Too young
Peccato che Lidia Ravera abbia scritto "Saviano è troppo giovane per sapere che la cosa più importante per uno scrittore non è cosa si racconta ma come si racconta,.la letteratura percorre strade misteriose ma ogni libro è in qualche modo, comunque , indagine del nostro tempo anche se non parla di camorra ma dell’animo umano e delle relazioni tra persone" . Come dire : sciupare un’occasione di dibattito disponendo senz’arte più di un paletto, il troppo giovane per sapere, per esempio, approccio vietamente maternalistico, particolarmente inappropriato in letteratura, campo nel quale la categoria maturità non necessariamente si coniuga con quella di efficacia .E poi quanto detto da Roberto Saviano a Officina Italia, , merita migliore attenzione che un semplice liquidare il discorso comprimendo il problema nell’ambito del come si racconta. Se, come scrive Saviano la necessità prima dell’intellettuale è presenziare al dolore umano, coloro i quali hanno raccontato senza mediazioni ne’ deleghe (Primo Levi, Herling , Céline) ci hanno donato visioni del proprio tempo,affreschi,quadri d’insieme che sono state per i lettori invasioni più che evasioni.E’ una questione di prospettive : il dolore umano sullo sfondo di immani tragedie o le immani tragedie come vere protagoniste del racconto del dolore umano.
Non mi interessa la letteratura come vizio, non mi interessa la letteratura come debole pensiero, non mi riguardano belle storie incapaci di mettere le mani nel sangue del mio tempo, e di non fissare in volto il marciume della politica e il tanfo degli affari. Esiste una letteratura diversa, può avere grandi qualità e riscuotere numerosi consensi. Ma non mi riguarda. Ho in mente la frase di Graham Green: "Non so cosa andrò a scrivere ma per me vale soltanto scrivere cose che contano". Cercare di capire i meccanismi. I congegni del potere, del nostro tempo, i bulloni della metafisica dei costumi. Tutto diventa materia. Danaro, taglio della coca, transazioni, assessori, documenti, uccisioni, proclami, preti e capizona. Tutto è coro e materia, con registri diversi. Senza il terrore di scrivere al di fuori dei perimetri letterari, prescegliendo dati, indirizzi, percentuali e armamentari, contaminando con ogni cosa.
Roberto Saviano
Dedicato a Giuseppe Garibaldi (nel bicentenario della nascita)
Il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, che cade oggi, è stato completamente oscurato dal compleanno del Pontefice e anche se diverse associazioni e centri studi hanno ricordato il generale con pubblicazioni e convegni,così non è stato per giornali e televisione.Ecco dunque una piccola menzione al combattente della Repubblica Romana.Centocinquanta giorni che sconvolsero l’Europa.
Io son fatto per rompere i coglioni a mezza umanità e l’ho giurato sì!Di consacrare la mia vita all’altrui perturbazione e già qualcosa ho conseguito ed è nulla a paragone di ciò che spero,se mi lasciano fare o se non possono impedirmi il farlo
A.Scirocco : Garibaldi Bari 2001 ( da una lettera ad un amico)
Tu es Petrus
Auguri Santità.Per il Suo compleanno ho scelto un’immagine della liturgia pasquale che ha sempre avuto un forte impatto su di me.Un uomo potente che si prostra dinnanzi al Dolore con tale pentimento da aderire con tutto il corpo alla terra, compie un atto di umiltà e devozione così sublimi da lasciar pensare che, rialzandosi, si senta necessariamente migliore e pronto a qualunque gesto di amore e riconciliazione.Così sarà probabilmente stato.La stessa percezione non abbiamo potuto avere noi,forse distratti dagli appelli incessanti e dalle sollecitazioni che direttamente o per interposta persona Ella rivolge ai Fedeli.Appelli che hanno poco di conciliante nel momento in cui additano alla pubblica riprovazione, persone che pur non essendo ladri ne’ assassini,hanno deciso di vivere secondo le proprie inclinazioni,fuori dai Precetti di Santa Romana Chiesa certamente, ma non per questo meno degni di umano rispetto.Ma se è lecito che un Pontefice si rivolga ai fedeli per richiamarli ai doveri connaturati alla loro appartenenza, non è altrettanto comprensibile il fatto che in quella riprovazione sia contenuta la motivazione di una minaccia ai Valori che la Fede suggerisce:Come Ella ben sa,due persone che si amano e devono nascondersi,una donna che non può avere un figlio e quanti desiderano una morte dignitosa,nella loro qualità di poveri cristi oberati da numerosi problemi e afflitti da tristezze cosmiche,non sono in grado di minacciare proprio nessuno.Forse a sentirsi minacciato è l’Apparato,la Struttura,la Chiesa ma quello è un altra storia,lì Le può essere riconosciuta solo la tensione tutta politica del Papa Re.Tu es Petrus etc etc ..ma su quella pietra era una comunità di fedeli che doveva sorgere,non uno Stato Teocratico con parlamentini e banche.E anche qui,romanamente,mi verrebbe da dire – Sacra Corona,ma chi v’ammazza? Due leggi per restituire dignità a chi sente di averla perduta nei sotterfugi, nei viaggi all’estero per la fecondazione assistita,in quello staccare la spina in segreto dei medici pietosi?O nell’affidare ai tribunali e ai giudici la gestione della vita di chi si vuol bene ? – .Ciò nonostante auguri ai Suoi ottant’anni di raffinato pensatore tedesco.Il Suo libro,su Gesù ha riempito le pagine della cultura di tutti i giornali e va già a ruba.L’idea di organizzarne la presentazione nell’aula del Sinodo con Massimo Cacciari e Daniele Garrone poi, è stata sorprendentemente laica,infatti così vorremmo procedere anche noi quando affrontiamo questioni nodali.Mettere tutte le sensibilità intorno ad un tavolo e ricercare la sintesi.Magari senza le conclusioni di un arbitro di parte come il Cardinale Schoenborn.
Voltiamo pagina (Château Margaux 1993)
Stasera potrebbe finire come niente nell’ insalata ma con un pizzico di fortuna, esalterebbe finanche un piatto di ravanelli in pinzimonio.Dipende.Mentre "respira" nella caraffa meglio munirsi di una valida alternativa.I grandi vecchi sono bizzosi.Basta un niente …
Margaux tire magnifiquement son épingle du jeu difficile du millésime 1993. Quel vin!