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Mese: Luglio 2007

Guardare, Inquadrare,Filmare

Guardare, Inquadrare,Filmare

Hai visto l’Eclisse?Io ci ho dormito.Una bella pennichella.Bel regista Antonioni.C’ha una Flaminia Zagato.Una volta sulla Fettuccia di Terracina m’ha fatto allungà il collo.

Michelangelo Antonioni non ha mai perdonato a Dino Risi questa battuta tratta dal film Il Sorpasso, dal canto suo Risi ha sempre risposto che quell’espressione era strettamente funzionale alla sceneggiatura :serviva a meglio definire la superficialità  del personaggio interpretato da Gassman . Al di là delle antiche ruggini (ogni film di Antonioni era puntualmente celebrato dalla critica, quelli di Risi, un po’ meno) il sentimento del Comune Spettatore rispetto ai film di Antonioni, era proprio quello descritto nel Sorpasso.Michelangelo Antonioni che raccontava i silenzi e l’incomunicabilità – come si diceva allora – in pellicole di una lentezza estenuante non faceva film molto popolari.Ne’ dal tratto fortemente sperimentale del suo cinema, ci si sarebbe potuto attendere di più.Ma le diciassette macchine da presa che nel 1970 filmarono l’esplosione dei simboli del benessere e del consumismo con sottofondo di musica dei Pink Floyd in Zabriskie Point, scrissero egualmente una pagina memorabile della storia del cinema anticipando di parecchio i contenuti,le idee e i drammi del futuro.Antonioni mancava da molto tempo,il suo ultimo film   – Al di là delle nuvole – nato da un consorzio artistico incredibile con Wim Wenders e Tonino Guerra è del 1995 ed è dedicato alla rinuncia dello sguardo che s’interroga su cosa c’è al di là delle nuvole dopo aver tentato invano di portare in scena la vera immagine della realtà assoluta.La cronaca di un tormento ed insieme un saggio in forma di fiction su cosa significhi guardare,inquadrare,filmare.

 

La lanterna magica

La lanterna magica

Ingmar Bergman set 1957

Bergman metteva in riga i miei migliori (e scomposti) istinti di spettatrice.I suoi film non lasciavano molto spazio alla fantasia, ne’ alla riflessione, ne’ alla fuga .Faceva, diceva, esprimeva tutto lui .Ogni volta – che rabbia – era sufficiente sedersi e guardare.E ogni volta l’intreccio consueto: immagini e dialogo in perfetta alchimia, risultavano esaustivi. Cos’ altro si sarebbe potuto aggiungere a Sinfonia d’autunno a Fanny e Alexander al Settimo sigillo a Scene da un matrimonio o al Posto delle fragole? Proprio nulla . Per questo nonostante il sentimento di profondo rispetto e la consapevolezza di essere al cospetto di autentiche opere dell’ingegno,io Bergman non l’ho mai davvero amato.Però non ho perso un suo film, ne’ una sua produzione televisiva,ne’, quando è stato possibile,una sua opera teatrale.Capitava a me ciò che spesso accade con quelle persone che si stimano moltissimo .ma alle quali ,per pudore, non si riesce a dare del tu.

Nell’illustrazione Ingmar Bergman sul set di Settimo Sigillo

Stile fine di ogni decennio

Stile fine di ogni decennio

via veneto

Inutile scomodare Jankso,  più che Vizi privati e pubbliche virtù, questa potrebbe essere catalogata come La tragedia di un uomo ridicolo,  anche se nella fattispecie, il film di Bertolucci tornerebbe utile solo per il titolo. In entrambi i contesti tuttavia, l’aura tragica dei personaggi, ne esplicita la motivazione interiore, determinandone la grandezza. Qui  siamo alla Realtà che corre dietro alla propria Rappresentazione e l’aura è andata a farsi friggere insieme al senso della misura. Ricapitolando :  Il ristorante è quello in auge alla fine dei 90th, l’hotel lo è stato alla fine dei 50th e il tipo di convegno, compreso epilogo di corsa all’ospedale, andava per la maggiore alla fine dei 70th, l’intera cornice ,tra fasto  e tragressioni a tassametro, rievoca gli 80th .Se non ci fosse a casa, una donna in procinto di partorire, l’episodio non meriterebbe nemmeno di essere menzionato.Anche lei, purtroppo, fa parte della messinscena  e tra tutti, è il personaggio più indifeso.Signora,salti fuori dalla gravitazione universale,non conceda l’happy end ,faccia nascere il bambino e poi assesti a questo cafone un bel calcio nel sedere.Riabiliti questa pellicola con un atto di coraggio.Chiunque lei sia,merita di più di un marito insensibile che oltretutto pare il compendio dei più brutti film mai prodotti in questo paese.

