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Categoria: Palazzi di Giustizia

Il lodo alla gola

Il lodo alla gola

Condicio sine qua non, l’emendamento blocca processi sparisca dal decreto sicurezza, è l’approvazione in tempi rapidi del Lodo Alfano. Casini ieri ha definito  baratto l’astensione dell’UDC in sede di Commissione, promettendo ulteriori chiarimenti quest’oggi in aula. Presumibilmente dirà che la norma blocca processi, oltre a difettare di requisiti costituzionali,  comporterebbe gravi danni all’amministrazione della giustizia : migliaia di processi sospesi oggi, graverebbero tra un anno sulla già oberata normale amministrazione. Quindi la scelta dell’UDC sarà non ostacolare l’adempiersi di quello che viene considerato il  male minore : l’immunità sino alla fine del mandato per le alte cariche dello Stato. Quanto al PD, la posizione di netta contrarietà può essere attenuata dalla rinunzia all’ostruzionismo, se la blocca processi viene ritirata ed accolti due emendamenti a miglior chiarimento della non reiterazione dell’immunità. Siamo ad una delle pagine peggiori della vita politica in questi ultimi anni , non tanto per lo scambio che è una pratica consolidata, ma per l’entità del ricatto che sovrintende tutta l’operazione. Se sarà approvato il Lodo è possibile che si risolva  l’attrito tra magistratura e governo, tra Governo e  Quirinale e che i rapporti tra Opposizione e Maggioranza si normalizzino e con essi – si auspica – anche una ripresa dell’attività parlamentare fin qui, tutta incentrata a risolvere i casi giudiziari del Premier. Se fossimo in un paese normale anche lo scudo dell’immunità sarebbe, magari con qualche correttivo riguardante reati e cariche, un provvedimento normale. Se ne potrebbe parlare come di un istituto di  garanzia, un contrappeso all’indipendenza della magistratura. Così non può essere, segnati come siamo da questa quindicinale anomalia, non riusciamo nemmeno a pensare ad un provvedimento in astratto,come si dovrebbe. Ed è per questo che oggi la maggioranza si assume una grande responsabilità : quella di far approvare un provvedimento che  in molti ritengono addirittura di natura costituzionale, con il voto contrario dell’opposizione. Il Lodo in questione è una brutta legge, non ci sono paragoni ne’ analogie possibili con paesi che ne adottano di simili. Estende al presidente del consiglio  l’immunità che abitualmente è dei capi di stato, allarga la rosa dei reati non processabili, fino a comprendere quelli comuni. Siamo lontani da quell’idea di Politica che si vuole  immune perchè in grado di processarsi da sè. Siamo ad un’ipotesi truffaldina sostenuta da un  ricatto. Di questo almeno, si spera, che gl’italiani abbiano consapevolezza .

Che sia ben chiaro…

Che sia ben chiaro…

 

L’ accusa è d’ avere pagato David Mills, avvocato londinese, affinché dichiarasse il falso su fondi neri esteri. La prospettiva di una condanna –  il massimo della pena è otto anni, art. 317 ter c. p., o sei, se fosse applicato l’ art. 377 (indurre al falso chi abbia la facoltà d’ astenersi) – produrrebbe una non trascurabile anomalia : un Presidente del Consiglio interdetto dai pubblici uffici. Impossibile scalare il Colle con una simile macchia sulla condotta . Ecco il perché di provvedimenti assurdi, distanti da ogni logica normativa e sintassi legale, dei raggiri al capo dello Stato, dei toni isterici e violenti, degl’insulti ai magistrati e al Capo dell’Opposizione, reo – a sentire Silvio Berlusconi – di aver prodotto un disavanzo di bilancio furbescamente e speciosamente chiamato buco durante il suo mandato a Sindaco di Roma. Come se un saldo negativo di bilancio, fosse la stessa  cosa che la corruzione di un testimone, come se l’ eventuale  imperizia avesse lo stesso valore  che il dolo.  Se il futuro che si delinea concerne: i soldati per la strada, il Capo del Governo immune, una pletora di provvedimenti illiberali o, a scelta demagogici o che sfiorano l’incostituzionalità, la Giustizia a la carte e l’Informazione col bavaglio, bene fa Veltroni a sottrarsi all’impegno dialogante sulle riforme istituzionali e a chiamare i cittadini alla mobilitazione. Non sarà il ritorno al fascismo ma questa sguaiatezza istituzionale, di sicuro non è migliore di un regime. Inutile che il Premier contrapponga la volontà degli elettori che lo hanno sostenuto numerosi contro quella dei magistrati, per quanto tiepido possa essere l’appeal che le rogne giudiziarie del cavaliere suscitano  presso i suoi sostenitori, non credo che il mandato che gli è stato attribuito comprenda un postulato d’innocenza a prescindere dai giudizi. Qui si amministra ancora la Giustizia in nome del popolo italiano.Tutto.

