Se qualcuno volesse cercare nell’Italicum elementi di criticità ne troverebbe di sicuro parecchi e non solo perché nessun sistema è perfetto ma perché dovendosi scrivere le regole del gioco tra forze politiche differenti e comprensibilmente intenzionate a cucirsi addosso il metodo più conveniente per smazzare le poltrone, non tutte le istanze possono essere recepite in pieno.
Tuttavia per essere l’esito di un necessario compromesso, la stesura in questione presenta qualche punto di merito rispetto all’originaria e nessuno può dire che tali modifiche siano a vantaggio dell’interlocutore Forza Italia.Come pure non si può affermare che non siano state recepite molte delle obiezioni dei dissidenti.In particolare quelli del PD.
Restano aperte diverse questioni tra le quali rapporto tra il numero dei capilista bloccati nei cento collegi e quello dei candidati eletti con le preferenze, incongruo secondo gli oppositori e che l’emendamento Gotor ha cercato di modificare senza successo.
Successo che invece è costato al governo il soccorso dei voti dell’opposizione. A Londra o a Washington e persino ad Atene direbbero…embè? Ma qui siamo a Roma e lo psicodramma è sempre lì lì per essere servito a suon di rimbombi mediatici a riportare zuffe interne, riunioni segrete e accuse irriferibili. Per cui una votazione trasversale dell’aula evoca immediatamente cambi di maggioranza,probabili fusioni,patti scellerati e presunzione di complotti a piacere.
Non starò qui ad annoiare con la tiritera delle preferenze mai troppo gradite alla sinistra – e non soltanto per questioni di voto di scambio – né con quella del ruolo comunque ineludibile dei partiti nella designazione delle candidature. Dirò solo che dopo dieci anni di mancanza di una legge elettorale attendibile e con tutte le nefaste ricadute che ciò ha prodotto alla vita politica di questo paese,la legge che si va ad approvare non è poi così esiziale per la sopravvivenza della democrazia.E siccome ove mai restasse così com’è la si andrebbe a pubblicare in Gazzetta e non a scolpire nella pietra,può essere sempre modificata.Magari in seguito.
Dunque appare assolutamente sproporzionata la reazione della minoranza PD che forse avrebbe fatto bene a destinare il proprio spirito belligerante a cause migliori.Atteso che non ci sono cause tanto migliori da giustificare lo spettacolo che è stato sotto i nostri occhi la settimana scorsa.E se risulta inspiegabile l’adesione di Berlusconi ad una legge elettorale per lui penalizzante, altrettanto lo è il chiasso che si è sviluppato intorno alla faccenda dei nominati.
Inspiegabile per l’elettore qualsiasi, quello che non s’è ancora stancato mentre cerca di capire,quello che vorrebbe informarsi per magari tornare a votare – quando sarà – con un minimo di idee chiare.
Certo tra chi pensa che il vantaggio berlusconiano stia in una futura vendita di Mediaset ovvero in un ingresso nel Partito della Nazione e chi auspica l’elezione di un Presidente della Repubblica che sciolga le camere tre secondi dopo avere giurato sulla Costituzione,le chiavi di lettura non mancano ma c’è ancora chi vorrebbe fondare i propri giudizi sui fatti e magari anche con il conforto di un briciolo di senso della realtà.A costoro comincio a guardare con un senso di pena misto a solidarietà.
Poiché a meno di conoscere i propri polli, quelli che macinano segretari e premier nella misura di tre all’anno,quelli che si schiantano in una lotta di potere costi quel che costi – dalla fine del governo che il proprio stesso partito presiede alla perdita di consensi al disgusto con allontanamento dei propri iscritti – la definizione di Rino Formica che la politica altro non sia se non sangue e merda chioserebbe con efficacia questa stagione di congiure,colpi bassi,pugnalate alle spalle e tradimenti.
Poi al cospetto dell’ennesima consultazione in cui l’elettore preferisce starsene a casa ce ne domandiamo preoccupatissimi la ragione.
Al sangue e merda, per quanto possa aver ritenuto le trovate di Rino Formica estremamente brillanti, non ho mai voluto credere del tutto.Un po’ perché le visioni drammatiche e splatter – escatologiche non mi convincono ma molto perché penso che modelli di politica più virtuosi possano migliorare la vita di noi tutti e che l’evolversi di uno scontro anche aspro sia,purché se ne riconoscano i contorni e gli scopi, cento volte più auspicabile, funzionale ed interessante del pianerottolo cui spesso capita di assistere.
Di tutto ciò forse ha colpa una classe dirigente venuta su e messa lì per caso e che, non a caso, ha smarrito il senso comune o magari di un’Informazione sempre più versata alla narrazione che all’analisi dei fatti e di sicuro di una sopraggiunta pigrizia intellettuale che ci spinge a preferire visioni precotte piuttosto che ad attivare ragionamenti originali e che magari includano le nostre esperienze dirette.
Così nell’attesa delle ventuno salve di cannone,io spero che torni la ragione e prevalga l’idea di eleggere un Presidente della Repubblica così come descritto dalle belle parole della Carta Costituzionale.
Nella convinzione che il conflitto è oro ma solo a patto che generi idee e soluzioni a vantaggio del bene comune,mi piace pensare ad un Capo dello Stato capace, autorevole,preparato e che rappresenti l’Unità della Nazione.Gli adoratori della Carta Fondamentale sanno già che in essa ogni singola parola è soppesata e mai casuale. E siccome è proprio questo tratto di precisione ed esattezza a renderla apprezzabile,non abbiamo che da perdere le nostre catene – come diceva quello – e procedere diretti allo scopo.Ce la possiamo fare.E ce la faremo.
Nell’illustrazione Her Grace – di nome e di fatto – the duchess of Devonshire, Deborah Mitford di recente scomparsa, che in abito da cerimonia nutre i suoi polli di razza pregiata.Fotografia di Bruce Weber