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Anno: 2011

Cosa resta

Cosa resta


Cosa resta? Speriamo non l’idea di declino come da copertina di  Der Spiegel appena l’estate scorsa. Men che meno i sorrisi d’intesa di governanti che, se non ci fosse stato lui a coprire tutta la gamma dell’impresentabilità istituzionale,avrebbero avuto ben poco da ridere.


Tuttavia  i lasciti berlusconiani, consistenti e ben distribuiti, oltre la nostra dubbia reputazione sul piano internazionale , comprendono il modo d’intendere la Politica ma anche lo stile di vita,le relazioni umane,il linguaggio.Ci vorranno anni per bonificare, seminare,far crescere una nuova cultura e non è nemmeno detto che ci si riesca,avendo avuto Berlusconi l’abilità di intercettare ed incarnare i nostri istinti peggiori,quelli di cui prima ci vergognavamo e oggi non più.


Non a caso c’è chi già teorizza di irritualità liberatoria, gesti volgari, cene eleganti come segnale di discontinuità rispetto alle grisaglie e alle atmosfere curiali e vedovili (copyright Sorrentino) della politica  d’antàn. La pretesa rivoluzione liberale ridotta ad un fatto di costume :un calcio alle istituzioni e uno alle buone maniere ( ma egualmente grazie di cuore, reduci convenuti al Teatro Manzoni, i vostri apprezzamenti al passato prossimo, i toni ora stentorei, ora preoccupati, ora commossi anticipano l’ ufficio funebre alla cattiva politica).


E se sarà difficile mettere da parte quel sistema di valori così come furono elencati dalla signora De Nicolò nella nota intervista-manifesto resa al programma Ultima Parola, non altrettanto sarà per il recupero di regole e comportamenti che consentano alla Politica di tornare in campo da protagonista. E’ bastata l’iniziativa del Presidente Napolitano a rimettere in moto un dibattito stanco e avvitato su se stesso,è bastata l’idea di sottrazione del Capo a stimolare una  vera disputa  – seppure a suon di insulti – nel partito di plastica, e un’assunzione di piena responsabilità nelle altre compagini.Non che  risalire la china sia impresa da poco, ma da qualche giorno, è tornata la sensazione di essere sulla strada giusta.Per questo ogni manifestazione di entusiasmo, è lecita e giustificata.Non è certo con i Quaresimali che si rimuovono i problemi.

Col resto faremo i conti nel corso del tempo ,poichè i veri cambiamenti li realizzano i popoli, non i governi.Dunque tocca anche a noi, differenziando il pattume,riprenderci ciò di cui siamo stati privati.






Equità (poi…)

Equità (poi…)

Dev’essere stata quella sospensione per eccesso di ribasso del titolo Mediaset – meno 12% solo ieri –  a favorire il ritorno del buonsenso in Silvio Berlusconi che, verso sera, ovvero  in capo ad una giornata da tregenda – comincia con l’arrivo dei commissari europei, prosegue con il differenziale che di ora in ora aumenta e termina con un tonfo dei mercati – concede una timida apertura all’ipotesi di un governo presieduto da Mario Monti, nel frattempo divenuto con provvidenziale iniziativa del Presidente Napolitano, senatore a vita.


Il quadro generale d’altro canto non offre grandi prospettive di scelta nemmeno per l’imprenditore Berlusconi, mentre per il politico il tragitto,almeno di qui alle dimissioni, è segnato.

In un mondo perfetto, le elezioni avrebbero rappresentato la via maestra – lo era ancora un anno fa – ma il salvifico azzeramento, sancito dal popolo sovrano, di una classe dirigente inadeguata, dopo diciotto anni di disastri politici, economici,  etici e culturali, è ancora relegato nel libro dei sogni, atteso che una campagna elettorale lunga e sfibrante, oltre che esporci sempre più agli attacchi degli speculatori, decreterebbe definitivamente il divario tra Noi e la Realtà : litigare sulla tassazione della rendita o sulla revisione dell’articolo 18, mentre ci si avvia a passi da gigante verso il fallimento, non è il massimo.


Men che meno affidare le sorti del paese ad altro esponente – Alfano, Letta o chi per loro – della compagine che ci ha portato al disastro.

In un’ottica, che comunque è ancora  politica, di riduzione del danno, non resta che un governo del Parlamento guidato da una personalità che tranquillizzi l’Europa e i mercati e che faccia riguadagnare terreno al nostro paese.Almeno in termini di credibilità.Ma soprattutto qualcuno cui affidare un programma di riforme oramai divenuto indifferibile e che nell’ambito dei necessari sacrifici, impronti le misure ad un criterio oramai dimenticato : l’equità


E’ l’unico modo per far digerire alla Comunità Europea un ruolino di marcia – quello che il Parlamento si appresta ad approvare – che dal punto di vista del risanamento, fa ridere i polli. Senza considerare che essere obbligati alle cosidette larghe intese è probabilmente un passaggio necessario per quella normalizzazione – se in grisaglia o principe di Galles, poco conta – di cui, dopo anni di carnevalate, denunziamo estremo bisogno.


