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Categoria: Élysée

L’Inatteso (ma che colpa abbiamo noi)

L’Inatteso (ma che colpa abbiamo noi)

L’Avvenire ha dedicato ieri un lungo editoriale a François Bayrou, il terzo uomo, colui che tra i due contendenti, Ségolène Royal e Nicolas Sarkozy, potrebbe ritrovarsi posizionato al secondo turno delle presidenziali francesi di domenica prossima, Che al quotidiano dei vescovi italiani piaccia Bayrou, definito inatteso – per gli stanchi di sinistra e destra  – a me sembra un un fatto piuttosto singolare, non fosse altro perchè con estrema chiarezza nelle sue Propositions ,ha inserito misure (piuttosto, brillanti tra l’altro) per regolarizzare la posizione e i diritti dei circa 30.000 figli di famiglie  omosessuali che oggi vivono in Francia.Quanto poi alle coppie di fatto, i Pacs,  François ha, con altrettanta chiarezza, spiegato che un ‘ unione civile aperta agli omosessuali  e sancita in Municipio, comporta equivalenti diritti di quelli  di un matrimonio .Ma non è tutto :  invitato dalla da la Croix, prestigioso foglio cattolico, a esprimersi a proposito della legge sulla laicità del 1905 (l quella che stabilisce i criteri della distinzione tra Chiesa e Stato francese) Bayrou l’ha definita una delle chiavi di volta della società, che noi abbiamo voluto. Io – aggiunge – sono un cristiano credente, praticante e difensore della laicità. La difendo come cittadino ma anche come credente. La fede è molto più a suo agio nella sua sfera quando è liberata dall’influenza dello stato. E vale anche l’affermazione reciproca.Quale dev’essere allora il ruolo delle religioni in una società laica?,incalza l’intervistatore?. E lui, dopo aver sottolineato che la fede ha due dimensioni, una privata e una pubblica, risponde che i governanti, gli eletti del popolo debbono tener conto delle opinioni ecclesiastiche, ma non sono tenuti a obbedire alle ingiunzioni delle chiese. Per quanto mi riguarda – spiega – non mi sento impegnato da prescrizioni che vengano dall’autorità ecclesiale, malgrado il rispetto e l’attaccamento che, in quanto uomo, possa avere per essa. È una questione cui faccio molta attenzione. 

 

 

 

 

François Bayrou (laïcité à la française)

François Bayrou (laïcité à la française)

BayrouIl programma del centrista François Bayrou è articolato in ottanta punti circa.In ordine alfabetico,  da Afrique a Decentralisation ma senza tralasciare   Justice, Laïcité e Social-économie si dipanano i lemmi di questa sorta di vocabolario elettorale a pronta consultazione: Les propositions ,un ‘esposizione sistematica all’interno della quale si ritrova la Francia delle Banlieus,dell’antisemitismo,della scuola,del lavoro nero e dell’immigrazione clandestina.Assenti ovviamente i Pacs che sono stati già approvati ma ai quali si accenna alla voce Homoparentalitè.Ed è a proposito dei genitori omosessuali che si ha la misura di come la Politica possa affrontare temi complessi senza equilibrismi concettuali con la sola forza del Diritto, nella chiarezza del suo bel linguaggio.Non ci sono riferimenti a radici cristiane,nessun sottile distinguo, ne’ graduatorie di Valori.Nessuna considerazione a carattere morale.Al centro dell’attenzione solo ed esclusivamente la risoluzione del problema, in questo caso rappresentata dalle sorti dei 300.000 ragazzi figli di genitori omosessuali.Eppure Bayrou tutto è fuori che un uomo di sinistra.Come posizione si potrebbe collocare tra Follini e Rutelli con il quale condivide l’aspirazione a smantellare il bipolarismo europeo formato tedesco,basato sull’alternanza tra socialisti e popolari.Cattolico,moderato,post democristiano ed europeista è la prova vivente che  si possono rompere gli schematismi del Novecento,quegli stessi che ancorano la  politica a dinamiche e contrapposizioni asfittiche, ideologizzanti che qui da noi , lungi dall’essere motore di progresso, ci vedono ancora inchiodati all’affermazione della Laicità dello Stato.

Dal Programma di Bayrou:

François Bayrou défend l’inscription dans la loi de dispositions concernant les familles homoparentales, dans l’intérêt des enfants. Il s’agit de prendre en compte les situations réelles des Françaises et des Français :

Une union civile, conclue à la mairie, ouverte aux homosexuels, comportant des droits équivalents à ceux ouverts par le mariage, j’y suis fermement favorable.

