Sfogliato da
Anno: 2007

Court Bouillon

Court Bouillon

Ségolène non ce l’ha fatta e Nicolas Sarkozy è stato eletto Presidente della Repubblica con i voti della destra moderata, di quella lepenista e di una parte del centro . Il risultato è consistente,netto,inequivocabile. Il nuovo presidente deve questa vittoria alla sua franchezza provocatoria a quell’idea di rottura che fa pensare al 53 % dei francesi di poter uscire da decenni di difficoltà con metodi energici .Basta con l’uguaglianza,le 35 ore,gli scioperi (a meno di un referendum tra i lavoratori),l’assistenza ai disoccupati che non accettano la seconda proposta di lavoro e poi ancora riduzione a metà del turn-over nella pubblica amministrazione,finanziamenti all’impresa che viene considerata unica fonte di sviluppo,detassazione degli straordinari (sempre per le imprese) immigrazione “scelta", identità nazionale e già che ci siamo, facciamola pure finita con la obbrobriosa eredità del maggio sessantotto.Queste dichiarazioni che hanno caratterizzato la campagna elettorale di Sarkozy non sono state contrastate da alcun movimento di protesta.La suicida litigiosità della sinistra ha lasciato passare l’ondata dei sostenitori dello sceriffo Nicolas che promette quell’ordine e quella sicurezza che quando è stato ministro degl’interni del governo Chirac non è stato in grado di mantenere,lasciando inalterate le  cifre di criminalità  e  violenze private. La vittoria di Sarkozy dimostra che la politica funziona ancora quando si tratta di contrastare l’avanzata delle forze progressiste ancorchè rappresentate da una donna, pugnace e determinata come non se ne vedevano da tempo ma.. pur sempre appartenente alla sinistra moderata.Sarkozy è un duro ma è quello che ha voluto il popolo.In conclusione nell’Europa del terzo millennio il rinnovamento intima :  a destra tutta.
Grancasse e campane a distesa per il Family Day,l’unico vero bipolarismo che ci è toccato in sorte e mentre le argomentazioni degli uni e le rassicurazioni degli altri, continuano a volare sulle nostre teste, l’inisistenza e la ripetitività rendono oramai priva di senso ogni  locuzione.Un po’ di silenzio non guasterebbe, magari  mentre il Parlamento Europeo ci intima di applicare la normativa afferente (unioni di fatto).Una bella battaglia a colpi di delibere e ammonizioni con una spolverata di  velate minacce (vi seghiamo i contributi,istituiamo la colonna infame dei paesi incivili etc etc).Potrebbe essere un modo  per non partecipare al ministeriale  gioco del se non fossi andrei.O quantomeno ottenere il gran privilegio di non ascoltare più le cavatine di chicchessia sulla Sacra Famiglia Ufficiale o Alternativa che sia.
Peppino Impastato e Giorgiana Masi dei quali (purtroppo) nei giorni addietro si è ricordato l’anniversario della morte.Due omicidi premeditati ,uno ordito lontano,l’altro qui a pochi passi da casa,un pomeriggio di un giorno da cani , in una città messa sotto assedio da Cossiga.
Mediaset,la banca d’affari Goldman Sachs e Cyrte (un fondo d’investimento in telecomunicazioni) comprano Endemol da Telefonica ,una storia che a raccontarla ci vorrebbe Dumas.Salutiamo la nascita di un sistema che tiene insieme tutto : telefoni televisioni,programmi d’intrattenimento e di qualità, garantendo profitto e spargimento a larghe mani  di Pensiero Unico in pillole gradito ai padroni politici e filtrato dal sistema finanziario.Ci sia gradita l’occasione per enumerare quanti programmi Endemol vanno in onda in Rai.(chi fondò la Endemol?…Ehhhhhh qui ci vorrebbe invece Dick)
Rai. Interessante il disegno di legge con la Fondazione plurale aperta ad un nutrito gruppo di rappresentanti della società e del mondo della cultura.Restano i partiti nel consiglio d’amministrazione  in una posizione di maggioranza (sei su undici) ma il loro ruolo è sfumato poichè la gestione aziendale è in regime di condominio.Si tende a differenziare le attività finanziate con il canone e quelle prodotte con la pubblicità analogamente tra gli operatori di Rete e i  fornitori di contenuti ferma restando l’unitarietà di RAI spa garantita dal controllo proprietario della Fondazione.Il modello è quello della BBC.Due reti si servizio pubblico ed una commerciale finanziata dalla pubblicità.Non illudiamoci: sarà battaglia per motivi fin troppo ovvi .Il disegno di legge scalzerebbe la Gasparri,una delle tante ad personam della passata gestione, ma soprattutto eliminerebbe il mostro che teneva insieme canone e pubblicità.Questa riforma del sistema di governance in RAI procede di pari passo con il disegno di legge che tende a riequilibrare il mercato  televisivo fissando un tetto antitrust alla raccolta pubblicitaria al 45 % (oggi Mediaset è al 60).Il monopolio dei colossi generalisti padroni del 95% della partita si dissolverebbe.Non siamo ancora all’optimum,persino negli USA il privato non può detenere più di una quota parte di una singola televisione.Tuttavia sembra egualmente una buona legge e una buona opportunità per la RAI.
La Sicilia vota a destra e i soliti noti fingono essere questa una novità assoluta nel panorama politico, nonchè una sonora  bocciatura per Prodi (che non era mai stato promosso da quelle parti).Quando il dibattito politico si riduce a questo,cadono le braccia.
La notizia che la Roma nel senso di squadra di calcio ha alzato la coppa nel senso di Italia,mi raggiunge in una terra straniera (stranio suolo ).Doppia e tripla felicità tra l’indifferenza degli astanti.Senza PC, ne’ Internet ,se non per una rapida connessione, rubata di notte in casa di amici,ho lavorato con carta e penna e consultato. sfogliando materialmente vere pagine.La nostalgia non è nel mio DNA.Ho fatto una fatica cane e quei fogli, quei libri e quelle penne non mi hanno trasmesso nessuna emozione.Il tasto Canc è una grande invenzione per chi è abituato a torturare le parole.Fortunatamente ora sono di nuovo a casa.
Bon courage à Ségolène et à son équipe