Que reste-t-il

Que reste-t-il

Coloro i quali sostenevano che  la presente legislatura avrebbe segnato il tramonto delle leggi ad personam, confidando magari nel fatto che le pratiche concernenti Silvio Berlusconi ed il suo controverso rapporto con la Giustizia, fossero state tutte evase nel corso dei suoi precedenti mandati , s’erano evidentemente dimenticati  del processo Mills :  Milano 17 giugno 2008 ore 12.30 : Nicolò Ghedini, parlamentare del Pdl e difensore di fiducia di Silvio Berlusconi, ha depositato nella cancelleria della quinta sezione della Corte d’Appello di Milano l’istanza di ricusazione del giudice Nicoletta Gandus – Come dire.. una dichiarazione di guerra . Ed eccoci di nuovo  alle prese con il ritorno al Passato anzi all’Antico. Insomma, è bastato il rischio di una sentenza di condanna di primo grado nel processo Mills, per veder sfumare l’aplomb dello Statista, del Premier in versione istituzionale tutto buoni rapporti col Presidente della Repubblica e civile e costruttivo dialogo con l’Opposizione. Giusto il tempo di inviare al presidente del Senato una lettera in cui si lamentano atteggiamenti persecutori da parte dei giudici, e d’inserire nel decreto sicurezza – il mezzo più veloce sulla via dell’approvazione  - un paio di emendamenti, uno sulla formazione dei ruoli con precedenza ai processi per i reati più gravi, l’altro che sospende i processi per reati con pene inferiori ai dieci anni iniziati prima del 2002 e non ancora arrivati alla prima sentenza, e l’intero corso della legislatura prende un’altra piega. Ometto la pletora di furbizie di contorno targate PDL, per non annoiare. Ad ogni buon conto, se torna il Berlusconi antigiudici torna anche l’Opposizione senza se e senza ma. In soldoni, e senza che le anime belle si adontino del fatto che ad ogni piè sospinto,  si rammentino i rapporti di forza – vale a dire l’ espressa volontà dellla maggioranza del popolo italiano – questo significa un’estenuante attività parlamentare fatta di emendamenti, voti contrari, filibustering che, nella maggior parte dei casi, danno come risultato zero, anzi no, danno come risultato quello che gli undici punti di distanza e una compagine di governo coesa, consentono. S’è visto ieri. Sul piano politico, un’ altrettanto intensa campagna d’informazione che metta a nudo e sveli le ignominie e le ricadute di certi provvedimenti all’apparenza salutari, attende necessariamente l’Opposizione: Dice  correttamente D’Avanzo su Repubblica di ieri  :

Forse sarebbe meglio affrontare tutti coloro (e sono moltissimi, i più) che sono sordi ai guai giudiziari di Berlusconi e pensano che “vabbè, è un corruttore, ma per me va bene lo stesso…”. Forse bisogna informarli che, non di Berlusconi si discute, ma della loro, personale sicurezza. Perché se, come sostiene l’avvocato del Cavaliere, diventano reatucci la rapina semplice, il furto in appartamento, l’omicidio colposo degli ubriaconi al volante, il sequestro di persona non a scopo di estorsione (non erano i partiti di governo a suggerire che le zingarelle portano via i bambini dalla culla?), la sicurezza in pericolo non è quella del capo del governo e del suo legale, ma di chi è esposto a questi reati.

