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Categoria: Venticinque aprile

I colori della liberazione

I colori della liberazione

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Se tutto si riducesse alle cronache di una stagione pur gloriosa ed esaltante, in breve tempo di questa nostra Lotta di Liberazione rimarrebbe ben poco. Ovvero se ne continuerebbe a discutere nei termini odierni, stucchevoli e superficiali di opposti schieramenti, di componenti, di ragione e di torto, quando non  – il massimo dell’ignominia in materia d’indagine storica – di buona o cattiva fede dei contendenti.

Invece qui da noi,  oggi si festeggia principalmete  la nascita dello Stato Democratico e in particolare si rende  merito a quell’assillo antidispotico dei Costituenti – liberale, più che bolscevico – che suggerì loro di porre a presidio dei Valori di Libertà, Eguaglianza, Solidarietà, Rispetto della Persona, Principi quali la divisione dei poteri, la pluralità dei partiti, la tutela delle minoranze e  l’ indipendenza della magistratura. Altri spartiacque o coloriture di parti giuste o sbagliate, non sembra d’intravedere, se non l’adesione o meno al modello democratico emerso da quella stagione politica. Modello perfettibile, come ogni cosa  di questo mondo ma non negoziabile nella sua struttura di Valori  portanti. A meno di voler celebrare un’altra festa.

Il resto delle presunte equidistanze, equiparazioni, geometrie, pesi, misure e dosaggi dei colori della Resistenza, li lasciamo alla politica nella sua versione più deprimente dei discorsi da talk show e delle passerelle acchiappaconsensi.

( Chi nega le strutture sanitarie opponendosi all’esecutività di una sentenza dei giudici supremi, per questioni di credo religioso, non merita di essere annoverato tra i tutori delle libertà costituzionali. Ne consegue che Roberto Formigoni con la Liberazione c’entra come i cavoli a merenda, chi lo ha fischiato, ha fatto cosa buona e giusta, tanto per rimanere in tema)

Fuor di retorica

Fuor di retorica

tuca38278112_c8d1b9f3d9I valori della resistenza vivono nei vincoli materiali  e nelle regole che devono governare la nostra convivenza.Noi dobbiamo ricordare quanto è stata aspra la lotta per affrancare il paese dal nazifascismo per restituire le libertà democratiche e consentire l’elaborazione della Costituzione Repubblicana .Solo così restituiremo alla lotta partigiana, il significato di un evento storicamente motivato nel suo naturale contesto storico e ai  valori della resistenza il senso della loro attualità e della loro permanente necessità.Il venticinque aprile rimane un fatto fortemente simbolico un punto fermo  di cui una collettività ha bisogno come riferimento ma non sono solo  i miti e i riti ad alimentare la memoria.Essa può vivere solo negli indirizzi politici improntati al rispetto della dignità dell’uomo, alla giustizia sociale e all’eguaglianza.Una carta dei valori presente nelle Lettere dei condannati a morte della resistenza europea una lettura istruttiva da riproporre in epoche di poca memoria e scarso futuro.