La destra che verrà
Esordiscono con Balla – o forse Boccioni, non è deciso – nel simbolo e un ruolino di marcia, di qui a gennaio, serrato ma da partito leggero, moderno, post ideologico,così come lo ha disegnato Fini ieri l’altro in occasione dell’insediamento del Comitato Promotore.
Prima il Manifesto dei Valori, poi la Convention di Presentazione ed infine il Congresso Fondativo.
Con le associazioni e gl’intellettuali al lavoro e un gruppo di parlamentari determinato che sembra trapelare entusiasmo, come di chi è stato lungamente compresso e finalmente può esprimersi liberamente .
Le loro singole storie rappresentano l’intera gamma dell’essere di destra in Italia : tra ex missini, ex socialisti, ex radicali, ex repubblichini mai riconciliati, duri e puri, centristi, rautiani dello sfondamento a sinistra, liberal del Partito della Nazione, e prodromi della destra sociale.
Sarà interessante osservare se – ed eventualmente come – queste differenti anime giocheranno un ruolo nel futuro Partito, se da questa forza eterogenea, Fini riuscirà a costruire, com’è nei propositi, un soggetto politico sul modello della Destra Europea.
Ovvero se nell’arcipelago che vorrebbe diventare Futuro e Libertà, sarà possibile un’amalgama di stampo laico e liberale, smarcata dal ventennio con i suoi retaggi xenofobi, lontana anni luce dal culto delle gerarchie e del capo, dal populismo, dalla retorica e da conservatorismi d’antàn.
Se così fosse, i futuristi occuperebbero il posto eternamente vacante, qui da noi, della Destra moderna quella dei Sarkozy o degli Aznar o dei Cameron.
Per questo guardare con interesse alla nascita del nuovo partito, significa pensare ad un futuro in cui la dinamica destra sinistra come la conosciamo noi, uscirebbe dal terreno sterile dello scontro per lo scontro – oggi degenerato in battibecco pre-politico – per diventare qualcosa di più funzionale alla Democrazia.
Le differenze profonde rimarrebbero ma se solo si riuscisse ad eliminare il clima di frattura insanabile che oggi ne deriva, se l’idea di Stato Etico che tanto s’è insinuata soprattutto nei provvedimenti in materia di Diritti, potesse essere cancellata per sempre….ovvero se la falsa rappresentazione dell’essere vicini al popolo che Lega ed esponenti delle Istituzioni di Roma e del Lazio hanno offerto davanti a Montecitorio per mezzo di tavole apparecchiate e commensali ostentatamente voraci – di pietanze che nessuno, tantomeno il popolo, mangia più dagli anni cinquanta – potesse diventare un lontano ricordo, ci potremmo già considerare fortunati.
Nell’illustrazione “Young girl running on a balcony” di Giacomo Balla 1912
4 pensieri riguardo “La destra che verrà”
è diventato un riflesso, quando leggo “nuovo partito” penso “il modo migliore per fregare soldi al popolo dicendo bla bla bla…”, hai visto le foto di Sarko col benedetto ?
Un po’ di rispetto per piacere. Niko è Protocanonico d’Onore del Capitolo della basilica lateranense, mica chiacchiere.
E poi..dopo avere visto di cosa sono capaci i nostri …l’ affaire Bettencourt mi pare un giochino e quasi mi pento di aver detto e scritto tutte quelle brutte cose di Monsieur, quand’era in corsa per l’Eliseo.(Intanto si becca gli scioperi )
Io sono ottimista e guardo con grande interesse alla nascita di questo nuovo soggetto politico. Dopo 15 anni di berlusconismo che ha annientato il tessuto sociale di un intero paese, è ora che anche in Italia ci sia una destra “normale”…
Sono molto incuriosita dal nutrito drappello di donne d’intelletto, del tutto differenti rispetto a quelle cui siamo abituati.
Ventura, Perina, Bongiorno, Centanni…mi piace quel che dicono, come lo dicono e la decisione con la quale presidiano gli spazi che si ritrovano ad occupare, che si tratti di commissioni, giornali, cattedre o fondazioni,dovunque riescono a fare la differenza.