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Anno: 2007

Se ad essere malata è l’America

Se ad essere malata è l’America

sicko05Michael Moore, a Roma per presentare il suo Sicko (un termine che in slang vuol dire malato) mette in guardia le platee stracolme di fans  e ministri , soprattutto dalla tentazione americanizzante.Saremo anche la più grande potenza al mondo – precisa – ma abbiamo un’attesa di vita inferiore alla vostra, a causa del servizio sanitario  completamente in mano alle assicurazioni private, con tutto quel che ne consegue.E quel che ne consegue è raccontato attraverso le testimonianze dei malati respinti dagli ospedali per coperture assicurative insufficienti, dai pompieri di Ground Zero abbandonati ai propri enfisemi dopo l’11 settembre,  agl’infortunati sul lavoro costretti a scegliere quale dito della mano farsi ricucire dato il costo differenziato di ciascun intervento per ciascun dito.Storie di ordinaria ingiustizia che culminano col viaggio verso Guantanamo di tre imbarcazioni nel provocatorio e vano tentativo di far curare alcuni pompieri nell’ospedale del carcere o nell’elenco, in ordine alfabetico, delle malattie alle quali le assicurazioni  rifiutano la copertura, sulle note di Star wars.Iperbolico,comico,situazionista, dal ritmo narrativo incalzante, questo film ha guadagnato al suo autore oltre che la Palma d’Oro a Cannes ,anche una sequela di guai giudiziari che vanno dalla violazione dell’embargo alle numerose citazioni da parte delle case farmaceutiche. – Noi tutti  – aveva detto dal palco del Kodak Theatre, ringraziando per l’Oscar a Bowling for Columbine – siamo qui per documentare la realtà ma viviamo in un’ epoca fasulla…- Allora si riferiva alla Menzogna  in virtù della quale l’Iraq era stato invaso, oggi sembra ammonire che il servizio sanitario americano così brillantemente rappresentato nei telefilm ER o Doctor House, non è precisamente come viene descritto.

Naposarko (cento giorni)

Naposarko (cento giorni)

I detrattori sono tutti d’accordo : Nicolas mete in scene la fiction de l’action oppure  Il se saisit de l’actualité, enchaîne les déclarations d’intention et se comporte comme si le problème était réglé ma sono voci isolate, roba da raffinati politologhi elaborate al chiuso di remoti istituti di ricerca. In realtà basta una ricognizione nelle edicole che espongono giornali francesi per rendersi conto, già dai titoli, di come la Francia sia sedotta dal proprio presidente.Super Sarko – è uno dei soprannomi che la rivista Le point ha messo in copertina, mentre Paris Match, oltre che abbattere le pinguedini  di Nicolas a colpi di photoshop, celebra la settimana libica di Cécilia con espressioni che hanno del sublime  Cecilia inventa un modo luminoso di restare nell’ombra. Tal’è la Francia sarkomane e neopatriottarda: lo sciovinismo abituale arricchito da una buona dose di  nazionalismo, quel tanto che basta ad attenuare il senso di frustrazione per essere divenuti una potenza media.Su questo Sarko ha costruito parte delle sue fortune elettorali : il ritorno ad una nuova grandeur.Certo sul sogno di  queste magnifiche sorti grava la questione dell’immigrazione ma Sarko in meirto ha idee charissime : basta con i ricongiungimenti famigliari e selezione dei nuovi arrivi su base economica e professionale.Grande sventolio mediatico di immigrati che ce l’hanno fatta : lui stesso o la ministra della Giustizia Rachida Dati ,gran mostra di teorie assimilazioniste.Così ecco che su Paris Match del 14 luglio affiancate le foto di coloro che hanno ricevuto la medaglia d’oro "Famiglie di Francia " i Tkouth immigrati, nove figli di cui sette nella famosa administration e gli Xavier francesissimi, lui vice ammiraglio, lei casalinga : genitori altrettanto prolifici, anche loro con nove figli .I francesi oggi amano l’Uomo quello che fin dalle prime dichiarazioni ha messo le carte in tavola : Autorità Morale, Rispetto, Merito. Ed è  all’uomo , che la drammaturga Yasmina Reza ha dedicato un saggio dal titolo suggestivo :  L’aube le soir ou la nuit. E quale migliore occasione ( l’opera è stato concepita durante la campagna elettorale ) per una uscita in grande stile, se non  i cento giorni di permanenza di Sarkozy all’Eliseo ? .Nulla di strano dunque se l’autrice non fosse una qualsiasi biografa ma un’intellettuale apprezzata a livello internazionale .Pertanto Sarkozy ora può contare oltre che sull’ammirazione incondizionata del 65 % dei francesi anche sul prestigio dato da un’opera letteraria della quale è protagonista incontrasato (nè l’UMP nè sua moglie Cécilia sono citati nel libro). Reza sembrerebbe perfettamente al corrente dei rischi che un’operazione del genere comporta e infatti  sulla prima pagina riporta le osservazioni di un amico De toute façon vous l’inventerez. Les écrivains ont en commun avec les tyrans de plier le monde à leur désir.Poi però, un po’ si smarrisce, sedotta dall’incedere veloce di Nicolas che sembra claudicante oppure indugia su curiosi particolari Le front n’étant sans doute pas équipé pour le principe d’une raie, je peux apprécier le périlleux recouvrement du crâne, effectué à partir d’une séparation latérale de l’oreille droite à l’oreille gauche, par une broche intrépide et sans état d’âme, salvo poi rispondere all’obiezione della prima pagina con una memorabile espressione sarkoziana : Si je n’existais pas, il faudrait m’inventer.

