Proviamo
Non mi unisco ai profeti di sventura quantunque un governo Letta-Alfano desti in me perplessità a grappoli solo a nominarlo,né ai detrattori di Giorgio Napolitano i cui eventuali progetti si sono realizzati non certo per incontenibili quanto anticostituzionali e senili forme di cesarismo ma per il lavorio di cospicue ed attrezzate sponde interne al PD, nondimeno mi sento di essere dalla parte dei richiedenti,in queste ore, la testa di Garcia ovvero dei 101 misteriosi tiratori che hanno fatto secco Prodi, né di altre teste devote al divieto di mandato imperativo. In un caso è irrealistico sperare in un’aperta confessione, nell’altro urgerebbe un chiarimento tra esponenti dello stesso gruppo parlamentare e non solo sui temi del voto di coscienza.Ciò detto non c’è bisogno del consolatorio lanternino per rinvenire nel lavoro di Enrico Letta qualcosa di positivo.Sarebbe ingeneroso non rendergliene atto e autolesionista non affidare ai pochi elementi in possesso un tenue filo di speranza.
Via Schifani, Gelmini, Gasparri, Brunetta, via le amazzoni e i supporters più sfegatati e affidato in solide mani il Ministero di Giustizia,qualche altra buona nuova,oltre il ricambio, le donne, i giovani e l’assenza di attaccabrighe televisivi, sopravvive col quintetto Saccomanni, Moavero, Bonino, Zanonato, Trigilia, una squadra credibile per affrontare eventuali rinegoziazioni UE e i nodi della crisi , mentre con Kyenge Idem, Carrozza e Bray possiamo sin osare cauti entusiasmi.
Ora si tratta di mettere a profitto questo Ricamo a punto Cencelli il cui criterio di formazione non è nemmeno disprezzabile : Letta ha lavorato alla discontinuità cercando di non ritrovarsi tra i piedi le dinamiche di sempre, per fare ciò ha eliminato leader storici e padri della patria, badato alle competenze oltre che alle appartenenze.Affidato dicasteri a significative presenze di donne e giovani .Dimostrato che l’identificazione rinnovamento e qualità della legislatura non è impossibile.
I duelli che deve aver sostenuto per ottenere questa sorta di azzeramento, con Berlusconi preoccupato delle proprie vicende processuali a reclamare per i suoi – ma sostanzialmente per sé – il Ministero di Giustizia e i capi storici del PD praticamente esclusi da qualsiasi dicastero principale, noi li possiamo solo immaginare.Se sia o meno la fine di un ciclo sapremo in seguito.Certo è che la sfida di mettere insieme una squadra di conservatori e progressisti,non è da poco.
Né sta scritto in alcun luogo che la ricetta seppur sapientemente preparata funzioni.Quantunque strutturato,il nuovo governo ha fragilità date da mille variabili che possono risiedere nelle volubilità strettamente legate all’esito dei processi di Berlusconi ma anche in un elettorato di centro sinistra comprensibilmente disorientato, in una base del PD in continua ebollizione,Tutto questo mentre i sostenitori di centro destra si aspetta la restituzione dell’IMU o di veder onorate le mille altre promesse di campagna elettorale.
Ma la riuscita di questo governo è soprattutto legata alla capacità di soccorrere disagi,favorire l’occupazione alleggerire la pressione fiscale e, dopo le deprimenti esperienze dei predecessori,comunicare efficacemente con i cittadini.Un’impresa ardua. Letta,in questo momento,meriterebbe ogni rispetto.