Avremo poi tempo per discutere su temi fascinosi e dirimenti quali la morte della politica e il trionfo dei mercati. Poi. E senza troppe lagne si spera,perché se così ci troviamo,la colpa non è certo solo dei Cattivi ma anche di noi presunti Buoni che con differenti comportamenti avalliamo classi dirigenti incapaci di risposte politiche degne.

(Nell’illustrazione la scala elicoidale del Mascarino. Si trova al Quirinale)


Tutti pazzi per Elsie Marina

Tutti pazzi per Elsie Marina

Quel che accadde durante le disastrose riprese de Il Principe e la ballerina ,  lo aveva già raccontato con ampiezza di particolari, Norman Mailer nel suo Marilyn e  seppure il tocco decisamente anti britannico, anti Miller, anti Olivier, e incondizionatamente pro-Marilyn, induca il sospetto di una versione dei fatti velata da un minimo di (innamorata) partigianeria, il ritratto della Monroe che ne emerge riesce ad essere egualmente preciso e credibile.


Parte degli episodi salienti e degli umori del soggiorno londinese di Marilyn Monroe,per l’occasione, accompagnata da Artur Miller e da Paula Strasberg, ritroviamo anche in questo My week with Marilyn, tratto dalle memorie di Colin Clark,  assistente di Lawrence Olivier che del Principe e la ballerina fu anche regista.


Storia di un set difficile, di un film modesto ma illuminato dalla presenza di due interpreti d’eccezione, delle reciproche incomprensioni per divergenze non solo artistiche, delle cattiverie di Olivier,della gelosia della di lui moglie Vivien Leigh, del profondo malessere e della fragilità di Marilyn e di come tutto questo non riesca, miracolosamente, a trapelare, ne’ a condizionare l’andamento del film.


Ma soprattutto storia di un mito inossidabile, della sua misteriosa capacità di suscitare negli altri sentimenti forti, raccontata con l’esattezza e la passione degli innamorati e interpretata  (Kenneth Branagh in particolare) da un cast britannico di tutto rispetto.Inevitabilmente, gli unici rilievi la critica ha destinato a Michelle Williams, nella parte della Monroe, ma, credo, sia davvero impossibile per un’attrice, pur preparata, reggere un tale confronto. Ovvero : rendere al meglio la donna che possedeva quella bellezza,quel dolce filo di voce e tutta la pulizia di tutti i cortili americani puliti.

(Norman Mailer non sbagliava a sostenerne l’unicità)




My Week With Marilyn è un film a colori di genere drammatico della durata di 96 min. diretto da Simon Curtis e interpretato da Michelle WilliamsKenneth BranaghEmma WatsonDominic Cooper,Eddie RedmayneJudi DenchDerek Jacobi.
Prodotto nel 2011 in USA  .


Parossistiche vibrazioni

Parossistiche vibrazioni

Dopo the talking cure, ecco qui un altro  dangerous method tardo ottocentesco per il trattamento dell’Isteria, sempiterno e sbrigativo contenitore diagnostico delle più diverse forme reattive, ivi comprese quelle che di patologico hanno ben poco.


Siamo a Londra in epoca vittoriana, nello studio del Dottor Dalrymple,specialista in malattie femminili,  che sottopone le sue ricche pazienti affette da malinconia, frigidità, ansia, rabbia,aggressività, irritabilità, a massaggio pelvico continuativo.Fino al raggiungimento, cioè, di quello che, all’epoca dei fatti, chiamavano parossismo


La singolare terapia viene somministrata con successo dal giovane assistente e futuro genero di Dalrymple, che data  la notevole affluenza, non si risparmia in nome del benessere delle pazienti, salvo accusare, dopo qualche tempo, fastidiosi crampi alla mano.Di qui, il provvidenziale intervento di un amico che sta mettendo a punto l’invenzione di un piumino da polvere elettrico. E dal piumino, antesignano dell’aspirapolvere all’aggeggio che dopo l’uso fa star meglio, il passo è quasi breve.


Nascita del vibromassaggiatore elettrico, ovvero : come realizzare una commedia romantica divertente ed elegante alla maniera di Ivory su un argomento che inclina facilmente al pecoreccio, se maneggiato con poca cura.


