La mossa del cavallo ( e il rischio della crostata)

La mossa del cavallo ( e il rischio della crostata)

mattoDiciamola tutta : la mossa del cavallo PD ha sortito l’effetto : sollecitare risposte a destra e a sinistra, creare,assistiti dalla buona sorte, quel tanto di scompiglio nella CDL  che, assieme alla sostanziale tenuta del governo Prodi, ha suggerito al cavaliere di tirare fuori un vecchio sogno dal cassetto. Annunciato il Nuovo Partito, acquisito il placet del guru Giulianone Ferrara, Berlusconi conclama la sua volontà di dialogare con l’avversario ( pardon , con il competitor ) sulla riforma elettorale in termini di proporzionale con sbarramento più o meno alla tedesca ( glissa sul premio di maggioranza ), visto che, a suo dire,il maggioritario che pure sarebbe il sistema ideale per una democrazia compiuta, è impraticabile data la situazione attuale di litigiosità, frammentazione e personalismi spiccati. Ha ragione Veltroni quando dice che quella del cavaliere più che iniziativa politica è una reazione che dai gazebo, al partito nuovo, al proporzionale insegue ed è a ricasco del PD. Ma folklore a parte – bellissimo il numero dei firmatari che cresce a vista d’occhio o i tempi rapidissimi con i quali i Circoli della Libertà aderiscono in massa, appena mezz’ora dopo l’annuncio – un problema c’è. Anzi due. Uno è il ricatto, il do ut des. Se condo Berlusconi ci si siede al tavolo delle trattative solo a patto che, data delle consultazioni alla mano, una volta licenziata la Riforma, Prodi vada a casa. L’altro è rappresentato dal ricordo ancora vivo della bicamerale, il rischio  inciucio insomma, ovvero che da  tutta questa rinnovata volontà di dialogo, nasca una soluzione pasticciata, se non il famoso partito della crostata. Su questo argomento si è a lungo esercitato ieri l’esecutivo del PD. Una cosa è sicura cioè che la trattativa parte da rapporti di forza inimmaginabili appena pochi giorni fa ed  altrettanto certo è  che la linea politica ufficiale di Veltroni, oltre a non contemplare questo tipo di  scambio , (rasserenato il clima, si rende necessario dare tempo al governo di recuperare consensi), è di impiegare tutto il 2008 nella costruzione della riforma elettorale e costituzionale, dei nuovi regolamenti della la Camera per il conferimento di  nuovi poteri al Premier e il superamento del bicameralismo perfetto . Se Berlusconi tentenna sulle Riforme , sarà impossibile dribblare il referendum  con tutte le complicanze per il proporzionale che ciò comporterebbe, e anche se l’annuncio di un nuovo partito non impedisce al PD di mantenere attivi i canali di comunicazione con Fini e Casini, la non volontà Berlusconiana di non discutere altre riforme se non quella elettorale,è un ostacolo serio.Per ora, va dato atto a Veltroni di aver creato nei campi opposti condizioni speculari ed aver costretto Berlusconi a collaborare. Atteso che dal Cavaliere ci si può anche aspettare un improvviso mutamento di rotta,la premonizione di Anna Finocchiaro all’indomani dell’approvazione dlla Finanziaria , si è rivelata attendibile.Davvero pare un altro giorno.

Gillo ( le donne, i cavalier…)

Gillo ( le donne, i cavalier…)

 

Cinque film e mezzo,tanto per adottare il sistema di computo felliniano, non sono una grande produzione, soprattutto se si pensa a quali opere avrebbe potuto realizzare il talento di Gillo Pontecorvo  se solo fosse stato meno pigro, meno bisognoso d’innamorarsi ogni volta del progetto, ma anche se avesse trovato produttori coraggiosi , determinati , pronti a investire sul suo impegno di uomo di cinema e di artista  fortemente calato nella realtà. Le condizioni di libertà creativa necessarie perché il nostro mestiere possa essere anche arte sono sempre più rare diceva e non a torto . Pochi film ma molta attività nel settore, dalla Presidenza della Mostra di Venezia a quella di Cinecittà sempre imprimendo al proprio lavoro un marchio inconfondibile e innovativo con attenzione particolare ai giovani autori e , pur non amandole, alle nuove teconologie. Infine tra gli ultimi impegni, quello con Cinema nel Presente, l’associazione tra cineasti (da Salvatores a Monicelli a Scimeca a Scola) coordinata da Citto Maselli , alla quale si deve tra l’altro Un mondo diverso è possibile , film collettivo sulle giornate di Genova 2001 .Una lavorazione affrontata da Pontecorvo con entusiasmo e curiosità, nella convinzione tutta moderna che il documentario,genere trascurato  in Italia,dovesse avere una parte importante nel futuro del Cinema. Stasera, con la proiezione del documentario Gillo , le donne  i cavalier, l’arme e gli amori , al Parco della Musica, ricordiamo Gillo Pontecorvo festeggiandolo nel giorno della sua nascita. Lo stesso documentario sarà trasmesso dalla 7 stasera alle 23,30.