Sacrosanto. Qualcuno si avvilisce se rammento che il PD o chi per lui, per raggiungere quell’opinione pubblica che sui temi della sicurezza giustizia e ordine pubblico, ha subito un’azione corrosiva delle proprie facoltà di giudizio, proprio a causa dell’Informazione, non dispone degli stessi strumenti propagandistici e proprietari sui quali la compagine di governo può contare? Che quando noi s’è finito di fare controinformazione su Giustizia & Sicurezza, vanno in onda decine di telegiornali a dire tutto il contrario? E con ciò toccano milioni di utenti ? Chi l’ha fatto per davvero il lavoro della controinformazione se la sente tutta addosso l’impotenza e la sensazione di goccia nel mare. Ma per tornare a Bomba e cioè ad una posizione che non da ieri si andata delineando all’interno del PD, circa la processabilità del premier come prioritaria o meno, rispetto ai reali problemi del Paese, direi che è accaduto quel che sempre accade quando si disgiunge il piano etico da quello politico. Si può ammettere una trattazione separata in fase di elaborazione strategica, ma poi bisogna trovare la sintesi, altrimenti si rischia l’allontanamento dalla buona politica. Ci giochiamo il dialogo? E sia. Personalmente sono schierata su questa linea, con avvertenza che chi vuole passare alla Storia come Statista e non come il Furbastro che s’è fatto gli affari propri, qui ha da passà . Sotto questo aspetto, non mi pare che Veltroni abbia mostrato particolari perplessità, anche se più di un problema si apre nei confronti degli elettori del PD che sul tema delle Riforme e del Dialogo come inedito della fase politica a venire, ha impostato la propria campagna elettorale. E delle aspettative disattese, in una democrazia che si rispetti, agli elettori bisogna dar conto.

 

Veltroni, infine, dovrebbe abbandonare il feticcio del dialogo (come se in ballo fosse quello, e soltanto quello) e spiegare alla gente (non sola la sua) quale iniziativa politica, istituzionale, sociale da domani intende muovere per evitare che la sicurezza diventi, per gli italiani meno protetti, un tiro birbone di Iddu. Non è scritto nei vangeli che una società postideologica debba lasciar cadere un’idea di interesse pubblico o ammutolirsi dinanzi all'”intollerabile".

Ah come ha ragione D’Avanzo, assai citato peraltro in queste povere pagine elettroniche. Ma il dialogo non è un feticcio . E’ assai di più,  è il Metodo per costruire le Regole e le regole servono per affrontare appunto quello che c’è in ballo. Non a cuor leggero si può abbandonare quella strada, perchè quel che resta è davvero poco e quel che c’è in ballo rischia seriamente di non esserlo più per sopraggiunta archiviazione delle istanze migliori. Sbaglierò, ma vedo avanzare posizioni terziste e quartiste, l’unica speranza è che qualsiasi decisione futura voglia assumere il PD, sia limpida ed intellegibile.

Piccola nota in calce,  perchè vedo che la personale tendenza a non far parte del coro delle lamentele – sfogatoio, cercando magari laddove è possibile di contribuire con argomentazioni  altre, passa spesso per castrante invito alla rassegnazione :  Quando rammento che non si sono vinte le elezioni –  e in che termini, è il dato che più di tutti segnerà questa legislatura – non intendo con ciò promuovere alcun sentimento di afflitta impotenza. In una contesa democratica c’è sempre chi perde, non per questo è destinato al silenzio. Ma che si voglia organizzare la rivoluzione, l’ostruzionismo parlamentare, il seminario, il gazebo o il tè delle cinque, i termini della debacle  restano un dato incontrovertibile, non vedo perchè debbano essere letti in termini dissuasivi. A meno di pensare che, qualunque sia l’aria che tira, chiunque siano gl’interlocutori, qualsiasi i rapporti di forza,  una semplice Testimonianza per quanto Nobile, possa essere sufficiente ed esaurisca i doveri di un’ Opposizione costumata, una presa d’atto della Realtà appare quantomeno necessaria. E questo nonostante la sinistra abbia un curioso rapporto con i Dati di Fatto che spesso tende a rimuovere, probabilmente perchè ritenuti negazione del sogno e morte di ogni utopia. Schematismi. A cosa servirebbe altrimenti la politica se non a coniugare i sogni con la realtà ? Rispetto a questo un ragionamento che impegni  una visione più realistica delle cose  e un atteggiamento più laico, sarebbe infinitamente più costruttivo e con ogni  probabilità, elettoralmente e socialmente più vincente.

Al Presidente del Consiglio una cosa viene  bene : cantare con discreta intonazione, tono correttamente nostalgico e inappuntabile pronunzia, la canzone di Trenet che è nel titolo.

