C’è vita (oltre Mirafiori)

C’è vita (oltre Mirafiori)

Magari non sono più capace di leggere nei risultati, ma connettendo i dati della consultazione con quelli più articolati provenienti  dal dibattito nelle assemblee che hanno preceduto il voto dei lavoratori, si dovrebbe avere un quadro d’insieme che non lascia adito a dubbi : vince in larga parte il SI al protocollo sul Welfare pur con tutti i dubbi che vanno dall’insufficienza delle disposizioni relativamente ai lavori usuranti e alla maggior decisione dell’azione di governo rispetto alla flessibilità.Su tutto appare sia prevalso più che una sorta di spirito rinunciatario,il Senso del Possibile  come se ognuno sapesse che apportati alcuni aggiustamenti,non si sarebbe potuto fare di più . Poi c’è una rispettabile minoranza di NO che rifiuta in blocco l’accordo particolarmente insoddisfatta della soglia dell’età pensionabile e di come si è inteso risolvere il problema dello scalone. Ciò detto non si capisce bene perchè non si possa camminare tutti insieme – SI – NO – NI –  in direzione delle modifiche al protocollo che, ove mai si volessero davvero ottenere,importerebbero l’avvio di un ulteriore dialogo, non certo una levata di scudi . Non è un bel vedere questa bagarre sui numeri,questo stracciarsi le vesti al cospetto di una presunta violazione di regole o peggio l’infame dibattito sulla maggiore qualità del No plebiscitario espresso da Mirafiori o dall’Ansaldo  rispetto al SI altrettanto plebiscitario dell’Ospedale San Giovanni di Roma  o della Nuova Pignone di Firenze manco fossero questi ultimi, lavoratori di seconda scelta o meno abilitati ad esprimersi di altri . Così facendo non si ottiene altro che la maggioranza sfinita dal nichilismo del dibattito,si risolva  a contare i voti e a tirare affrettate conclusioni. A chi giova? Non certo ai fautori delle modifiche di questo protocollo.Quanto ai lavoratori, si sono espressi e questo di per sè , dovrebbe incutere il rispetto che il caso richiede.

19 pensieri riguardo “C’è vita (oltre Mirafiori)

  1. Non so se i lavoratori si sono espressi, o meglio non so se l’ abbiano fatto in piena libertà. Anche perchè gli operai hanno votato no e in quei posti di lavoro c’ erano più controlli. Perchè il sindacato invitava a votare SI? Perchè molti pensavano si trattasse di referendum costituzionale, mentre era solo un ‘sondaggio d’ opinione a giochi fatti’? Ora è decisivo il 20 ottobre, se la gente non va in piazza è finita….c’ hanno ammazzato…

  2. Io credo che i lavoratori siano per la massima parte coscienti e informati.Altrimenti siamo al popolo bue e io mi rifiuto di proseguire.I risultati di una manifestazione non possono essere confrontati con quelli di una votazione.Sei su una china vagamente depressiva.Serve un’analisi diversa della società che emerge netta, nelle pieghe di questi numeri ( e parlo dei numeri delle fabbriche e delle realtà produttive).O se ne prende atto o continuiamo a ciurlare nel manico.C’è l’opportunità di modificare il protocollo questa è l’operazione prioritaria su cui lavorare.Hai sentito Montezemolo?Correre correre correre

  3. C’è un tempo per le piazze, e un tempo per le intese (strumentalmente parlando).

    Non è un periodo fecondo per le piazze, purtroppo.

    Alla sinistra a cui non mancano certo le idee in fatto di lavoro in questo momento manca una visione strategica-politica del contesto italiano: Giordano che prima dice che è no, poi ni’, poi si astiene, poi boh, e Rizzo che parla di brogli e lo fa senza prove come se non si accorgesse che si tratta di veleno fine a se stesso, e Mussi che il 20 non si sa se va o no, e intanto perde i pezzi (Angius e pochi altri, ma comunque pezzi, i pezzi che hanno determinato il nome del suo movimento, e quindi non cosa da poco), e i Verdi che tutta questa voglia di fare gruppo con gli altri non è che ce l’abbiano.

    Sinistra Democratica doveva nascere per salvare la sinistra di governo, e ben prima di unirla: la missione non sta fallendo solo perché non è mai cominciata.

    In Italia, secondo Bertinotti, esistono 3 sinistre: regalare una di quelle 3 case a gente come De Michelis è imperdonabile da parte di Angius e soci, in buona compagnia con l’errore strategico gravissimo di Mussi.

    Ma soprattutto, è una situazione figlia di una logica di turbamento dell’avversario chiaramente ispirata dall’esterno, da quei registi della politica italiana che sanno cosa c’è bisogno che la gente ascolti dai tg e meglio ancora sanno cosa serve per peggiorare la sinistra.

  4. Però aspetta: hanno ammazzato ciò che siamo stati fino a oggi.

    Nessuno può ammazzare il futuro, e dobbiamo ragionare – senza preclusioni – su una soluzione politicamente valida di questa situazione pessima.

  5. Molti hanno accusato i sindacati di aver spinto sui SI agitando lo spauracchio della caduta del governo.Forse non è questa un’ipotesi da far paura ? Il poco che si potrà fare in direzione di politiche sociali più attente, diventerebbe niente.

