Sempre in nome del popolo sovrano
A suggello della sconfitta, Nichi Vendola dichiara il Novecento ci è crollato addosso. Alla buon’ora. Pensa che tonfo può aver prodotto la fine del Pensiero Forte sul capo di Bertinotti. Ma Vendola ha un’idea tutta sua del secolo breve al quale assegna capacità ancora vitali nell’ispirazione di soluzioni politiche . Infatti nei progetti per il futuro non si intravedono segnali di ravvedimento ma solo il rientro in grande stile di antichi vezzi. L’autocritica ? Macchè. Quando hanno presentato il loro progetto di campagna elettorale al Gruppo Europeo del quale sono parte, Cohn Bendit ha dovuto sin rammentare a Fausto Bertinotti la missione principale di un partito alle elezioni : prendere i voti. Dopodichè ha concluso secco e testuale : non vedo l’autocritica.E si era ancora ai blocchi di partenza. Ma Cohn Bendit è diventato di destra, almeno a sentir loro, i Sinistri Arcobaleni, che di cataloghi, schematismi e attribuzioni ben s’intendono. A dire il vero, con buona pace di Vendola, la campagna suggeriva una sola idea che ad ogni apparizione di Bertinotti o Giordano, si palesava bucando lo schermo del televisore : morituri te salutant. E gli elettori si sa : vorrebbero vivere. E così tra un intervento statale in economia, un’abolizione della legge trenta, una difesa degli oppressi, l’ombra di un passato trascorso a battibeccare all’interno del governo, del patrimonio di consensi è rimasto men che la metà. Tutta colpa di Veltroni che prima ha impallinato Prodi e poi li ha esclusi dalla corsa. Mica degli oppressi che non avendoli riconosciuti, si sono orientati verso altre scelte. E ora che si fa? Congresso! Congresso! Che domande. Per decidere se saranno un cartello, un partito o il club di buzzico rampichino e che ruolo ricoprirà la sinistra all’epoca della sua cancellazione dal quadro politico istituzionale. Intanto – ooohhhhhh gran senso di responsabilità – Bertinotti manifesta per la quinta volta in due mesi, il proposito di lasciare e si dimette. Di già? Cohn Bendit in realtà ha chiesto la testa dell’intero gruppo dirigente dell’Arcobaleno ma quello è di destra e pure mezzo teutonico, Wir haben sie so geliebt, die Revolution ..quale pessima ammissione di rinunzia ai valori del novecento. Niente paura al dunque, ogni impasse ha una sua risposta difensivo-banalizzante.Ci si può però consolare con il fatto che non sempre in politica quelli che vincono hanno ragione e anche se con tutti i loro torti, altri decidono dei nostri destini , che fa? Noi abbiamo ragione! Peccato che qualora non si riesca a tradurre la ragione in ipotesi politiche attendibili che convincano gli elettori, il risultato ne risenta e tecnicamente è come se si avesse torto. Altro che temi del novecento, quello che non riescono ad interiorizzare è il principio di democrazia che sovrintende il meccanismo del suffragio e questo capita puntualmente. Come in occasione del referendum sul welfare con quella entusiasmante passeggiata romana contro il governo e i cinquemilioni di lavoratori cinque che avevano avallato col loro voto l’accordo tra le parti sociali, oppure quando, sulla scorta di un’idea di rispetto della minoranza del tutto particolare, pretendevano di bloccare l’attività del consiglio dei ministri con ricatti senatoriali di natura varia. Se si pensa che tutta questa corvée avrebbe dovuto segnalare la loro non omologazione al modello sinistra di governo, accreditando un’idea di sinistra di lotta presso una base che non li ha nemmeno promossi, mi convinco anch’io dei propositi omicidi di Veltroni. Per sfinimento. Ora dovrei dispiacermi della disfatta ma non mi viene, dovrei preoccuparmi dei rischi connessi al loro essere divenuti extraparlamentari ma innocui e inconcludenti come sono, non riesco a cogliere elementi di pericolosità nel fatto. Mi spiace per gli elettori dei quali hanno tradito le attese, sin quelle banali di rappresentanza pur conoscendo a menadito la dinamica del taglio delle ali e la necessità di organizzarsi per tempo e in modo adeguato. Sì, non meritavano tanto quei cittadini che nonostante tutto li hanno votati . Ma i leader no, quelli possono accomodarsi dalla parte del torto, così sono accontentati anche gl’ intellettuali di novecentesco riferimento.