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Mese: Luglio 2015

Un pensiero per Theo

Un pensiero per Theo

Theo lo sguardo vlcsnap-2012-06-15-23h43m15s129Una chiatta attraversa il Danubio trasportando i tronconi di una gigantesca statua di Lenin prelevata da chissà quale piazza e destinata a chissà dove e chi .Passa  dunque sotto ai nostri occhi la metafora del tutto esplicita di un’altra frantumazione che il protagonista, il regista A. puntualmente annota come tappa del suo viaggio alla ricerca delle bobine di un film girato dai fratelli Manakias.Dalla Macedonia attraverso i Balcani terminando in una  Sarajevo spesso immersa nella nebbia : un film malinconico e pieno di nostalgia proprio come immaginiamo dovesse essere  lo Sguardo di Ulisse acuto e perso in una ricerca tra passato e  futuro.

Premiato a Cannes 95 con il Gran Premio della Giuria,Interpretato da Harvey Keithel  e Erland Josephson che sostituì Gianmaria Volontè morto d’infarto durante le riprese.

La parola di Theo Angelopoulos, oggi più che mai, ci manca.

 

Lo sguardo di Ulisse è un film di Théo Angelopulos. Con Harvey KeitelErland JosephsonMaia Morgenstern Titolo originale To vlemma tou OdysseaFantasticodurata 130 min. – Grecia, Francia, Germania, Italia 1995

I marmi di Melina

I marmi di Melina

 

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Τα Μαρμαρα του Παρθενωνα scandì in modo che le reminiscenze  scolastiche potessero avere la meglio sul greco contemporaneo del suo  discorso di insediamento.

Era stata  Stella, Ilya, Fedra, Maria Maddalena, Alexandra, Blanche (mangiandosi tutte le Page e le  Leigh di questo mondo) interpretazioni indimenticabili a  restituire l’assoluto inedito modello di donna e di artista greca meno dolorosa ma egualmente appassionata,vitale ed intensa. Così diversa dalle Callas dalle Paxinou dalle Papas  dolenti testimonial  di strazi classicheggianti nelle rappresentazioni  estive dei teatri all’aperto e nei film che le vedevano protagoniste.

Dunque traslitterando : Ta Marmara tou Partenona ,i Marmi del Partenone annunciò secca e precisa con la bella voce appena arrochita.Li avrebbe riportati a casa reclamandone la proprietà intellettuale e materiale al British Museum : Il punto forte del suo programma da Ministro della Cultura non era solo fatto di  ritorno allo studio del greco antico nelle scuole o di promesse di rilancio del cinema e del teatro ma aveva plasticamente le fattezze di quelle statue,quei fregi, quei bassorilievi che gl’Inglesi avevano violentemente strappato – in qualche caso segandoli – al Partenone. Li avevano  pagati raccontarono poi con inaudita sfrontatezza alle Corti Internazionali.

Era il 1981, il discorso fu trasmesso da un notiziario di radio 3 all’ora di colazione, uno di  quei rari momenti in cui ci si può rallegrare perché qualcuno da qualche parte ce l’ha fatta.Dopo vent’anni di tour internazionali spesi a raccontare cosa succedesse nel suo paese,in epoche in cui la condanna di un regime sanguinario non era affatto scontata,il  Pasok aveva vinto  e lei ..lei  fu come averla innanzi agli occhi.

Lo stesso luogo un altro tempo.L’impegno appassionato e costante di Melina Mercouri  torna alla mente col richiamo ad Antigone nel discorso di Alexis Tsipras al Parlamento Europeo. Un colpo basso,d’accordo, da oratore che sa dove vuole arrivare.Tuttavia nessuno può ignorare che il conflitto Diritto – Giustizia non sia,ove si ponga,portatore di problematiche aspre e dilemmi inestricabili

Per un momento dimenticando la ragionevolezza dei conti,le polemiche e la geopolitica, si può sperare che il dolore di Antigone e le nefaste conseguenze dell’imposizione di Creonte raggiungano, vorrei dire il cuore,  ma la materia ha dignità etica e politica  tali da potersi insinuare soprattutto nella mente dei negoziatori.

Poi si potranno affrontare i conti, i cavilli, l’Europa matrigna e quella benefattrice e tutto il resto delle ragioni dall’una e dall’altra parte del tavolo, ma l’impegno a far sì che Antigone non torni a suicidarsi e ad innescare la nota catena di morte, deve essere un imperativo morale vivo e tangibile.Come i marmi del Partenone. Che prima o dopo torneranno a casa.