Bon courage à Ségolène et à son équipe
A toutes et à tous,
QUOIQU’IL ARRIVE DIMANCHE SOIR, il faudra continuer à soutenir Ségolène, la porter encore plus haut qu’elle ne l’est déjà, lui donner une majorité à l’assemblée si elle est élue, la mener vers d’autres victoires futures.
A bientôt toutes et tous pour d’autres Charlety….ou Stade de France ..
Too young
Peccato che Lidia Ravera abbia scritto "Saviano è troppo giovane per sapere che la cosa più importante per uno scrittore non è cosa si racconta ma come si racconta,.la letteratura percorre strade misteriose ma ogni libro è in qualche modo, comunque , indagine del nostro tempo anche se non parla di camorra ma dell’animo umano e delle relazioni tra persone" . Come dire : sciupare un’occasione di dibattito disponendo senz’arte più di un paletto, il troppo giovane per sapere, per esempio, approccio vietamente maternalistico, particolarmente inappropriato in letteratura, campo nel quale la categoria maturità non necessariamente si coniuga con quella di efficacia .E poi quanto detto da Roberto Saviano a Officina Italia, , merita migliore attenzione che un semplice liquidare il discorso comprimendo il problema nell’ambito del come si racconta. Se, come scrive Saviano la necessità prima dell’intellettuale è presenziare al dolore umano, coloro i quali hanno raccontato senza mediazioni ne’ deleghe (Primo Levi, Herling , Céline) ci hanno donato visioni del proprio tempo,affreschi,quadri d’insieme che sono state per i lettori invasioni più che evasioni.E’ una questione di prospettive : il dolore umano sullo sfondo di immani tragedie o le immani tragedie come vere protagoniste del racconto del dolore umano.
Non mi interessa la letteratura come vizio, non mi interessa la letteratura come debole pensiero, non mi riguardano belle storie incapaci di mettere le mani nel sangue del mio tempo, e di non fissare in volto il marciume della politica e il tanfo degli affari. Esiste una letteratura diversa, può avere grandi qualità e riscuotere numerosi consensi. Ma non mi riguarda. Ho in mente la frase di Graham Green: "Non so cosa andrò a scrivere ma per me vale soltanto scrivere cose che contano". Cercare di capire i meccanismi. I congegni del potere, del nostro tempo, i bulloni della metafisica dei costumi. Tutto diventa materia. Danaro, taglio della coca, transazioni, assessori, documenti, uccisioni, proclami, preti e capizona. Tutto è coro e materia, con registri diversi. Senza il terrore di scrivere al di fuori dei perimetri letterari, prescegliendo dati, indirizzi, percentuali e armamentari, contaminando con ogni cosa.
Roberto Saviano
Le débat
Questi due giornalisti si chiamano Arlette Chabot e Patrick Poivre d’Arvor e oltre ad aver presenziato alla sfida Royal – Sarkozy, in onda ieri sera per circa venti milioni di telespettatori,ne avevano precedentemente definito la scaletta strutturando il dibattito su alcuni temi fondamentali : Definizione del mandato,Istituzioni ,Problemi economici e sociali e Politica estera. Onore al merito,intanto,per un lavoro di conduzione non invadente e interessato più alla resa del programma in termini politici, che all’effettiva moderazione dei contendenti, i quali hanno così potuto esprimere liberamente le loro posizioni adottando i toni loro congeniali (che in qualche caso, si sono rivelati anche forti e sostenuti).Questo tipo di incontri, se troppo appiattito sulle regole dei dibattiti televisivi, finisce con l’essere invariabilmente monotono,invece grazie ad una sapiente gestione e ad una serie appropriata di domande,l’incontro ha avuto un andamento interessante. Era fin troppo ovvio che Ségolène avrebbe messo in evidenza la sua passionalità in contrapposizione alla obbligatoria flemma di Sarkozy che ha recitato con convinzione il suo ruolo di favorito nei sondaggi e probabile futuro inquilino dell’Eliseo, lasciando trasparire solo in qualche caso nervosismo e disappunto, particolarmente quando un’arrembante Ségolène gli ha materialmente puntato il dito contro, accusandolo d’immoralità politica o quando ha rivendicato le mancate realizzazioni nei campi della sicurezza e del sociale.Questi dibattiti,si sa,più che spostare sensibilmente l’opinione degli elettori servono a rassicurare i propri sostenitori, nell’ipotesi che siano poi loro a fare da cassa di risonanza.Ségolène da questo punto di vista ha convinto moltissimo e stamane quasi tutti i giornali erano pieni di quella pugnacité che la sinistra ha salutato con entusiasmo.E mentre l’UMP il partito di Sarkozy pubblicamente denunziava sugli stessi giornali l’ Agressivité della Royal,giustamente sul forum di Liberation qualcuno osservava : Quand on voit M. Sarkozy aller faire le Zorro dans les banlieues s’offusquer comme une jeune fille effarouchée de la vivacité de Madame Royal, décidèment il n’est vraiment pas crédible…;
Forever Young
Passi che non abbia capito (tuttora) bene dove si trovasse : una piazza debordante e vivace,d’accordo,ma fondamentalmente ospite dei sindacati,in una manifestazione unitaria.
Passi che si sia fatto dare del terrorista dall’Osservatore Romano ( che invece sa molto bene come si fa a cavalcare l’onda emotiva)
Passi che abbia dato l’occasione a Bonanni, di affermare che la chiesa col cavolo che non si evolva, essendo oramai rimasta praticamente sola ad affermare che l’uomo non è merce (da due pontefici almeno ) utilizzando ben altre casse di risonanza.
Passi che con poca spesa, abbia dato partita vinta all’Apparato ( a tutti gli apparati).
Passi che continui a ripetere che per lui Sovrano è il Popolo cioè quello di San Giovanni, mica la (numerosa) componente cattolica sindacale.
Passi pure tutto ciò (anzi, è bello che passato) ma…perchè Rivera non coglie l’occasione per rinnovare il suo repertorio, acciocché il popolo sovrano non sia più costretto a difendere lui e le sue battute ritrite e francamente un po’ agé?