la gggente deve sapere

la gggente deve sapere

Uh che bello il post di Antonio Di Pietro sull’inchiesta di Garlasco intitolato Processi in piazza . Parole sagge sull’esposizione mediatica e sul danno che può comportare al sereno svolgimento delle indagini (si dice così). Peccato che poi quando si è trattato di porre un limite concreto alla fuga di notizie  innalzando consistentemente l’importo delle ammende per i trasgressori (giornalisti ed editori) , lo stesso Di Pietro ,in una trasmissione di Anno Zero,si sia unito al coro  degli sbandieratori della Libertà di Stampa che  –  la ggggente deve sapere ! – lamentavano un eccesso di severità dovuto di sicuro alla volontà della classe politica di nascondere le proprie malefatte . Ecco qui  : la ggggente sa, spesso ancor prima degli inquirenti, grazie ad uno spiegamento di microfoni e taccuini che oramai è divenuto prassi intorno alla scena del crimine e nei dintorni.Inutile dire che in queste condizioni acchiappare il colpevole (pure lui sa e si regola di conseguenza) non è propriamente più semplice che se le indagini si svolgessero nel prescritto riserbo. Ed è anche inutile invocare la privacy, poichè quello che i giornalisti scrivono e la ggggente sa, spesso deriva direttamente dalle dichiarazioni di protagonisti e comprimari. Che privacy vogliamo invocare sul diluvio di dichiarazioni , memoriali,fotomontaggi,smentite e conferme dei parenti e degli amici della vittima sul proprio ruolo nella vicenda ?. Quanto alla segretezza, conosciamo anche le prossime mosse degl’inquirenti che c’informano i notiziari della sera , dopo aver ascoltato il principale indagato, si concentreranno  sul passato della vittima e sui parenti della stessa . La ggente sa e poi di quel che sa, fa quel che crede,compreso istruire  processi paralleli con tanto di sentenza. In tutto ciò, la presenza di Corona a Garlasco pare del tutto appropriata e in perfetta sintonia con l’ambientazione e la temperie culturale.

Un enfant? Un boulet au pied ( No Kid )

Un enfant? Un boulet au pied ( No Kid )