Aujourd’hui, en France, quelque 300 000 enfants sont élevés par des couples homosexuels. Que se passe-t-il pour ces enfants si l’homme ou la femme qui en est responsable – l’adoptant – vient à disparaître ? Il faut créer un lien de reconnaissance de la compagne ou du compagnon qui partage la vie de l’enfant, participe à l’élever.

Je ne suis pas favorable à une adoption plénière par deux personnes du même sexe, car l’adoption, c’est la filiation, et ce serait donc accepter qu’un enfant ait deux pères, ou deux mères, ce qui pose un problème

En revanche, l’adoption simple, qui est aujourd’hui ouverte à un célibataire, devrait l’être aussi à chacune des personnes homosexuelles vivant en couples. Sans entraîner un lien de filiation, elle crée un lien d’éducation, de succession. L’adoption simple permet donc d’apporter une solution concrète, non une réponse idéologique

Les préventions vis-à-vis de l’homosexualité et des droits des homosexuels, qui subsistent dans notre société, sont une tare qui doit être combattue sans relâche.
Les préventions vis-à-vis de l’homosexualité et des droits des homosexuels, qui subsistent dans notre société, sont une tare qui doit être combattue sans relâche.
Je refuse que l’orientation sexuelle d’une personne célibataire candidate à l’adoption soit alléguée pour lui refuser l’agrément. Lorsque j’étais en charge de telles décisions, président du Conseil général des Pyrénées-Atlantiques, j’ai veillé à ce qu’il n’en soit jamais tenu compte.
La diversité des situations des familles devra mener, dans l’intérêt des enfants, à une réforme de l’autorité parentale : permettre, avec l’accord des parents biologiques, un partage de l’autorité parentale avec un tiers, dans des conditions plus larges que celles actuellement prévues par la loi.  »

 

 

 

Liberté, égalité, fraternité, aujourd’hui à Dijon j’en appelle à la sororité

Liberté, égalité, fraternité, aujourd’hui à Dijon j’en appelle à la sororité

segoleneroyal06

Diceva l’Abbè Pierre che libertè ed egalitè rappresentano un binomio politicamente incompleto.Solo coniugato con fraternitè il significato di entrambi i concetti acquista vitalità .Ieri a Dijon Ségolène Royale  ha aggiustato il tiro includendo la sorellanza nei Principi Cardine.Non solo :

Ici, à Dijon, je vous le dis, si je suis élue présidente de la République, Olympe de Gouges entrera au Panthéon, ce grand monument si peu accueillant aux femmes qu’il porte à son fronton « aux grands hommes la patrie reconnaissante »

Elle rejoindra au Panthéon Marie Curie

Il riferimento esplicito ad Olympe de Gouges non costituisce solo un tributo all’eccellenza femminile talvolta trascurata ma assume un significato preciso di riconoscimento  del ruolo politico della Gouges in direzione della lotta alla schiavitù e per quella dichiarazione dei diritti della donna del 1791 a torto taciuta dai libri di storia.La campagna di Ségolène entra in una fase estremamente interessante nei contenuti e nei toni orgogliosamente entusiastici ma anche  per l’idea che le donne in politica siano un sinonimo di rinnovamento che va oltre i confini nazionali:

Je ne vous demande pas de voter pour moi parce que je suis une femme, mais je suis une femme et avec moi le vrai changement politique, il est là, et avec moi la politique ne sera plus jamais comme avant. A l’échelle de la planète, mais aussi de la France, si nous réussissons pour les femmes, si cela va mieux pour les femmes, alors cela ira mieux pour l’humanité tout entière.


Je dis aux femmes : osez, relevez la tête, la France a besoin de vous, entreprenez, assumez vos responsabilités, prenez toute votre place, nous en avons besoin toutes ensemble


Désirs d’avenir

Désirs d’avenir

Je voudrais dire tout le bonheur que je ressens.Je mesure l’honneur qui m’est fait par tous les militants qui sont venus qui sont venus voter massivement. Ils sont en train de me donner un élan.C’est le peuple qui s’est mis en mouvement, ce sont les militants qui se sont mis en mouvement : ils ne seront pas déçus. Nous allons ensemble construire quelque chose d’extraordinaire.