Bon courage à Ségolène et à son équipe

segolene

A toutes et à tous, 

QUOIQU’IL ARRIVE DIMANCHE SOIR, il faudra continuer à soutenir Ségolène, la porter encore plus haut qu’elle ne l’est déjà, lui donner une majorité à l’assemblée si elle est élue, la mener vers d’autres victoires futures.

A bientôt toutes et tous pour d’autres Charlety….ou Stade de France ..

Too young

Too young

saviano a casal del principePeccato che Lidia Ravera abbia scritto "Saviano è troppo giovane per sapere che la cosa più importante per uno scrittore non  è  cosa si racconta ma come si racconta,.la letteratura percorre strade misteriose ma ogni libro è in qualche modo, comunque , indagine del nostro tempo anche se non parla di camorra ma dell’animo umano e delle relazioni tra persone" . Come dire :  sciupare un’occasione di dibattito  disponendo senz’arte più di un paletto, il troppo giovane  per sapere, per esempio, approccio vietamente maternalistico, particolarmente inappropriato in letteratura, campo nel quale  la categoria maturità  non necessariamente si coniuga con quella di efficacia .E poi  quanto detto da Roberto Saviano a Officina Italia, , merita migliore attenzione che un semplice liquidare il discorso comprimendo il problema nell’ambito del come si racconta. Se, come scrive Saviano la necessità prima dell’intellettuale è presenziare al dolore umano, coloro i quali hanno raccontato senza mediazioni ne’ deleghe (Primo Levi, Herling , Céline) ci hanno donato visioni del proprio tempo,affreschi,quadri d’insieme che sono state per i lettori invasioni più che evasioni.E’ una questione di prospettive : il dolore umano sullo sfondo di immani tragedie o le immani tragedie come vere protagoniste del racconto del dolore umano.