Rosso Malpelo per i piccoli minatori in Bolivia

Rosso Malpelo per i piccoli minatori in Bolivia

Rosso Malpelo il nuovo film di Pasquale Scimeca è stato già proiettato in 130 scuole superiori prima di uscire nelle sale ed ha fin qui incassato 230.000 euro.Bisogna arrivare a 500.0000 per realizzare un Progetto di cui sono destinatari 1000 piccoli minatori boliviani.Qui ,cioè nel sito di Rosso Malpelo si possono trovare tutte le notizie sul film ma anche quelle relative al  Progetto Didattico ( si può ancora proporre nelle scuole ) e alla gestione dei fondi. Andate a vederlo :  Scimeca è così abile da trasformare il naturalismo provinciale italiano di Verga in un’ opera che sa parlare dei e ai  218 milioni di bambini seviziati oggi nel mondo.Anche Gramsci avrebbe convenuto.

I filmaker che fecero l’impresa

I filmaker che fecero l’impresa

Tre giovani filmaker vorrebbero montare un cortometraggio e non trovano di meglio che chiedere aiuto a due colleghi che ce l’hanno fatta  ma, come spesso accade, che paternalisticamente si adopereranno  il minimo indispensabile per incoraggiarli. Il filo conduttore dunque è questa impresa da portare a termine. Intersecano la linea narrativa principale alla Tornatore, una serie di inserti che contengono citazioni ed omaggi a Fellini ,Amelio, Salvatores,Crialese, Marco Ferreri ( fin nel titolo l‘Abbuffata..) e a Calopresti stesso  che qui celebra la conquista di un tocco leggero nel rendere sentimenti saggiamente esibiti con l’impudicizia che il caso richiede


Non per motivi di film commission ma per necessità, Calopresti ci riporta in pellegrinaggio a Diamante – basta non inquadrare la costa spappolata dalla speculazione edilizia per capire se vi  ci specchierete, la Magna Grecia , renderà tutti più belli  – per il suo ritorno al film a soggetto che però è pieno di finestre aperte al documentario e di giovane energia.

Film girato in surplace e in prima persona singolare, quasi vuol essere un divertimento tra amici, sia giovani (gli allievi della Scuola di Documentario a Napoli) che coetanei (Bruni Tedeschi, Frassica, Depardieu, l’alter ego in crisi d’ispirazione).Alla fine, tra scudisciate d’obbligo al cinema italiano nell’era della sua sottomissione al dominio Rai Mediaset e riferimenti autobiografici light , l’ Abbuffata si colloca nel migliore stile Calopresti che – fa piacere sottolineare – dedica questo film agli Allievi.

L’abbuffata è un film a colori di genere commedia della durata di 102 min. diretto da Mimmo Calopresti e interpretato da Gérard DepardieuValeria Bruni TedeschiDiego AbatantuonoDonatella FinocchiaroLele NuceraPaolo BrigugliaNino Frassica,Giuseppe Vitantonio LiuzziElena BourykaNathalie Rapti Gomez.
Prodotto nel 2007 in Italia

Le Guardie

Le Guardie

Guido ReniAvrebbero fatto meglio a dire che un agente, avendo perso la testa, si era trovato ad esplodere  un colpo che a filo di logica , non doveva essere esploso.Il dramma non avrebbe comunque assunto connotati differenti, tuttavia un’Assunzione di Responsabilità sarebbe stata assai più dignitosa dei ritardi, delle omissioni, delle smentite  e degli oramai immancabili grafici e perizie balistiche pubblicate dai giornali. Assunzione di responsabilità che è Politica oltre che individuale. Tacendo,omettendo,tergiversando, la questura di Arezzo e il Viminale hanno alimentato la rabbia,il povero Gabriele Sandri da vittima dell’imperizia ,dell’errore di valutazione, della mancanza di nervi saldi ma anche del clima di Paura delle accuse di inedia o d’impotenza delle Istituzioni o delle Forze dell’Ordine è  diventato subito un morto per il calcio.Quale migliore occasione per dimenticare le rivalità e gli antagonismi di squadra e dare tutti insieme addosso alle guardie?

Esserci, esserci, esserci … è fondamentale solo esserci. Non conta più un cazzo la passione per il calcio, ricordare a memoria il nome di ogni calciatore, comprarsi la maglia del club, librarsi in ardite e colorite discussioni da bar sul valore della squadra, sui tatticismi, le scelte del mister, l’operato della dirigenza: comportarsi come fa il tifoso, lo sportivo, l’appassionato … a noi di tutto questo non ce ne fotte un cazzo. Quella è roba da club, da tifoso normale. Da individuo che dorme indossando il pigiama con i colori sociali della squadra e si esalta ad ogni gol siglato da un mercenario qualsiasi. A noi interessa soltanto il contatto domenicale con la tifoseria nemica, urinare sul cacatoio dei benpensanti, vomitare sullo scranno dei servi da tastiera, travolgere tutto per avanzare spavaldi e ritti, a volto coperto contro il cielo urlando il nome di Firenze per tornare a casa la sera o il giorno appresso, con le labbrate prese che bruciano, ma soprattutto con quelle date che urlano. Tornare a casa per raccontare nei minimi particolari la dinamica degli scontri, la geografia dei tafferugli, la bieca idiozia belluina dei cori, l’ignoranza geniale degli striscioni infamanti, la potenza devastante dei nostri inni. Tornare per appuntare sulla maglia il merito di aver ridicolizzato la curva di casa, dentro e fuori lo stadio e aver dimostrato che c’eravamo, tutti, in qualunque modo, a qualunque costo. Ovunque.

Domenico Mungo . Sensomutanti. L’ amore ai tempi del DASPO. Edizioni Tirrenia Stampatori.Torino.