibilità di Scelta che ha accompagnato la sua vita, in ogni circostanza. Scegliere tra famiglia e lavoro,scegliere di continuare o finirla lì.Un privilegio questo che non è di tutte. Ma su una cosa siamo d’accordo.Anche noi ce l’abbiamo col marito di Miriam, per i cinque anni di grande  precarietà che ci ha voluto regalare e per quel  chiamarci categoria che della fine del mandato, ne è stato il degno  coronamento.

La polonaise (il voyeurismo come lo conosciamo noi)

La polonaise (il voyeurismo come lo conosciamo noi)

Cosa avesse di diverso il bukkake americano da quello giapponese non ci fu dato sapere,poichè nella fretta di distruggere le prove, ripulimmo la scena del crimine da ogni traccia del passaggio dell’anonimo polacco ancorché distributore di commenti in calce ad un post marassiano su Erba e l’informazione (buona, cattiva,  negata, scioperata, etc). Una squadernata Off Topic di inequivocabili  links il più innocente dei quali recitava bollente indescrivibile madre.Pensando che il bukkake attiene al genere prestazione umiliante, a me è venuta subito in mente  Abu Ghraib.L’america quantomeno c’entra.Ma la perla di quell’elenco rimane secondo me  attraente nonne urinate laddove l’incerta traduzione non lascia intendere se ad essere attraenti siano le nonne o la funzione indicata, liberando così le fantasie più estreme.E se son nonne vuol dire che stavolta butta male per le altre.C’è ancora speranza.

L’illustrazione è stata gentilmente (ora non esageriamo) concessa da Riccardo (Marais) Marassi,che ne è anche l’autore, in cambio ha preteso una barca con un numero imprecisato di alberi , due supplì ,quattro zeppole e (la solita) gratitudine eterna