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Categoria: Londra 2012

So british

So british

La rappresentazione della storia, del talento e dell’identità britannica  – da  Isambard  Kingdom Brunel  a Sir Timothy John Berners-Lee  – dello spettacolare Opening   ha trovato un proprio esito nella manifestazione di chiusura pensata, questa volta, come un grande happening  dedicato al Pop e immersa – luci, fuochi d’artificio, suggestioni –  nei colori dell’Union Jack. Collante ideale e filo conduttore di entrambe le operazioni il be not afeard de La Tempesta come probabile monito alle nostre attuali incertezze (prosieguo compreso : the isle is full of noises,sounds and sweet airs,that give delight and hurt not)

 

Raccontare di sé attraverso Shakespeare, Winston Churchill, Lewis Carrol tralasciando Kate Moss, Harry Potter e le Spice Girls avrebbe rappresentato un’ incrinatura nella storia,un’omissione imperdonabile,una falla che l’orgoglio britannico non avrebbe potuto consentire.E se non tutti sono sullo stesso piano,ognuno però contribuisce a tenere in piedi il racconto.So british: ironico, misurato,consapevole,solido.

 

Foto Tom Jenkins for The Guardian


 


 

Corri Sarah, corri

Corri Sarah, corri

Riservata  come si conviene ad una giovane saudita ma con l’aria sveglia e pronta di chi sa il fatto suo. Ci avrà pure impiegato 40 secondi più della prima ma chi ci bada? E se l’importante è ancora partecipare, Attar incarna lo spirito olimpico meglio di chi chiunque altro.(quanto al resto, la possono mandare in giro paludata come credono, lei  è destinata a vincere, oh se è destinata..)