Nell’illustrazione Via Veneto

Bree (e le altre)

Bree (e le altre)

327

E’ finita mercoledì scorso la terza stagione delle Desperate Housewives lasciando aperta ogni singola vicenda delle abitanti di  Wisteria Lane, a soluzioni che potranno agevolmente dipanarsi nella prossima serie. Checchè se ne pensi, Desperate è un prodotto televisivo dai molti pregi. Il mix giallo rosa è ben amalgamato e il contrappunto esistenziale introdotto dalla voce narrante, arricchisce notevolmente il racconto senza scadere troppo nel moralistico melenso (alle volte è un attimo) . Da ultimo: il dialogo serrato  e vivacissimo è di buon livello ed ironico senza forzature. Riflettendo su questo tipo di telefilm di pura evasione ,dal costo, almeno fin qui, non elevatissimo – quasi tutto si svolge in interni , case dislocate nei 100 metri di un tratto di strada e in altre semplici  ambientazioni ricostruite in studio – dalla sceneggiatura  accurata e coerente nonostante i mille intrecci , non si capisce bene perché  le nostre serie televisive non riescano ad avere la  stessa verve e lo stesso successo e soprattutto vendano così poco all’estero.Personalmente non sono riuscita ad andare oltre la terza puntata dei Cesaroni (troppi stereotipi) e di Un ciclone in famiglia (troppo Vanzina) che pure sono interpretati da bravi attori.Il punto credo sia nella sceneggiatura, vicende famigliari, complicazioni  sì, ma con l’happy end troppo a portata di mano,personaggi complessi e pieni di difetti ma che poi trovano remissione dei peccati e facile ravvedimento nell’arco di una o due puntate. Desperate è diverso : non c’è una figura femminile che abbia un buon carattere o un tic che l’abbia portata sull’orlo della crisi di nervi, quando non alla violazione delle regole di buona convivenza eppure alla soglia della quarta stagione e nonostante discrete peripezie,ognuna è rimasta quel che era, senza miracolosi interventi d’innamorati o di vicissitudini strazianti.Come poi, in fondo, è anche nella vita.

Nell’illustrazione : il personaggio preferito

Amore tra le rovine

Amore tra le rovine

ColosseoRomanticissimo – location poco poco decadente ma quelli sono gusti – è il bacio di notte sotto la luna e all’ombra della madre di tutte le rovine.


Niente ponentino (posso confermare) ma egualmente l’Incanto assicurato da cipressetti, fasci di  luci morbide sul monumento  e da storici lampioni dislocati qua e là.

Loro due, nella notte stellata.

Un bacetto è pressocchè d’obbligo. Focoso?Audace? Sulla spalla? Sul petto?.

E che sarà mai…Si nun sei pratico p’aregge i moccoli…ammonisce una vecchia canzone, in certi posti nun ce passà.

Vallo a raccontare alla pattuglia che da quelle parti , ce deve passà per servizio : cioè per esempio a controllare che gli ubriachi non siano molesti, che giovani e giovinette  non impovvisino partite di pallone, spogliarelli pro you tube , cori sguaiati, risse e gare con  moto o  macchine smarmittanti.

Ma torniamo alla serenità del  bacio sulle scale prospicienti il Colosseo e ai tutori dell’ordine improvvisamente turbati dalle effusioni a cielo aperto della coppietta .

Identificati, perquisiti e  tradotti separatamente alla caserma del Celio ,gli autori del misfatto, sono stati prima trattati con la consueta ruvidezza e poi denunziati per atti osceni in luogo pubblico.

Epilogo da commedia all’italiana anni cinquanta, quella delle immancabili preghiere al vigile col cipiglio di non far sapere niente a mammà.

Preghiere che in questo caso, non ci sono state, tant’è che questa vicenda è su tutti  giornali del mattino opportunamente commentata e discussa.

Sfacciati fino in fondo, quei due hanno raccontato in giro la loro (brutta ) avventura raccogliendo solidarietà un po’ dovunque. Un piccolo risarcimento al sogno, bruscamente interrotto, al senso di frustrazione,alla paura, all’ingiustizia subita nella notte precedente. Ma cos’è poi un bacio…etc