Che nun l’hai visto er Gesù de Zeffirelli ?

L’episodio è uno dei migliori de I Nuovi Mostri (Tantum Ergo) Age, Scarpelli e Risi. Tanto per ricordare alla loro maniera come er Gesù de Zeffirelli l’avessero visto proprio tutti. Pure i comunisti della borgata.
Da ragazzini criticavamo Zeffirelli a prescindere, per una sorta di obbligo cinefilo. Magari senza aver nemmeno visto i suoi film (e questo è molto poco cinefilo). E invece il suo essere un liberale, conservatore con la fissa della precisione estetica e del trovarobato, non gli ha impedito di interpretare a dovere Shakespeare e Verdi (mica si può fare l’Aida minimal) Bei film come Un te con Mussolini o Callas forever o Jane Eyre (grandi cast e capacità di rimaneggiare le storie senza stravolgimenti eccessivi) ci hanno riportato sulla giusta via, che poi è quella di non ideologizzare troppo le letture e le visioni. Qualche film, è vero, non ha funzionato. Capita. Ma per il resto Franco Zeffirelli è stato uno dei registi italiani più conosciuti e apprezzati al mondo.Doveroso ricordare l’artista. Il resto sono chiacchiere.
“Ma filmare è vivere, e vivere è filmare. È semplice, nello spazio di un secondo guardare un oggetto, un volto, e riuscire a vederlo ventiquattro volte. Il trucco è tutto qui”.
Salut, Charles.
La mostra si chiamava “Couture-sculpture. Azzedine Alaïa in the history of fashion“. Sessantacinque manichini acefali negli abiti più significativi della mirabolante produzione Alaïa collocati nelle sale della galleria Borghese accanto ai Canova, ai Tiziano, ai Bernini ,ai Caravaggio, ai Raffaello. Un’ invasione di Bellezza nella Bellezza materializzava infine l’Idea chiave del lavoro di colui che voulait faire craquer le coeur des hommes. Abiti mescolati alle Opere d’arte senza suscitare alcuna impressione di discontinuità o sensazione di frattura. Come se fossero stati sempre lì.