maier In principio fu Bonjour paresse – Buon giorno pigrizia –  tanto per parafrasare un po’ la la Sagan , un piccolo libro, quasi un manuale, contenente  trucchi ed escamotage per sopravvivere in azienda senza morire di lavoro. Alcuni , come quello di attraversare di tanto in tanto, i corridoi carichi di pratiche o spargere la scrivania di appunti,  davvero spassosi .Tutta l’operazione aveva l’aria di un divertissment editoriale ben congegnato  , poi riflettendo, tra le pagine di quel  volumetto si potevano leggere  sia una critica spietata all’organizzazione aziendale francese, talmente ritualizzata e gerarchica da somigliare alla corte di Luigi XIV, sia la paura che la conquista delle 35 ore lavorative venisse messa a rischio dall’allora governo conservatore di Raffarin che non aveva fatto mistero di una virile idiosincrasia per quella mezza giornata che avrebbe trasformato la Francia, a suo dire , in un grande parco ricreativo. Ad ogni buon conto, l’appello al disimpegno attivo, portava la firma di tale Corinne Maier, allora dottoranda in psicologia e impiegata presso l’azienda elettrica francese, già autrice di libri su De Gaulle e Lacan .Scatenata, ironica e irriverente ,il successo le ha talmente giovato, da  ripetere l’esperienza satirico-umoristica con altri due libri esilaranti : Buongiorno Lettino (sottotitolo : lo psicanalista è pagato per non fare nulla?) del quale è dir poco che vi si prenda in giro la psicanalisi e Intellettualoidi di tutto il mondo unitevi in cui  invece sono messi sulla graticola gl’intellettuali francesi. E infine l’ultimo nato, quello probabilmente destinato a far parlare di più  No KidQuarante raisons de ne pas avoir d’enfant (quarante tableaux apocalyptiques de l’esclavage moderne au temps de l’enfant roi) Protagonista incontrastata : la genitorialità pentita,provocazione estrema:  non fate figli se tenete alla vostra libertà.Il libro ( che sarà distribuito in Italia l’anno prossimo) rischia seriamente di diventare un altro campione d’incassi, in questi giorni, qui da noi, la stampa sta recensendo l’edizione francese e già i forum più zelanti scoppiano di dibattiti sulla crescita zero o se sia lecito o meno rinunziare ai figli . In realtà ognuno dei tableaux apocalyptiques di Corinne contiene la realtà di una condizione che da una parte è celebrata come una Missione e dall’altra si rivela un’esperienza faticosa e poco gratificante nel momento in cui,trascorse le celebrazioni della Madre e del Figlio,ci si ritrova da sole a cercare impossibili , talvolta, quadrature tra tempi , ruoli e incombenze. Senza contare che in questo momento in Francia, un sensibile incremento della natalità, ha reso i media paticolarmente  euforici. Ed è proprio per questo che appare più legittimo che cinico, dire esattamente le cose come stanno. E se lo si può fare con ironia,tanto di guadagnato . Scrive Isabelle Courtet Poulner in  un’articolo – intervista a Corinne Maier ( Le Nouvel Observateur del 31 maggio 2007) :

Entreprise salutaire dans le bébéland tricolore ? Cette année, la France a décroché le pompon : avec deux enfants par femme, elle aligne fièrement ses bataillons de nouveaunés promis au chômage. Record européen. A entendre Maier, un véritable « délire collectif » s’est emparé du pays : la bébémania entonnée sur un air de mère patrie. Elle démange les couples depuis l’an 2000, grand cru de nourrissons millésimés. Depuis, la grossesse est contagieuse. Dans les villes, les Maclaren, ces Rolls de la poussette, se disputent la chaussée. Sur les couvertures des magazines, les ventres ronds s’exhibent : la future parturiente est devenue glamour. Icône de la féminitude moderne, elle affiche ce ballonnement géant comme un trophée. Même la littérature, sous les plumes nuancées de Marie Darrieussecq ou d’Eliette Abécassis, se met à explorer les couffins. Exit la maternité subie. Vive la ponte triomphante, choisie, désirée, fruit de l’amour. La félicité se résume désormais à la devise « métro , boulot, marmots », un triptyque pour nigaude, dit Maier. Un leurre. Beauvoir n’est pas loin qui écrivait : « Que l’enfant soit la fin suprême de la femme, c’est là une affirmation qui a tou juste la valeur d’un slog publicitaire. » .
Messa così la prospettiva decisamente cambia e sembrano meno insensate ed egoistiche  le 40 raisons ( qui condensate in 20 ) per evitare di mettere al mondo figli :

1) Il parto è una tortura

2) Diventerete dispensatrici ambulanti di cibo

3) Lotterete per continuare a divertirvi
 
4) Perderete i contatti con gli amici
 
5) Dovrete imparare un linguaggio da veri idioti per riuscire a comunicare con i vostri figli
6) I figli uccideranno il vostro desiderio
 .
7) I figli suonano la campana a morto della vostra vita di coppia
 .
8) Fare figli è da conformisti
.
9) I figli costano
 
10) Verrete ingannati pensando che non esista niente come un figlio perfetto
 
11) Sarete inevitabilmente delusi dai vostri figli
 
12) Tutti si aspetteranno che voi siate una madre prima che una professionista e una donna
 
13) Le famiglie sono un incubo
 
14) I figli mettono fine ai vostri sogni dell’infanzia
 
15) Non smetterete di desiderare la completa felicità per la vostra prole
16) Stare a casa a badare ai figli è incredibilmente noioso
 
17) Dovrete scegliere fra maternità e carriera
 
18) Quando arriva un figlio, di solito scompare il padre
 
19) Ci sono già troppi bambini sul pianeta
 
20) I figli sono pericolosi: vi portano in tribunale senza pensarci un secondo