Marietta monta in gondola
Poichè di qui a un mese, c’è una tornata di scioperi da riempire buona parte delle caselle del calendario, ieri sera Bruno Vespa, per giusto contrappeso, ha creduto bene di celebrare le gesta del governo in carica. Convocati alla bisogna : il ministro più mediatico e operativo che c’è ( non so se sia ancora il più amato o se sia stato soppiantato da altro personaggio) , l’esponente dell’Opposizione più educato del mondo, la segretaria del sindacato idealmente più contiguo al governo, il direttore del giornale di centro sinistra più charming e moderato del panorama editoriale e infine un attore di tutto rispetto in veste di comico, perchè un tocco d’ironia ci sta bene, ma che in quel contesto, poichè tutti i posti erano stati occupati, gli è toccato sedersi dalla parte del torto e ricoprire lui da solo, l’ingrato compito dell’Opposizione intransigente.
Ovviamente si è parlato di pubblico impiego quindi dell’unico inconveniente in materia : i fannulloni e i furbacchioni. Sono state mostrate code agli sportelli, lunghe da qui a lì e sotterranei di pubblici edifici ingombri di documenti abbandonati e sporcizia.Tutta colpa degl’inetti impiegati che invece di ripulire, vanno in vacanza al mare per curarsi l’artrosi, esibendo certificato di malattia. Dei dirigenti mai.
Mentre invece, nelle situazioni definite "di eccellenza " – asl di Siena – è stato intervistato un bel Capo, tirato a lustro, che con l’occasione, si è beccato tutto il merito e anche gli elogi del gentile pubblico.
Contro il malcostume, una serie d’interventi messi a punto dal ministro che avrebbero riportato sul posto di lavoro parecchi latitanti. Come se questo di per sè bastasse a riqualificare i servizi che, qualora mal funzionanti per questioni strutturali , continuerebbero ad essere tel quel, con buona pace dell’organico cosidetto lordo, in servizio effettivo permanente.
Ma vaglielo a dire a chi, senza la presenza di un qualunque nemico da abbattere, non riesce nemmeno ad emettere una circolare. Tuttavia, non sono mancati momenti toccanti, come quando al ministro sono state mostrate le immagini – carramba che sorpresa !- di un servizio girato nella sua Venezia, corredate da interviste ai di lui congiunti e al vecchio maestro (unico), più una serie di foto sbiadite con assorimento di care memorie a piacere. E poichè l’attività della famiglia Brunetta era, in tempi andati, concentrata in una rivendita di souvenirs, anche la bancarella relativa. Tutto ciò, mentre scorrevano le immagini sovrimpresse dell’interessato (più visibilmente che mai) commosso. Con l’occhio lucido dal quale sgorgavano incontenibili, autentiche lacrime. Eh si. Son momenti… meritevoli, come se non bastasse, di un colpo di scena a suggello: l’ingresso in studio di una vera gondoeta (de plastica, ostrega) , con le lucine e i fregi d’oro, proprio uguale a quella che si vendeva nella bancarella di cui sopra. Il ministro ne ha sin illustrato i difetti di fabbricazione, azzardando un giudizio estetico – orribili – Che gusto impeccabile, avranno osservato gli spettatori . Sipario, applausi, titoli di coda.
Ma se le cose stanno così, perchè perdersi in inutili scervellamenti : cioè, se dal punto di vista dell’informazione sia più efficace il docu drama, l’infotainment o lo stile minimal di Report. Porta a Porta è la sintesi al basso, di tutti questi generi: più lo spirito dei documentari celebrativi di Leni Riefenstal, della telenovela, della fiction, del noir e del fantasy. Manca l’animazione, ma il vignettista organico, è già sul posto ad annunziare altre rivoluzioni.
Un Oscar, un premio, un riconoscimento, al montatore che affianca i palmizi della vacanza presunta a sbafo, al sotterraneo dell’ufficio ingombro, è do-ve-ro-so. Perchè quello che si vede alla sera tardi sul primo canale, è cinema, mica storie. Un altro premio, per piacere, a chi ha redatto il servizio " Chi è davvero il ministro ", riuscendo ad omettere quella non trascurabile parte della sua biografia, in cui è stato consulente economico dei più dispendiosi, dal punto di vista della spesa pubblica, governi presieduti da Bettino Craxi.
Altro che impassibili osservatori e giuste distanze, altro che separazione tra fatti e opinioni. Sbagliano quelli che pensano di poter capire l’aria che tira, anzi lo Zeitgeist, privi dell’ausilio di quell’importante strumento che è la trasmissione di Vespa. L’informazione è tale se dimostra la tesi con i fatti . Ma tutto il programma – in questa circostanza, quasi privo di contraddittorio – è stato confezionato per far credere allo spettatore che i fatti fossero le palme connesse all’immondizia dei sotterranei, con qualche raro esempio di buon funzionamento ( peraltro molto costoso, come è stato sottolineato, trattandosi di un ‘amministrazione di sinistra, una stoccatina ci voleva ) Mentre invece tutto ciò è solo una parte infinitesimale di una realtà che magari è assai più drammatica – chiunque munito di buon senso sa che non basteranno provvedimenti a caso, a sanarne le storture – ma che comunque non è quella rappresentata.
Ma il vero dramma in questi frangenti, consiste nella difficioltà di sobbarcarsi l’onere di un contraddittorio, pena la noia dei distinguo, acuita dal contesto ottimista, entusiasta e fringuellante o peggio l’essere tacciati per difensori dei disonesti, da espedienti dialettici assai in uso presso gli esponenti dell’attuale governo. Mai vista la Polverini camminare sulle uova come ieri sera. Polito, piazzare un timido concetto ogni mezz’ora e l’esponente dell’Italia dei Valori offrire collaborazione su tutta la ruota. Manco fossimo alla cena della Vigilia.
Ne’ è stato sufficiente il talento di un Paolo Villaggio – troppo raffinato – per contrastare la rozzezza dell’orchestrazione . E se nemmeno la satira riesce a smontare l’impalcatura, siamo messi male.
Infelice deriva del servizio pubblico che non riesce a darsi regole quando si tratta d’informazione ( non vale solo per Vespa) e che comunque fa della manipolazione un principio guida. Si dirà che esistono altre trasmissioni in Rai, ma il rigore della Gabanelli o di Iacona non riescono ad essere un reale contrappeso a certe forme di depravazione, oramai giunte ben oltre l’esaltazione della politica-spettacolo.
Un pensiero su “Marietta monta in gondola”
da sottolineare il disperato appello di un Vespa indignato a Brunetta per far sparire i pianisti dal Parlamento, esponendoli al pubblico ludibrio, non senza tirare in ballo i ferrovieri licenziati e poi riassunti (che vergogna) per essersi fatti marcare due minuti dopo dai colleghi, per non perdere il treno.