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Categoria: La fabbrica del cinema

Eccoci

Eccoci

 

 Preparate i fazzoletti ma non come quando le ruffianerie di certi registi e autori e compositori di colonne sonore e montatori  mettono insieme film inevitabilmente commoventi. Qui Veltroni è stato bravo e l’arte del racconto,della collazione, più il tentativo di non farsi troppo prendere la mano prevalgono sui sentimentalismi,sulla nostalgia molesta quella priva di senso storico che è rimpianto di epoche trascorse solo in quanto tali e, nel ricordo, edulcolorate, abbellite, mitizzate.

 

E tuttavia mettere mano ai fazzoletti sarà inevitabile per il riaffiorare di un dolore mai sopito : la perdita di Lui  e di quel che ha rappresentato: un’epoca dove tutto sembrava ed  era possibile. Nonostante tutto. Chiosa  necessaria questa,  laddove in quel tutto sono contenuti scenari che parlano di guerra fredda,tentativi autoritari o addirittura golpisti, stragi, terrorismo.E cocenti sconfitte.

 

 Il racconto rievocherà di lui i tratti distintivi e già noti :  il senso etico, la passione, il rigore, la determinazione a rompere con un passato non sempre glorioso, ad innovare, a dare un senso vitale alla parola comunista attualizzandone i contenuti. Ma soprattutto mostrerà come quell’esempio tendesse a contaminare la vasta Comunità che gli si faceva intorno e come quel senso morale  spingesse ognuno ad essere migliore.L’Idea che aveva dato dignità a milioni di diseredati continuava così la sua missione alimentando il Nuovo.

 

 Un documentario per riattivare la Memoria pensando all’Oggi e a quanto di quel cospicuo patrimonio debba essere trasferito nell’attuale Fare Politico.E anche se quei tempi sembrano così  lontani e in qualche caso irrimediabilmente perduti, resta, nella comunità storica ma anche in quella di più recente acquisizione, il senso di appartenenza, la volontà di cambiare le cose attraverso un tentativo costante di innovazione e di essere nelle cose sconosciuto a qualsiasi altro tipo di compagine.Che sia più o meno riuscita o goffa l’interpretazione della sua testimonianza, l’eredità di Enrico Berlinguer è racchiusa in questa tensione.

 

 

 

(A distanza di tre minuti e per un intero giorno si sono alternati i picchetti d’onore intorno alla bara di Enrico Berlinguer : dalla delegazione socialista a quella del comitato centrale,dai diplomatici vietnamiti agli intellettuali,  ai registi e agli attori più noti.Ma indimenticabili  per me restano gli occhi lucidi  delle infermiere,dei vigili del fuoco, dei lavoratori Alitalia e dei minatori del Sulcis Iglesiente con la torcia accesa sul casco.Lui sapeva parlare a tutti.E tutti erano al suo funerale)

 

Quando c’era Berlinguer è un film di genere documentario della durata di. diretto da Walter Veltroni e interpretato da Giorgio Napolitano,Richard GardnerAlberto MenichelliEmanuele MacalusoAlberto FranceschiniEugenio Scalfari.
Prodotto nel 2014 in Italia e distribuito in Italia da 
Bim Distribuzione il giorno.

 

 

 

Cose forse già viste

Cose forse già viste

 

Eccoli là : Brad Pitt, Angelina Jolie, Julia Roberts, Kevin Spacey, Meryl Streep, Jennifer Lawrence, Jared Leto… in un  selfie  scattato da Bradley Cooper prima dello spettacolo e che la presentatrice  Ellen DeGeneres  ha inviato su twitter : immediato  record di retweets di tutti i tempi .Più della foto di Michelle col vestito a quadretti che abbraccia Obama. Virale.Dicono. E,alla faccia della spontaneità,  sponsorizzato dalla Samsung   che ha investito venti milioni di dollari in pubblicità per l’intero spettacolo.

 

(il selfie, con o senza photobombing , è stato il tormentone di  questa cerimonia di premiazione.E già non se ne può più)

 

Che show  però e che circo. Premiazioni così spettacolari dove tutto funziona e niente è lasciato al caso se ne fanno solo qui. Ed è qui che anno dopo anno le scelte cadono su film ed interpretazioni sempre più significative prelevando dai festival internazionali  quanto di meglio il cinema può offrire  – Her e Dallas Buyers club erano al festival del cinema di Roma, Gravity alla Mostra di Venezia, 12 anni schiavo a Toronto, A proposito di Davis, La grande bellezza e Nebraska  a Cannes –  Molti film arrivano qui già carichi di Palme, Orsi César e Leoni nonchè dell’entusiasmo del pubblico. Ma qui si compie l’opera : un Oscar è sempre un Oscar.