Non mi interessa la letteratura come vizio, non mi interessa la letteratura come debole pensiero, non mi riguardano belle storie incapaci di mettere le mani nel sangue del mio tempo, e di non fissare in volto il marciume della politica e il tanfo degli affari. Esiste una letteratura diversa, può avere grandi qualità e riscuotere numerosi consensi. Ma non mi riguarda. Ho in mente la frase di Graham Green: "Non so cosa andrò a scrivere ma per me vale soltanto scrivere cose che contano". Cercare di capire i meccanismi. I congegni del potere, del nostro tempo, i bulloni della metafisica dei costumi. Tutto diventa materia. Danaro, taglio della coca, transazioni, assessori, documenti, uccisioni, proclami, preti e capizona. Tutto è coro e materia, con registri diversi. Senza il terrore di scrivere al di fuori dei perimetri letterari, prescegliendo dati, indirizzi, percentuali e armamentari, contaminando con ogni cosa.

Roberto Saviano

Le débat

Le débat

segoafp102958730205224647_big

Questi due giornalisti si chiamano  Arlette Chabot e Patrick Poivre d’Arvor e oltre ad aver presenziato alla sfida Royal – Sarkozy, in onda ieri sera per circa  venti milioni di telespettatori,ne avevano precedentemente definito la scaletta strutturando il dibattito su alcuni temi fondamentali : Definizione del mandato,Istituzioni ,Problemi economici e sociali e  Politica estera. Onore al merito,intanto,per un lavoro di conduzione non invadente e  interessato più alla resa del programma in termini politici, che all’effettiva moderazione dei contendenti, i quali  hanno così potuto esprimere liberamente le loro posizioni adottando i toni loro congeniali (che in qualche caso, si sono rivelati anche forti e sostenuti).Questo tipo di incontri, se troppo appiattito sulle regole dei dibattiti televisivi, finisce con l’essere invariabilmente monotono,invece grazie ad una sapiente gestione e ad una serie appropriata di domande,l’incontro ha avuto un andamento interessante. Era fin troppo ovvio che Ségolène avrebbe messo in evidenza la sua passionalità in contrapposizione alla obbligatoria flemma di Sarkozy che ha recitato con convinzione il suo ruolo di favorito nei sondaggi e probabile futuro inquilino dell’Eliseo, lasciando trasparire solo in qualche caso nervosismo e disappunto, particolarmente quando  un’arrembante Ségolène gli ha materialmente  puntato il dito contro, accusandolo d’immoralità politica o quando ha rivendicato le  mancate realizzazioni  nei campi della sicurezza e del sociale.Questi dibattiti,si sa,più che spostare sensibilmente l’opinione degli elettori servono a rassicurare i propri sostenitori, nell’ipotesi che siano poi loro a fare da cassa di risonanza.Ségolène da questo punto di vista ha convinto moltissimo e stamane quasi tutti i giornali erano pieni di quella pugnacité che la sinistra ha salutato con entusiasmo.E mentre l’UMP il partito di Sarkozy  pubblicamente denunziava sugli stessi giornali  l’ Agressivité della Royal,giustamente sul forum di Liberation qualcuno osservava : Quand on voit M. Sarkozy aller faire le Zorro dans les banlieues s’offusquer comme une jeune fille effarouchée de la vivacité de Madame Royal, décidèment il n’est vraiment pas crédible…;

Forever Young

Forever Young

139289571_b1fb622dccPassi che non abbia capito (tuttora) bene dove si trovasse :  una piazza debordante e vivace,d’accordo,ma fondamentalmente ospite dei sindacati,in una manifestazione unitaria.

Passi che si sia fatto dare del terrorista dall’Osservatore Romano ( che invece sa molto bene come si fa a cavalcare l’onda emotiva)

Passi che abbia dato l’occasione a Bonanni, di affermare che la chiesa col cavolo che non si evolva, essendo oramai rimasta praticamente sola ad affermare che l’uomo non è merce (da due pontefici almeno ) utilizzando  ben altre casse di risonanza.

Passi che con poca spesa, abbia dato partita vinta all’Apparato ( a tutti gli apparati).

Passi che continui a ripetere che per lui Sovrano è il Popolo cioè quello di San Giovanni, mica la (numerosa) componente cattolica sindacale.

Passi pure tutto ciò (anzi, è bello che passato) ma…perchè Rivera non coglie l’occasione per rinnovare il suo repertorio, acciocché il popolo sovrano non sia più costretto a difendere lui e le sue battute ritrite e francamente un po’ agé?