Tania Wexler regista brillante e fantasiosa oltre che indipendente, è perfetta nel dosare gli equilibri e particolarmente attenta nel disegnare lo sfondo: il puritanesimo oppressivo e vagamente ipocrita ai tempi del declinante impero di Alexandrina Victoria – la quale, sebbene in regime di assoluta fedeltà coniugale, predicava bene e razzolava ancor meglio tra le lenzuola complice il dotatissimo principe Alberto, degno esponente  della dinastia Coburgo Sassonia, quella che Bismark definiva allevamento degli stalloni d’Europa – ma anche la nascita di una nuova presa di coscienza femminile incarnata dalla figlia ribelle del professore, suffragetta,socialista  e impegnata nell’assistenza dei più deboli – mentre l’altra sorella, quella destinata al matrimonio col giovane dottore è un angelo di domestiche virtù).


Allontanati i rischi del pamphlet politico, della macchietta e della volgarità (anche quella involontaria), il film realizza un’ amalgama ben riuscita  erotico-romantico-esilarante a sfondo sociale, di assoluto godimento (è la parola giusta).


Romafilmfestival mantiene,fin qui, le promesse di rassegna al femminile mentre la Produzione di Hysteria omaggia le spettatrici della Prima di un piccolo gadget elegantemente confezionato in sacchetto rosa. Allegato un biglietto con su scritto “Vibranti emozioni”. Cosa volere di più?



Hysteria è un film a colori di genere commedia, della durata di 95 min. diretto da Tanya Wexler e interpretato da Maggie GyllenhaalHugh DancyJonathan PryceFelicity JonesRupert EverettAshley JensenSheridan SmithDominic BorrelliAnna ChancellorKim Criswell.
Prodotto nel 2011 in Gran Bretagna e distribuito in Italia da Bim Distribuzione.

Acqua fresca

Acqua fresca

La missiva tanto sofferta altro non conteneva  che il  solito bric à brac  di cose date per fatte – ma solo annunciate – e altre impossibili da realizzare in tempo utile.E poi ancora tagli, mobilità e cassa integrazione agli statali, licenziamenti più facili che, bocciati ad agosto, rispuntano in autunno e palazzi for sale.Senza dimenticare il già previsto pensionamento (a 67 anni) del 2026 e il resto del corredo finto-liberale che va sotto il nome di Risanamento & Crescita ma è solo aria fritta, residuo di un’intensa stagione di talk show trascorsa a cantilenare le misure manco fossero la nota della spesa.


Omissioni e rimozioni come se piovesse, nella prima stesura –  la Crisi, del resto, è acquisizione recentissima, essendo stata negata fino a qualche mese fa – poi gli aggiustamenti – una data di qua, un tempo di attuazione di là –  sembra, su confidenziale istanza di Van Rompuy e Barroso (qualcuno dice sotto dettatura, ma sono i soliti maligni). Infine la presentazione a Bruxelles con tanto di trepidante attesa per gli esiti.



E il Vertice infatti ha risposto. Prima  una pacca sulla spalla (così, tanto per evitare che gli speculatori facessero cenere e panni sporchi delle nostre migliori intenzioni)  poi  la decisione di monitorare l’Italia nelle tappe e nei tempi annunciati dalla lettera .Come dire : una sorta di commissariamento in cui sarà Barroso il titolare delle verifiche. C’è poco da gongolare per il vivo apprezzamento : la terza economia europea, nonchè settima potenza mondiale, ha ricevuto, con ciò, uno schiaffone al cui cospetto le risatine dei giorni scorsi, sono solo acqua fresca.


Senza tirare in ballo, col senno di poi, la granitica maggioranza e l’imbarazzante consenso attraverso i quali questo governo avrebbe potuto metter mano a qualsiasi ambizioso progetto, ci si domanda chi mai potrà realizzare gli intenti dichiarati a Bruxelles. Visti soprattutto  i dichiarati scetticismi del Ministro del Tesoro e la difficoltà di reperire i voti necessari a licenziare qualsiasi provvedimento (ancora ieri, risse a parte,il governo ha registrato due sconfitte in sede di votazione parlamentare).


Non loro, gli eterni, arrembanti (e addestratissimi) ospiti televisivi – adesso poi che abbiamo rispolverato anacronistici sentimenti antifrancesi e antitedeschi, non c’è di che stare allegri – né lui che a margine di una riunione dalla quale non è certo  uscito trionfatore, non ha trovato di meglio che telefonare alla trasmissione preferita per annunciare in diretta il tradizionale : tutto va ben madama la marchesa.


E andava, a suo dire,  talmente ben, che Angela Merkel si era scusata personalmente per l’attacco di fou rire u.s. Tutto questo, mentre il portavoce del Cancelliere Tedesco, ingannando l’attesa del lancio di agenzia, twittava una secca smentita. Quando si dice il tempo reale. Lei, del resto, la poco avvenente signora, non se ne è nemmeno accorta, impegnata com’era  in un piccolo, marginale vertice con il presidente francese e le banche. Oggetto : come salvare la moneta unica.

A ognuno le incombenze che gli sono più congeniali.

(Nella foto della Reuters Angela Merkel consegna a Sarkozy  un dono per la sua ultima nata)