 

Americanate si diceva un tempo con una punta di disprezzo pensando che il glamour, la messa in scena sfarzosa, le gag dei presentatori, i fiumi di denaro investiti in promozione non avessero a che vedere col cinema-cinema. Così non era e nemmeno è particolarmente, oggi che l’Academy premia film non certo compiacenti o didascalici sullo schiavismo e sull’AIDS ma fa dire alla presentatrice della serata o date tutti gli Oscar a 12 anni schiavo o siete tutti razzisti mettendo così il dito sulla piaga del ricatto che il politicamente corretto esercita in certe scelte.

 Lo show del Kodak theatre diventa allora il simbolo, il  precipitato di un Sistema che funziona, che rispetta l’Arte e che ama il Cinema. La seconda Industria del Paese merita tutto questo impegno.Il cinema italiano – che dovrebbe per dirla con Sorrentino,fare di più – e la Politica prendano nota.

Seguono due film (da me) molto amati e (dall’Academy) per niente premiati

 

Cose forse già viste ma che non è male rivedere.Se la confezione, un po’ Bogdanovich un po’ Cassavetes, è in brillante bianco e nero,la fotografia ineccepibile, la recitazione strepitosa, si può anche prendere in considerazione  l’ ennesimo on the road made in USA dove un padre molto anziano e un figlio intraprendono il viaggio rivelatore  ritrovando se stessi e un rapporto che probabilmente non c’è mai stato. Le tappe del viaggio in un Nebraska  flagellato dalla crisi,  prevedono  soste,  ripensamenti e riflessioni, incontri con  parenti beffardi, opportunisti ,invidiosi.Alla fine parecchi inganni saranno rivelati non solo il premio di un milione di dollari che li aveva spinti a mettersi in cammino e che si sapeva fosse un imbroglio. Attori grandiosi. (tutti)

 

Fratelli, ci siete. Trasformare i sogni l’arte il talento in dollari o mezzi di sussistenza non è impresa semplice nemmeno nel paese  delle grandi opportunità.Trama leggera, ordito profondo: inconfondibilmente F.lli Coen, per una storia che racconta l’Odissea – Omero come espressa fonte d’ispirazione e qualche felino rappel che conduce a Joyce – del folksinger Van Rock che si esibisce al Gaslight (Village) in anni ( dal 1960 al 1961) ricostruiti con una tale pignoleria che il film sembra girato all’epoca. Il fallimento che non riconosce d’essere tale, il perdente con dignità e soprattutto la musica sono i protagonisti di questo raffinatissimo film – tra i migliori dello scorso anno – che seppure annovera un protagonista poco accattivante e una trama senza scosse o eventi particolari,riesce ad essere egualmente bellissimo.

 

Nebraska è un film in bianco e nero di genere commedia, drammatico della durata di . diretto da Alexander Payne e interpretato da Bruce Dern,Will ForteJune SquibbBob OdenkirkStacy KeachMary Louise WilsonRance HowardTim DriscollDevin RatrayAngela McEwan.
Prodotto nel 2013 in USA – uscita originale: 22 novembre 2013 (USA) – e distribuito in Italia da Lucky Red 

A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis) è un film di genere drammaticodella durata di . diretto da Ethan CoenJoel Coen e interpretato daOscar IsaacCarey MulliganJustin TimberlakeEthan PhillipsMax CasellaJerry GraysonJeanine SerrallesAdam DriverStark Sands,John Goodman.
Prodotto nel 2013 in USA – uscita originale: 06 dicembre 2013 (USA) – e distribuito in Italia da Lucky Red 

Che bellezza

Che bellezza

 

 

 

 

It’s time era lo slogan che campeggiava sui manifesti di  Twelve years slave in vista dell’Oscar.Come dire che sarebbe stata ora di premiare un film che dicesse le cose come stavano e forse stanno ancora. Dimenticare dunque la visione della schiavitù  romantico hollywoodiana by Gone with wind  – senza però tralasciare Mandingo – per essere pronti ad affrontare una realtà fatta di ingiustizia e violenze di ogni tipo, laddove si racconta con insostenibile minuzioso realismo il calvario del nato libero e poi con l’inganno  ridotto in schiavitù Salomon, secondo uno stile narrativo cui McQueen ci ha abituati in precedenza con  Shame e soprattutto con Hunger : l’iperrealistica  bellezza ed eleganza delle immagini in aperto contrasto con la crudeltà dei corpi martoriati in sequenze di un sadismo forse ineludibile se si vuol  definire con esattezza  l’abominio.

