Il segretario Bersani però il passaggio sulle nostre mogli, amiche, compagne e figlie – mancavano le mamme e le sorelle, meno male – che conosciamo e rispettiamo se lo poteva pure risparmiare.
E le altre?
Dev’essere l’aria che tira, la stessa che si respira negli appelli – Dico basta ! – che ho qualche resistenza a firmare e in cui ci si rivolge a quelle che non si prostituiscono, mostrando, irreprensibili, le nostre facce nude o la nostra, non meglio identificata, rettitudine.
Va così che Impegno, Studio, Lavoro, Merito, diventano modelli virtuosi da contrapporre a quelli esiziali delle altre. Dunque non una serie di valori dai quali discendono comportamenti semplicemente scomparsi dalla scena – per motivi, tra l’altro, che non ci vedono nemmeno del tutto estranei o innocenti – magari da riportare in luce attraverso un nuovo fare politico, evitando cataloghi, graduatorie e competizioni.
Ma il bello viene quando, per completare l’opera, negli stessi appelli si chiede per piacere agli uomini di firmare, dichiarare, partecipare. Che dicano Basta pure loro,insomma.
E quelli corrono firmano dichiarano …del resto come si fa a non aderire ad una simile battaglia di civiltà? E anche se nessuno ci viene a raccontare le volte in cui il venir meno ai propri principi per carriera, per potere o per quattrini, ha reso una prestazione di lavoro non dissimile ad una marchetta ( e questa faccenda, nel caso, coinvolgerebbe anche le irreprensibili), va bene lo stesso. Abbiamo anche gli uomini dalla nostra. Che bellezza.
Cattivi pensieri, tra un Bersani rispettoso e un Appello alla virtù, sono inevitabili. Per esempio che ci si ricorda delle donne solo quando si tratta di buttare giù, avendole provate quasi tutte, il capo del governo.
Ovvero come non sia ancora del tutto chiaro che il Problema si chiami Silvio – stavolta non solo nella qualità – Mario, Pierluigi e non Nicole o Marystel o Karima. E che il nodo da sciogliere sta tutto nel modello di potere cioè di relazione tra i sessi di cui le notti di Arcore sono in effetti una lampante metafora.
Un comportamento non vale l’altro, pertanto credo sia legittima e anzi doverosa ogni forma d’indignazione ma so anche che nessuna battaglia culturale e civile le donne hanno mai vinto attraverso lo stigma astioso dei comportamenti delle altre.
(Per inciso : valeva la pena di fare una controprova del Rispetto, all’assemblea nazionale ultima scorsa e invece di scattare in piedi applaudendo alle mogli alle figlie e alle amiche omaggiate dal segretario e dal resto del Partito, gridare a gran voce : Rosy Bindi Premier! Così tanto per vedere)
Nell’illustrazione uno dei tanti Basta! degli ultimi anni a Roma. la foto l’ha scattata Max Vario