    Quando è andata male per la sinistra non è mai andata bene per questo Paese.

    Scriviamola su una mattonella e attacchiamocela in cucina.Così è. ( e non ve la prendete,s’è visto di peggio)

  6. Del resto, un minimo di teoria dei giochi ci insegna che quel ragionamento sul governo è assolutamente realistico.

    Magari non porta benefici sul lungo periodo, anzi, anzi: ma sul breve periodo quel discorso, purtroppo, fila che è una meraviglia.

    O piuttosto, una tragedia.

  7. Sul lungo periodo, ad esempio, della coerenza della linea del partito con le richieste e le aspettative degli iscritti.

    Ma il breve periodo presenta domande dalle risposte cruciali e irrimandabili, e bisogna farsene una ragione ed essere pronti ad assumersi le conseguenze dei propri gesti, fin quando ce ne saranno.

  8. In riferimento al discorso sulla “qualità” del no di Mirafiori rispetto a quello dell’Ospedale S. Giovanni, mi pare si tratti dell’evidente fenomeno dell’autolesionismo sinistroide. Visto che di fatto l’esito della consultazione ci ha segato le palle, diamo almeno l’impressione di essercele volontariamente segate da soli.

    Io condivido comunque lo scetticismo di capelli. Non so davvero quanto di questo voto sia “espressione dei lavoratori”, quello che so é che per triste, trita e ritrita teoria del male minore si cercherà di apportare qualche modifica necessaria (vedi precariato ad esempio) anche se con l’80% dei consensi non sarà facile, e sennò ce lo si tiene così. Massimo Giannini su la Repubblica ha definito l’accordo come “il prvvedimento più di sinistra di questo governo”. Sono l’unico che reagisce a questa affermazione piangendo?

  9. Comunque i lavoratori si sono espressi , come ho già detto, il dato si ha connettendo tutti gli elementi che hanno concorso a questa decisione più il fatto brutalmente numerico.Anche a chi votava NO è stato detto che il governo NON sarebbe caduto… (le mascherine sindacali le conosco) o nel caso dei cobas, che tanto destra o sinistra – che fa? – sono uguali.

    A me sembra che questo voto inviti a rivedere certe visioni arcaiche.Che il paese fosse cambiato lo sapevamo, che a sopportare i maggiori disagi non sono più solo gli operai pure.

    Lo so che è sconsolante ma su questo abbiamo già pagato in termini di sconfitte.Facciamo tesoro e andiamo avanti.Altrimenti siamo sempre a baloccarci con le false speranze che discendono da analisi selettive della realtà.Anche pensare che i lavoratori non si siano espressi è una fuga dalla realtà.Un altro modo per ritardare le soluzioni.

  10. E poi la buona notizia per tutti è che esistono cinque milioni e passa di persone che sono andate a votare.Saluti a Beppe Grillo e all’antipolitica…

  11. Si sono espressi, eccome!

    Io parlo soltanto di una sconfitta (evidente) di un modo di fare politica di certe forze partitiche dell’Unione.

    Stamattina ci sono state delle (parziali) modifiche che hanno premiato un approccio più interno alle istituzioni che esterno nelle piazze, e credo che questa sia una strada percorribile per il futuro: anche perché i numeri e i contesti non ci consentono di percorrere molto altro.

    Spero che questo venga compreso da tutta la sinistra, e non solo da Mussi e Pecoraro.

    E spero che, se la mia prima speranza non si avverasse, Mussi e Pecoraro seppure con ben più di un pizzico di dispiacere non abbiano paura di proseguire lungo questo sentiero.

    Però Sed, rimane il fatto che l’ipotesi cade il governo è molto più plausibile del suo opposto.

    E con questo non voglio assolutamente esprimere un giudizio di valore sul voto, anzi: è giusto avere una visione d’insieme dei problemi quando si esprime un’opinione così delicata.

  12. Entrambe le ipotesi erano possibili ricadute del voto e sono state utilizzate come incentivo , non c’è niente da fare però, è stata una consultazione che ha avuto forte connotazione politica, proprio per la presenza di questo tipo di “campagna” ,cosa che in quella sede non sarebbe dovuta avvenire.Ma,ti dirò….non ho mai visto una sede sindacale che non fosse anche politica…

  13. Secondo me è un bene che sia stata politica nel senso più ampio e più bello della parola: un ragionamento ad ampio respiro sulla durata del governo è un ragionamento implicitamente anche sindacale in termini di diritti dei lavoratori, e questo spero sia un dato acquisito anche per i più critici della manovra che spero ricordino cosa sono stati i 5 anni del governo Berlusconi.

    Naturalmente – ma è superfluo dirlo – se per politica intendiamo il potere che un eventuale richiamo verticistico di partito ha sul sindacato o sui lavoratori, intendiamo un bel nemico da combattere.

  14. Intanto questi due aggiustamenti sui precari e sui lavori usuranti mi sembrano buoni…una sola proroga per i contratti a termine e se non ho letto male l’ha digerita pure confindustria..

  15. Già, finalmente buone notizie.

    Concentrarsi su come riuscire a ottenerne di più e poi, solo poi, arrovellarsi politicamente.

    Bene così

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.