L’heure est désormais au rassemblement.
Nous allons, tous ensemble, gravir cette montagne

Je vis intensément ce moment de bonheur.
Ségolène Royal

Il seguente messaggio  che aveva per oggetto “Bonne Chance” – Privilège du décalage horaire, la Polynésie a commencé à voter. Nous sommes confiants et espérons que nous aurons amorcé la Victoire” – è arrivato  al forum ospitato nel sito di Ségolène Royal , Désirs d’avenir. prima ancora che in Francia si aprissero i seggi.Poi ce ne sono stati altri ma è stato chiaro fin da subito che madame ce l’avrebbe fatta.Oltre il 60% di consensi e migliaia di nuovi iscritti per sostenere la sua candidatura alle primarie prima e all’Eliseo in futuro.
Bonjour,Ce site est un forum participatif (partecipatif è una parola chiave della campagna di Ségolène) Questo il messaggio di benvenuto del suo sito.Tutto si può dire di lei fuori che non sia una grande comunicatrice.L’ instancabile  opera di tessitura rappresentata nell’immagine qui sopra, i novantacinque dipartimenti francesi più Guadalupe,Guyane,Martinica,Reunion,Polynesie francaise,Nouvelle Caledonie,Mayotte,Wallis et Fortune,più la sezione dei Francesi all’estero, ospitano decine di “comités" le cui attività autonome sono state pubblicizzate e coordinate attraverso il sito,ne sono una prova .
Ségolène ha vinto grazie  a una ferma volontà di fare chiarezza,di dialogare, di interagire con gli elettori.In questa operazione Internet è stata per lei un’alleata preziosa.Rispetto ai siti statici e autocelebrativi dei politici, quello della Royale sembra un alveare,con links riassuntivi dei dibattiti nei forum (iniziativa indispensabile,  vista la naturale anarchia delle discussioni on line),l’indicazione dei blog ufficiali dei comitati ma anche quelli dei singoli militanti o simpatizzanti.Una vera “rete" di dibattito si intreccia e si dipana intorno al programma riassunto in punti-chiave.In un’epoca in cui la partecipazione dei cittadini sembra essere il retaggio di epoche lontane Ségolène sembra aver trovato la chiave comunicativa ideale ,e non sono i suoi abiti discreti o il bell’incedere ma l’aver puntato da subito a quel desiderio di svolta,di cambiamento di cui i francesi dichiarano di avere urgente bisogno e di avere affidato il messaggio ad una campagna capillare di nuova generazione..Circa settantamila sono state le nuove iscrizioni al partito socialista che sono passate per il sito.Il popolo dei “venti euro” come viene chiamato ha addirittura trasformato il volto del partito.Ma Ségolène vince anche per l’estrema pragmaticità del suo messaggio politico.Parlare chiaro senza snaturare l’identità socialista ma senza rimanere troppo vittima del partito.Forse un passo in avanti rispetto a quel recupero di classi popolari sfuggite alla sinistra francese e finite sotto l’influenza dell’estrema destra.
Ségolène

Ségolène

Quest’estate Paris Match ha pubblicato le sue foto in bikini. I suoi concorrenti nel PS hanno cominciato ad attaccarla prima di tutto in quanto donna.Lunedì sera,in una delle ultime riunioni con i militanti prima del voto delle primarie.Ségolène ha ricordato polemicamente le frasi sfuggite ai suoi sfidanti dopo la sua ultima dichiarazione di candidatura per l’investitura socialista nel 2007 :Ma adesso chi si occuperà dei bambini (Fabius) o “avrebbe fatto meglio a restare a casa invece di venirci a leggere le sue schede di cucina” (Strauss Kahn).L’effetto di questi tentativi di ridicolizzazione sono stati del tutto controproducenti,hanno dato la dimostrazione che la società è più avanti dei suoi politici,problema del resto venuto alla luce su numerosissime altre questioni,Ségolène  Royale ha scompaginato la pre campagna delle presidenziali a sinistra.E’ accusata genericamente di populismo per il suo modo di affrontare alcune questioni tabù a sinistra ( la sicurezza,i problemi della scuola,il controllo popolare sull’operato dei politici) e di seguire l’opinione pubblica con gli occhi fissi sui sondaggi,invece di porsi come “guida del popolo”.L’obiettivo di Ségolène  è uno solo : recuperare  l’elettorato popolare che la sinistra ha perso ” Più le insicurezze sociali quotidiane e la precarietà  guadagnano terreno,più i francesi hanno il mal di Francia” afferma nella sua dichiarazione di candidatura.Di qui la promessa dell'”ordine giusto” alle classi popolari,non solo in campo economico e sociale ma anche per le questioni della sicurezza.L’altra idea è la “democrazia partecipativa”,per i cittadini,proposta quest’ultima  che le è valsa l’accusa di voler introdurre i Soviet o di ritornare ai Giacobini. Comunque la si veda però ,Ségolène rappresenta l’esigenza indubbia di un rinnovamento nella politica.