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Mese: Marzo 2011

Marriage is hard..

Marriage is hard..

The kid are all right. I ragazzi stanno bene. E se non ci si mettessero le stroncature e gl’insulti  della Critica Cinematografica delle Libertà, starebbero anche meglio.


Passi la  coppia omosessuale – se ne incontrano col marchio Medusa e senza particolari sconvolgimenti –  ma il regolare matrimonio con figli da fecondazione eterologa e per di più legalmente riconosciuti, dev’essere sembrato troppo persino ai libertari dell’ognuno a casa sua si regola come gli pare.


Tanto più se il caso vuole che la distribuzione Lucky Red renda ognuno libero da qualsiasi remora.


E allora vai con le espressioni, le spiritosaggini e la filosofia da bar di sotto e vai pure con la difesa sperticata del premier, incautamente contraddetto a Romafilmfestival da una esterrefatta Julianne Moore che alla domanda ” cosa ne pensa dell’ assunto meglio appassionarsi di belle ragazze che essere gay. ” aveva replicato come qualsiasi persona di buon senso avrebbe fatto ” ma che scemenza”. Apriti cielo.


Invece nel film la sceneggiatura risulta assai credibile, vicina a quella realtà, lodevolmente priva di  idealizzazioni lesbo militanti e piuttosto orientata  a lasciar trapelare dinamiche da coppia –  o famiglia –  qualsiasi. Proprio quelle che rendono ogni matrimonio  hard, a prescindere dal genere dei contraenti.


E se i ragazzi stanno tutti bene (e i Diritti delle persone, negli altri paesi, trovano miglior attenzione e rispetto che da noi),  le ragazze, cinquantenni e oltre ma senza  troppo trucco e ritocco, sono bravissime. Come pure la regista  Lisa Cholodenko, omosessuale dichiarata che qui mette in campo, con successo e disinvoltura,  tutto il suo know how matrimoniale.

Ovviamente, secondo i critici in questione, le signore non rappresentano che il segmento lesbo- chic – radical di propaganda omosessual hollywoodiana. Immaginando con quali parole d’ordine, lasciamoli dire.







I ragazzi stanno bene è un film di Lisa Cholodenko del 2010, con Julianne Moore, Annette Bening, Mark Ruffalo, Josh Hutcherson, Mia Wasikowska, Yaya DaCosta, Rebecca Lawrence, Kunal Sharma, Amy Grabow, Eddie Hassell. Prodotto in USA. Durata: 104 minuti. Distribuito in Italia da Lucky Red

Vignette

Vignette

Secondo il nobile impianto (per dirla col Guardasigilli) dell’epocale (per dirla col Premier) riforma,  i magistrati posti a difesa dell’interesse pubblico e i cittadini che  attraverso i propri legali, difendono un interesse privato, devono essere sullo stesso piano.


La faccenda sarebbe meno complicata di quel che possa sembrare se solo la si vedesse come naturale epilogo di una lunga stagione che ha visto il Presidente del Consiglio alle prese con la Giustizia e questo in numerose circostanze e a vario titolo. Indagini, telefonate, scandali, rinvii a giudizio, hanno occupato cronache e dibattiti ma nei prossimi mesi, si può esser certi, tutto sarà  raccontato attraverso il filtro edulcorante di questa Riforma che di epocale, per la verità, ha solo la stortura di cui sopra.


L’ idea  del processo come competizione e non come accertamento o meno  di responsabilità penali, del resto, ci viene propinata sine die con l’immagine dello strapotere di Pubblici Ministeri persecutori la cui unica missione è chiedere condanne a prescindere. Così ovviamente non è.


Mentre invece si manifesta concretamente la volontà di scardinare l’autonomia della magistratura e di circoscrivere l’azione penale entro perimetri stabiliti dalla Politica.

Ma, violazione di Principi a parte, una Politica che da quindici anni muove solo in direzione dell’Impunità, come potrebbe, seppure fosse accertata la validità delle epocali proposte, decidere quali indagini effettuare e come o quali reati perseguire?

Questi ed altri interrogativi, promette il Guardasigilli, saranno sciolti nei mesi a venire anche attraverso un’attenta disanima dottrinale.(Che bellezza) Tempo – conclude – ce ne sarà.









Te lo danno loro il western (Wayne chi?)

Te lo danno loro il western (Wayne chi?)

The true Grit. Ed è chiaro fin da subito che il vero Grinta non è quello che  insegue  i fuorilegge al galoppo e con le redini tra i denti perchè ha le mani occupate (una dal fucile, l’altra dalla pistola)

Come è altrettanto chiaro che il  vero, l’autentico Grinta lo hanno realizzato  loro, i Coen, ricostruendo il film sul romanzo di Charles Portis  True Grit e non sui pur noti Precedenti.


E infatti, che rottura il Remake. Con tutti quegli assilli filologici,  i richiami,  i paragoni, senza poi contare il rischio concreto di farsi mettere i piedi in testa dai Monumenti (che nel caso sarebbero stati parecchi).

Così facendo si sarebbe finito per privilegiare lo sfondo, celebrando il  risaputo a tutto scapito della storia. E invece no.

Dunque via il Grinta e via John Wayne  per far largo al genere western dei momenti migliori, cioè senza redenzioni, lezioni morali, burberi benefici e donnette troppo petulanti per essere vere.


Qui abbiamo la storia di Mattie Ross, ragazzina che vuole Giustizia con tale infantile determinazione da essere lei The True Grit e non Rooster Gogburn che in fondo è solo un vecchio sceriffo con la benda, tutto carneficine ed efferatezze.

Il resto procede nella perfezione marcata Coen. Belle immagini, attori ineccepibili, musica all’altezza, frasi memorabili già sulla bocca di tutti. Il film non in concorso, ha aperto la Berlinale ma nonostante le nominations, nemmeno un Oscar.






Il grinta è un film di Ethan Coen, Joel Coen del 2010, con Hailee Steinfeld, Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Barry Pepper, Dakin Matthews, Jarlath Conroy, Paul Rae, Domhnall Gleeson, Leon Russom. Prodotto in USA. Durata: 110 minuti. Distribuito in Italia da Universal Pictures