Un enfant? Un boulet au pied ( No Kid )
In principio fu Bonjour paresse – Buon giorno pigrizia – tanto per parafrasare un po’ la la Sagan , un piccolo libro, quasi un manuale, contenente trucchi ed escamotage per sopravvivere in azienda senza morire di lavoro. Alcuni , come quello di attraversare di tanto in tanto, i corridoi carichi di pratiche o spargere la scrivania di appunti, davvero spassosi .Tutta l’operazione aveva l’aria di un divertissment editoriale ben congegnato , poi riflettendo, tra le pagine di quel volumetto si potevano leggere sia una critica spietata all’organizzazione aziendale francese, talmente ritualizzata e gerarchica da somigliare alla corte di Luigi XIV, sia la paura che la conquista delle 35 ore lavorative venisse messa a rischio dall’allora governo conservatore di Raffarin che non aveva fatto mistero di una virile idiosincrasia per quella mezza giornata che avrebbe trasformato la Francia, a suo dire , in un grande parco ricreativo. Ad ogni buon conto, l’appello al disimpegno attivo, portava la firma di tale Corinne Maier, allora dottoranda in psicologia e impiegata presso l’azienda elettrica francese, già autrice di libri su De Gaulle e Lacan .Scatenata, ironica e irriverente ,il successo le ha talmente giovato, da ripetere l’esperienza satirico-umoristica con altri due libri esilaranti : Buongiorno Lettino (sottotitolo : lo psicanalista è pagato per non fare nulla?) del quale è dir poco che vi si prenda in giro la psicanalisi e Intellettualoidi di tutto il mondo unitevi in cui invece sono messi sulla graticola gl’intellettuali francesi. E infine l’ultimo nato, quello probabilmente destinato a far parlare di più No Kid – Quarante raisons de ne pas avoir d’enfant (quarante tableaux apocalyptiques de l’esclavage moderne au temps de l’enfant roi) Protagonista incontrastata : la genitorialità pentita,provocazione estrema: non fate figli se tenete alla vostra libertà.Il libro ( che sarà distribuito in Italia l’anno prossimo) rischia seriamente di diventare un altro campione d’incassi, in questi giorni, qui da noi, la stampa sta recensendo l’edizione francese e già i forum più zelanti scoppiano di dibattiti sulla crescita zero o se sia lecito o meno rinunziare ai figli . In realtà ognuno dei tableaux apocalyptiques di Corinne contiene la realtà di una condizione che da una parte è celebrata come una Missione e dall’altra si rivela un’esperienza faticosa e poco gratificante nel momento in cui,trascorse le celebrazioni della Madre e del Figlio,ci si ritrova da sole a cercare impossibili , talvolta, quadrature tra tempi , ruoli e incombenze. Senza contare che in questo momento in Francia, un sensibile incremento della natalità, ha reso i media paticolarmente euforici. Ed è proprio per questo che appare più legittimo che cinico, dire esattamente le cose come stanno. E se lo si può fare con ironia,tanto di guadagnato . Scrive Isabelle Courtet Poulner in un’articolo – intervista a Corinne Maier ( Le Nouvel Observateur del 31 maggio 2007) :
1) Il parto è una tortura
2) Diventerete dispensatrici ambulanti di cibo
6 pensieri riguardo “Un enfant? Un boulet au pied ( No Kid )”
Condensava ancor di più il padre di una collega di papà:
c’o faje a ffa’ nu figlio? Nun saje chi t’ miett’ int’a casa
si diceva così anche della moglie…ma con i figli che siamo destinati per questioni “fisiologiche”, a non conoscere mai fino in fondo….è calzantissima, fossi in te andrei sul blog della Maier ad esercitare il tuo franco-napoletano.
il fatto è che tutte conosciamo benissimo le 40 ragioni ma continuiamo a figliare lo stesso.
Io almeno non ho reiterato.
:-D
Vabbeh, dai…però ti rendono frizzante l’ esistenza! Dimmi tu se ci si può annoiare….
Prima con la scuola, poi con la ricerca di sbocchi di lavoro, poi con le questioni sentimentali. C’ è da stare arzilli fino alla tomba!;-DDDD
andiamo ..che c’entrano i bambini con questo libro?
Proprio niente.
Corinne per esempio ne ha due ma trova egualmente intollerabile e antisociale questa bimbolatria.Per l’assenza di servizi ma anche per le nuove tendenze educative alle quali la celebrazione del bébéland tricolore conduce.I figli possono essere un’esperienza molto importante a patto che non ci si illuda.Dire le cose come stanno serve alla selezione naturale delle madri.Il cielo sa quali guasti produce una maternità socialmente imposta.
Ne ho fatti tre,li amo e soprattutto li stimo ma una cosa è certa : la mia creatività si è misurata in prove, esperienze e realizzazioni egualmente importanti.
41. i figli un giorno pssono ammazzarti … (beh io ho un criminale potenziale che gira in casa … sto sempre sul “qui vive” ….)
alla fine dei conti la nostra essenza da animale che gli uomini esibiscono nelle lotte di poteri (soldi, ego, territorio…) perché le donne non potrebbero esibirle nel lato “maman poule” ou “vache à mioches” ????