 Un film, sostengono i detrattori, del politicamente corretto, con i negri buoni e i bianchi cattivi – tranne Brad Pitt produttore del film che si è giustamente attribuito un cameo con la parte dell’unico buono –   sul quale non è dato esprimere perplessità pena l’esser tacciati di razzismo. Falso : ma va sempre così quando l’ennesimo capitolo di Nascita di una Nazione – qui siamo a Griffith au contraire – non è propriamente il racconto di un’epopea edificante.

E che gli americani si vergognino di quella pagina ingloriosa non è del tutto un male. Qui da noi invece non ci siamo assolutamente vergognati di pubblicizzare il film con manifesti recanti l’immagine di Brad Pitt o di Michael Fassbender ignorando Chiwetel Eijofor interprete  acclamatissimo del protagonista Salomon. Pronta la reazione della produttrice Lionsgate. Prontissimo il ritiro dei manifesti. Diciamo che questa ce la potevamo risparmiare.

 Porta a casa l’Oscar del miglior film e della migliore attrice non protagonista con Lupita Nyong’o. Peccato per Eijofor che se l’è dovuta vedere col mostro McConaughey (e in effetti non c’era gara) Gran trionfo di McQueen e di Pitt e del Coraggio in  produzione indipendente. About time too ora possiamo scrivere sui manifesti. Anche solo per questo.

 

Ed era ora anche che ringraziando per l’Oscar, Sorrentino rivelasse il segreto delle sue principali fonti d’ispirazione : Fellini, Scorsese, Talking Heads, Maradona, Napoli e Roma. Il cinema italiano che  dovrebbe, sempre secondo Sorrentino (e molti altri), fare di più  può cominciare a riflettere sulla perfezione di questo esagono i cui lati si chiamano : talento coraggio, innovazione, pop, avanguardia, bellezza. Mescolati o agitati. Non è quello il punto

 

 

 12 anni schiavo (Twelve Years a Slave) è un film di genere drammatico,storico della durata di . diretto da Steve McQueen e interpretato daChiwetel EjioforMichael FassbenderBenedict CumberbatchLupita Nyong’oPaul GiamattiPaul DanoBrad PittSarah PaulsonAlfre WoodardDwight Henry.

Prodotto nel 2013 in Gran Bretagna, USA distribuito in Italia da Bim Distribuzione 

 

 

La grande bellezza è un film di genere drammatico della durata di . diretto da Paolo Sorrentino e interpretato da Toni ServilloCarlo Verdone,Sabrina FerilliCarlo BuccirossoIaia FortePamela VilloresiGalatea RanziAnna Della RosaGiovanna VignolaRoberto Herlitzka.
Prodotto nel 2013 in Italia e distribuito in Italia da Medusa 

Più oltre

Più oltre

Nicola è oltre.Lo sbatte in faccia ad Antonio che ironicamente  – ah già tu sei oltre – conviene. Il battibecco procede e, nella foga, il limite dell’oltre  si sposta verso un più oltre non meglio specificato.Nel prosieguo del film si capirà come quell’oltre a tutti i costi renderà  Nicola la rappresentazione della Sconfitta esistenziale e politica dell’intellettuale di provincia, pronto a imporre sacrifici pesanti ai famigliari in nome di battaglie velleitarie e di un narcisismo spinto fino all’ossessione.

In una delle ultime iniziative pubbliche anche Grillo  tirò in ballo un Oltre che ricorda quello di Nicola : il Movimento è Oltre. Il più Oltre lo abbiamo visto nel Pensiero e nel Fare Politico appiattito da dinieghi ossessivi e dalla disinvoltura con la quale  si procede ad epurazioni per futili motivi. Uno sperpero di consensi che non mancherà di pesare. Oltre e più oltre.

 

Grillo, comico privo del senso dell’ ironia, deve essersi  perso uno tra i film più significativi del Maestro Ettore Scola. Se così non fosse, il senso del ridicolo avrebbe sconsigliato a lui e ai Suoi l’utilizzo compulsivo dell’ Oltre col quale amano tanto definirsi.

 

 

 

C’eravamo tanto amati è un film di genere commedia della durata di . diretto da Ettore Scola e interpretato da Nino ManfrediVittorio GassmanStefania SandrelliStefano Satta FloresGiovanna Ralli,Aldo FabriziFederico FelliniMarcello Mastroianni.
Prodotto nel 1974 in Italia.

The Count

The Count

 

 

 

Not mine, sir. I’m an American citizen and I don’t give a hootenanny God damn about your nitpicking limey laws. I intend to broadcast from this ship 24 hours a day until the day I die. And then for a couple days after that.

 

Il ricordo è una voce incredibile e una gran naturalezza.L’impressione di una persona garbata, frettolosamente – e a torto –  bollata come poco avvenente.

Continuerà a trasmettere ben oltre a couple day previsti dalla battuta di questo  film  minore  interpretato con il talento di sempre.