 

Cul de Sac II (processi all’aria aperta)

Cul de Sac II (processi all’aria aperta)

Sarà anche una personale fissazione ma nella vicenda di Catanzaro, la fuga di notizie , che secondo Antonio Di Pietro non dovrebbe essere condannata perchè nel caso di Politici indagati, i cittadini hanno diritto di sapere, rischia di produrre effetti indesiderati, paralizzando le indagini sull’Inchiesta Why not. Proprio quello che non si voleva accadesse nell’interesse comune. Intanto a chi è giovata la bagarre? I cittadini non hanno capito granchè se non che il Guardasigilli ha probabilmente tentato di trasferire l’inchiesta quando ha scoperto, dai giornali, di essere indagato. Il che non è nemmeno detto, ne’ potrà mai dirsi, visto che oltre a non esserci con i tempi – l’ispezione è stata disposta prima che Mastella fosse indagato – nessun atto compiuto dal  Ministro  è eccepibile dal punto di vista formale o fuori dalle sue prerogative, che De Magistris era sotto ispezione anche ai tempi di Castelli , che l’inchiesta è stata avocata su iniziativa autonoma del Procuratore Capo e proprio a causa del clamore mediatico nonchè del presumibile conflito tra il magistrato titolare e il Ministro, e soprattutto che i processi alle intenzioni e le malizie servono ad alzare polveroni di cui francamente non abbiamo bisogno, tantomeno giovano alle indagini . Ciò detto non si capisce bene perchè Mastella dovrebbe dimettersi visto che a suo carico non emerge, almeno fin qui, proprio nulla.Da questo punto di vista anche l’invocazione di Cesare Salvi – o l’inchiesta torna a De Magistris o andiamo tutti a casa – appare incomprensibile. In tutto ciò, il minimo che possa fare il Capo dello Stato è preoccuparsi per le sorti dell’inchiesta che passando di mano in mano rischia di arenarsi. Alla fine della fiera, atteso che il Consiglio Superiore della Magistratura deve ancora pronunciarsi, la fuga di notizie, che impropriamente passa per diritto all’informazione, ha prodotto solo danni. I processi in piazza negano l’essenza del Diritto che è tale proprio per sottrarre il giudizio agli Umori e ai Poteri.O si corregge il tiro o questo diventa un altro gigantesco cul de sac, non tanto per il Governo quanto  per l’ interesse di tutti.

Sardus pater

Sardus pater

Mappa_SardegnaChissà cosa passava per la testa all’anziano – mi si dice – giudice di Hannover, quando ha emesso la sentenza  di condanna  con  sconto di pena,  per attenuanti etniche e culturali, nei confronti di un uomo di ventinove anni, reo di stupro. L’etnia e la cultura meritevoli d’indulgenza da parte della Corte, appartengono alla remota isola di Sardegna, terra in cui , alle fidanzate ex , e magari pure a quelle in carica, usa  imporre violenti trattamenti a suon di botte e prepotenze di natura varia . La sentenza è di un anno fa ma per motivi a me ignoti, è stata divulgata solo adesso .Non conosco in maniera approfondita il codice penale tedesco ma il fatto che la Germania abbia dato i natali ai migliori filosofi del Diritto,aumenta le mie perplessità. Appartenessi a  una di quelle associazioni separatiste i cui simpaticissimi adepti , ogni tanto vanno a ricordare ai proprietari di vascello alla rada nei vari porticcioli , che la Sardegna non è una zona franca da calpestare a piacimento, mi recherei ad Hannover per un girotondo almeno. L’armonia tra Diritto e Diritti, gran rompicapo delle  società multiculturali e materia di dispute politiche e giuridiche , non può essere risolta riconoscendo pedissequamente tutte le usanze, tantomeno inventandosele. E’ singolare poi come i giudici di tutto il mondo,  si ricordino il rispetto delle tradizioni altrui, solo quando  vittime sono le donne . Sono quelle infatti,  le migliori circostanze in cui dar segno di apertura mentale e soprattutto tolleranza  e così per motivi religiosi si giustificano uccisioni di mogli adultere e figlie scavezzacollo, infanticidi più tentati suicidi  per lo scorno di essere abbandonate dal marito, senza considerare il vasto assortimento di usanze matrimoniali penalizzanti per la sposa , in giro per il pianeta.Tutte degne dell’attenzione di magistrati, giurie e giurati.Insomma dove c’è Patriarcato c’è mitezza della pena.Non si può sbagliare.