Mal francese

Mal francese

…cioè  la disaffezione al voto, in progressivo aumento , il dato che  da una quindicina d’anni a questa parte è presente in tutte le consultazioni. e che preoccupa i politici nel lasso di tempo che va dal conteggio dei votanti, all’uscita delle prime proiezioni : diciamo per un’oretta.

Eppure dietro la scelta di non scegliere spesso c’è la disillusione tutta concreta e dunque tutta politica per questi ultimi quindici anni in cui nessuna riforma è stata messa in cantiere, non un centesimo di tasse è stato risparmiato al contribuente attraverso la formulazione di un sistema più equo , non una riforma della Giustizia o della Politica è stata messa a punto. Dunque 15 anni sprecati  durante i quali all’impoverimento del dibattito pubblico s’è accompagnato, non a caso, un clima di generale imbarbarimento della società.

Bisognerebbe dedicare al fenomeno del non voto  più attenzione di quella che normalmente si rivolge ai transfughi verso i partiti e raggruppamenti che via via  sembrano assorbire meglio il malcontento. Molti dei consensi di un tempo sono finiti nel calderone dei silenti, le ragioni dei quali sarebbe tempo di ascoltare.

Ciò detto, non condivido il metodo delle mezze ammissioni, in questo caso, di debacle. Si certo, aggregando i voti e confrontando i dati con quelli delle tornate elettorali che convengono di più, può anche risultare che non siamo – e vedi un po’ – al tracollo ma a raccontarsela meglio cosa ci si guadagna?

Ne’ l’erosione dei consensi al PDL può attenuare il senso di sconfitta. La Lega avanza con tutto quel che significa in termini di mutazione degli scenari e dei rapporti di forza all’interno del centro destra, Berlusconi, pur declinante, è ancora in grado di compiere miracoli, senza contare il fatto che a sinistra, lo zoccolo duro dell’Italia centrale comincia a dare significativi segnali di cedimento. Il centro-sinistra perde due regioni.

Cosa s’intende fare?

Tornano utili, a questo punto, i nostri compagni ed amici francesi ma non per suggerire modelli – chè quanto a futuro non hanno le idee troppo chiare nemmeno loro –   ma perchè chiamano, non a torto,  incubo italiano quella ricerca spasmodica ed oscillante  di alleanze, il criterio guida del quale risulta essere, almeno fin qui,  il semplice calcolo matematico.

Incubo e persecuzione, poichè a parte l’ovvio redde rationem  interno, vedo che si continua  a dibattere di alleanze sin dopo il voto. Magari prima d’incoronare i prescelti  – Casini ? – Vendola? – Di Pietro? Tutti insieme e non se ne parli più ? – sarà  il caso di definire con chiarezza che idea di società ci prefiguriamo e quali le riforme che riteniamo prioritarie.

Sarà pure una questione personale – trovo molesta ed oziosa la sola idea di dibattere teoricamente di allenze senza darsi obiettivi, ne’ sapere che progetto offrire ai possibili  alleati – ma non se ne può più di rincorrere ogni diatriba riguardante futuri matrimoni.

Se si accantona momentaneamente l’idea del vincere come ossessione unica e riconoscibile – poi si vedono i risultati di tanta agitazione –  si aprono ampi spazi per elaborare il tema non meno affascinante del governare.Gli elettori, in genere  vogliono sapere come prima che  con chi. Non che in merito non si abbiano idee o esperienze positive di riferirimento ma chissà perchè, prevale una sorta di resistenza a far interagire questo patrimonio con la campagna elettorale. E non si tratta – solo – di difetto di comunicazione.

Ciò detto, auguriamo a noi stessi la buona sorte sul tragitto della ricostruzione e pur nelle difficoltà più volte ricordate, adoperiamoci per sostenere un’Opposizione incisiva e visibile.

O così o i bei progetti sopra ricordati rimarranno nel libro dei sogni.E qui c’è assai poco da sognare.Quando va male per la sinistra, non va bene per il Paese. Non uno slogan consolatorio : è un fatto.


5 pensieri riguardo “Mal francese

  1. benché ha vinto le regionali in francia la sinistra (chiamiamola centro sinistra) francese barcolla anche da noi…ma qui vedo che non hanno idee, condivido un articolo letto di La Stampa sabato : il centro sinistra ha solo slogan…senza idee non si può formare coalizione.

    il non voto è protesta almeno il mio …

  2. Comprendo le ragioni della protesta che non riesce ad essere rappresentata in nessun partito o formazione.Tuttavia anche dove l’astensionismo è più corposo che da noi – USA, Germania, Francia etc – la Politica sembra non preoccuparsene troppo. In tutto il mondo si viene eletti con un solo voto, ne,’ credo, potrebbe essere altrimenti. Basta questa sorta di indifferenza per convincermi che questo tipo di protesta non scalfisce chi dovrebbe ma serve solo ad indebolire le già flebili istanze di rinnovamento.Forse bisognerebbe trovare altre forme più incisive (non so quali).
    Qui abbiamo diversi problemi, le idee viaggiano sulle gambe di una classe dirigente assertiva e rinnovata, consapevole dei problemi e in grado di tradurli in proposte chiare.Ma la sinistra sono anni che non “svecchia” i propri dirigenti ovvero che non rende possibile la crescita di nuovi elementi. In parte è questo.

  3. credo che il non-voto sia appunto dedicato ad indebolire un sistema rappresentativo non soddisfacente per la democrazia…io non credo che andare a votare per l’opposizione abbia senso in italia…magari voterei in francia sicuramente, ma se la protesta consiste a votare per un partito che farà comel’altro (senza aver tra altro delle idee chiare) allora effettivamente la gente non ha più fiducia né nei politici né nel sistema democratico.

  4. Beh con il sistema francese, l’Opposizione parlamentare è meno visibile che in Italia e la sinistra più frammentata ancora ( e litigiosa)
    Mi dirai che da quelle parti il livello di scontro sociale è più alto – scioperi etc – e allora quando l’Opposizione cresce nel Paese le cose cambiano. Qui c’è una sorta di sonnolenza con sindacati sostanzialmente divisi senza contare che Silvio non è Niko : è peggio, per quanto tra i due sia una bella battaglia.
    Non voglio comunque convincerti della bontà o meno della scelta di non votare, solo invitarti ad una riflessione : tra destra e sinistra non è la stessa cosa, Abbiamo avuto governi di centro sinistra virtuosi con centinaia di provvedimenti equi. L’ultimo in ordine di tempo ahimè è stato devastante soprattutto dal punto di vista dell’immagine di poca compattezza. Per rimettere in piedi le cose non basta un mandato, figurati mezzo…e comunque la speranza di vedere luce vacilla anche nei più convinti…

  5. Sed, anche a me costa in termine di coscienza civile di non votare, ma vedi, cittadina europea ho diritto a due voti : le europee e le amministrative. Non mi ci ritrovo, non ho votare la giunta uscente di sinistra perché da anni c’è in ballo quel progetto di scuola, con rassicurazioni, pure inizio dei “lavori” pochi giorni prima delle elezioni…non ho ripianti di non averli votati, le scuole non si sono mosse di un centimetro … per le europee, le decisioni della commisione sono scontate…oggi è la ditattura dell’esperto…

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