I colori della liberazione

I colori della liberazione

medagliere

Se tutto si riducesse alle cronache di una stagione pur gloriosa ed esaltante, in breve tempo di questa nostra Lotta di Liberazione rimarrebbe ben poco. Ovvero se ne continuerebbe a discutere nei termini odierni, stucchevoli e superficiali di opposti schieramenti, di componenti, di ragione e di torto, quando non  – il massimo dell’ignominia in materia d’indagine storica – di buona o cattiva fede dei contendenti.

Invece qui da noi,  oggi si festeggia principalmete  la nascita dello Stato Democratico e in particolare si rende  merito a quell’assillo antidispotico dei Costituenti – liberale, più che bolscevico – che suggerì loro di porre a presidio dei Valori di Libertà, Eguaglianza, Solidarietà, Rispetto della Persona, Principi quali la divisione dei poteri, la pluralità dei partiti, la tutela delle minoranze e  l’ indipendenza della magistratura. Altri spartiacque o coloriture di parti giuste o sbagliate, non sembra d’intravedere, se non l’adesione o meno al modello democratico emerso da quella stagione politica. Modello perfettibile, come ogni cosa  di questo mondo ma non negoziabile nella sua struttura di Valori  portanti. A meno di voler celebrare un’altra festa.

Il resto delle presunte equidistanze, equiparazioni, geometrie, pesi, misure e dosaggi dei colori della Resistenza, li lasciamo alla politica nella sua versione più deprimente dei discorsi da talk show e delle passerelle acchiappaconsensi.

( Chi nega le strutture sanitarie opponendosi all’esecutività di una sentenza dei giudici supremi, per questioni di credo religioso, non merita di essere annoverato tra i tutori delle libertà costituzionali. Ne consegue che Roberto Formigoni con la Liberazione c’entra come i cavoli a merenda, chi lo ha fischiato, ha fatto cosa buona e giusta, tanto per rimanere in tema)

4 pensieri riguardo “I colori della liberazione

  1. stasera Zucchero, parlando del 25 aprile in Emilia diceva che lo si festeggiava sempre tutti assieme, senza farsi tante domande. Ma quello è il paese di Don Camillo e Peppone, tutta un’altra storia.

  2. Mi dispiace perchè era accanto ed in rappresentanza di un gonfalone di tribolazioni.

    A Milano però potrebbero pure scegliersi rappresentanti più degni.

  3. OT: ho letto e finito in tre giorni “La piazza del Diamante”.

    Splendido. Davvero!!

    Grazie per la segnalazione: lo sto consigliando a molti…;-)

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