….et un plan noir final où l’on peut lire “No Comment“

….et un plan noir final où l’on peut lire “No Comment“

Suite  à des problèmes de type grec, je ne pourrai être votre obligé à Cannes. Avec le festival, j’irai jusqu’à la mort, mais je ne ferai pas un pas de plus. Amicalement. Jean-Luc Godard.


 

Défection – per giustificati motivi –  ma  Absence fino ad un certo punto, visto che intorno al suo film,  come a quei problemi di tipo greco, ci si è interrogati ampiamente.


Più difficile che criptico –  com’è stato frettolosamente definito –  Più tendente ad una visione del presente e del futuro che novecentesco – altra definizione ricorrente – Film socialisme, traccia un excursus tra i momenti più importanti della nostra storia, mescolando linguaggi, scomponendo e ricomponendo immagini, citazioni letterarie e  suoni.  Da Samuel Beckett a Derrida passando per Goethe, Conrad,  Shakespeare, Malaparte, Heideger, Genet, Bismark, Sartre e Arendt, il tutto saldato a sequenza memorabili da Viaggio in Italia, Le Quattro giornate di Napoli, La Corazzata Potemkin, Medea, Les plages d’ Agnes e a musiche di Beethoven o Ibanez o Chet Baker ovvero  servendosi di  interpreti a loro volta legate da un filo sottile : Barbara, Mina, Gabriella Ferri…


Tutto (o quasi) qui. Se invece di rincorrere il messaggio o di scervellarsi per decodificare l’eventuale metafora – il più inutile, stucchevole dei modi di porsi davanti ad un film –  ci si concentrasse sulla visione e sull’ascolto, si potrebbe apprezzare meglio un’opera in cui, guarda caso,  le chiavi di lettura sono più esplicite di quanto possa sembrare. A partire dal sottotitolo del film stesso : les idées nous séparent, les rêves nous rapprochent.




La struttura  invece è articolata come  una Sinfonia in  tre   movimenti :


Des choses comme ça : un viaggio nel Mediterraneo su di una classica  nave da Crociera in cui convivono il jogging, la sala da gioco e Patty Smith. La buona americana, l’altra faccia dell’imperialismo, annota Godard


Notre Europe (Quo vadis Europa) :  Nel cuore della notte, due fratellini convocano i loro genitori per chiedere loro che fine abbiano fatto liberté, égalité, fraternité.

 


Nos Humanités :  le tappe del viaggio : Egitto, Palestina accesso negato indica un cartello –  Odessa – con citazioni cinematografiche da Ejzenstein –  Grecia – in francese Hélas , in inglese Hell us –   Napoli – particolarmente toccante : brani da Le quattro giornate di Napoli cucite con le immagini dei rifiuti che sommergono la città. Conclusione  : hanno liberato un popolo, in cambio  li hanno obbligati a sentirsi dei vinti . E infine  Barcellona.

Finale nel più puro stile JLG  in polemica con la dicitura sui diritti d’autore che abitualmente compare nei titoli di coda dei film, così commentata : Quand la loi n’est pas juste, la justice passe avant la loi“, mentre al posto della parola  FINE  compare …… un plan noir final où l’on peut lire “No Comment“.



Film socialisme è un film di Fabrice Aragno, Jean-Paul Battaggia, Pierre Binggeli, Jean-Luc Godard, Paul Grivas, Anne-Marie Miéville, Louma SanbarPatti Smith, Élisabeth Vitali, Christian Sinniger, Nadège Beausson-Diagne, Maurice Sarfati, Lenny Kaye, Quentin Grosset, Jean-Marc Stehlé, Louma Sanbar, Alain Badiou. Prodotto in Francia, Svizzera. Durata: 101 minuti. del 2010, con





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