Cosa resta
Cosa resta? Speriamo non l’idea di declino come da copertina di Der Spiegel appena l’estate scorsa. Men che meno i sorrisi d’intesa di governanti che, se non ci fosse stato lui a coprire tutta la gamma dell’impresentabilità istituzionale,avrebbero avuto ben poco da ridere.
Tuttavia i lasciti berlusconiani, consistenti e ben distribuiti, oltre la nostra dubbia reputazione sul piano internazionale , comprendono il modo d’intendere la Politica ma anche lo stile di vita,le relazioni umane,il linguaggio.Ci vorranno anni per bonificare, seminare,far crescere una nuova cultura e non è nemmeno detto che ci si riesca,avendo avuto Berlusconi l’abilità di intercettare ed incarnare i nostri istinti peggiori,quelli di cui prima ci vergognavamo e oggi non più.
Non a caso c’è chi già teorizza di irritualità liberatoria, gesti volgari, cene eleganti come segnale di discontinuità rispetto alle grisaglie e alle atmosfere curiali e vedovili (copyright Sorrentino) della politica d’antàn. La pretesa rivoluzione liberale ridotta ad un fatto di costume :un calcio alle istituzioni e uno alle buone maniere ( ma egualmente grazie di cuore, reduci convenuti al Teatro Manzoni, i vostri apprezzamenti al passato prossimo, i toni ora stentorei, ora preoccupati, ora commossi anticipano l’ ufficio funebre alla cattiva politica).
E se sarà difficile mettere da parte quel sistema di valori così come furono elencati dalla signora De Nicolò nella nota intervista-manifesto resa al programma Ultima Parola, non altrettanto sarà per il recupero di regole e comportamenti che consentano alla Politica di tornare in campo da protagonista. E’ bastata l’iniziativa del Presidente Napolitano a rimettere in moto un dibattito stanco e avvitato su se stesso,è bastata l’idea di sottrazione del Capo a stimolare una vera disputa – seppure a suon di insulti – nel partito di plastica, e un’assunzione di piena responsabilità nelle altre compagini.Non che risalire la china sia impresa da poco, ma da qualche giorno, è tornata la sensazione di essere sulla strada giusta.Per questo ogni manifestazione di entusiasmo, è lecita e giustificata.Non è certo con i Quaresimali che si rimuovono i problemi.
Col resto faremo i conti nel corso del tempo ,poichè i veri cambiamenti li realizzano i popoli, non i governi.Dunque tocca anche a noi, differenziando il pattume,riprenderci ciò di cui siamo stati privati.
5 pensieri riguardo “Cosa resta”
“Tuttavia i lasciti berlusconiani, consistenti e ben distribuiti, oltre la nostra dubbia reputazione sul piano internazionale , comprendono il modo d’intendere la Politica ma anche lo stile di vita,le relazioni umane,il linguaggio”.
Ecco… è questo il cuore del problema. Berlusconi lascia un paese molto peggiore di quello che ha trovato e che ha contribuito non poco a guastare, attraverso la potenza di fuoco del suo impero mediatico. Un progetto, peraltro, nato ancor prima della sua discesa in campo, e che ha agito anno dopo anno sul tessuto sociale di un paese da rifondare prima di tutto sul piano culturale e sociale. Ecco perchè ci vorrà tanto tempo per risalire la china.
direi che il sentimento è anche il mio…ora tocca a noi
Molto interessante l’intervista di Galan allla Stampa…in sintesi “dovevamo fare tutto, non abbiamo fatto niente per colpa delle cooperative dell’Udv e di An…” insomma la giustificazione di encefalogramma piatto di un berlusconismo scarica barile
Sed, vorrei poter inserire il tuo articolo nel blog “16 ottobre”… mi serve però la tua autorizzazione
Va bene.Basta “fai come ti pare” o ti serve altro?
Fatto, merci.