Espulsioni

Espulsioni

Era fatale che la cattiveria, criterio guida di misure orgogliosamente annunciate, generasse un articolato che ontologicamente con la Giustizia c’entra come i cavoli a merenda. Ora, qui da noi non ci voleva altro che questa nuova svolta culturale del Diritto svincolato dalla Giustizia per poterci definire completamente soddisfatti.

 Quanto all’efficacia del famoso pacchetto, particolarmente in tema d’immigrazione, non c’è bisogno di scomodare gli esperti : di qui a pochi mesi le ricadute di questo ennesimo capolavoro legislativo, formeranno le cifre di un bilancio fallimentare, un disastro  ben oltre il prevedibile.

La gestione di problematiche la cui soluzione altro non richiederebbe se non un potenziamento di servizi, se affidato in via esclusiva all’irrazionalità della repressione, non può che produrre disordine e violenza.

Già, i servizi. Tutta lì la bontà occorrente. E nell’idea che beneficiari eventuali di strutture funzionanti, non siano solo gl’immigrati ma l’intera collettività.

Invece niente. Caccia all’uomo e manette per tutti. A partire dalle badanti, dai lavoratori agricoli e dell’edilizia, e poi a seguire, partorienti, neonati, pazienti e scolari. Se privi di permesso di soggiorno saranno perseguibili assieme ai loro complici datori di lavoro, medici, insegnanti, padroni di casa. Un esercito di delinquenti con il quale fare i conti avvalendosi dell’ unico strumento legislativo al momento disponibile : l’espulsione.

Resta inteso che a sbrogliare la matassa non saranno i giudici ordinari, troppo impegnati con la normale amministrazione, ma i giudici di pace i quali, oltre ad essere  oberati ne’ più ne’ meno quanto altri, sarebbero chiamati ad un ufficio di natura conciliativa. Altra svolta culturale secondo cui nemmeno le definizioni  hanno più senso.

Ora qualcuno già dopo l’approvazione del famoso pacchetto di sicurezza in consiglio dei ministri s’era reso conto di aver affidato a pericolosi criminali, la nonna e il pupo, il campo, il cantiere e quant’altro. Così vorrebbe si ponesse rimedio. Ma rimedio vuol dire una cosa sola : sanatoria.

E la lega non vuole. Preferisce raccontare la favola bella della retroattività. Insomma i clandestini sarebbero criminali solo a partire da una certa data. E per gli altri, quelli cioè che restano comunque senza permesso di soggiorno? Risposta non c’è – a meno di considerare risposta l’attenzione promessa  da qualche bello spirito governativo alle lavoratrici domestiche.

E passi che il fatto di avere tribunali al collasso – e carceri che scoppiano –  invece di essere considerato per quel che è : un altro sintomo inequivocabile d’inciviltà,  viene al contrario vissuto  come una (meritata) pena accessoria, con tanti saluti al dettato costituzionale e a quell’idea concreta e non propagandistica di sicurezza basata su recupero e riabilitazione.

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