Le Guardie

Le Guardie

Guido ReniAvrebbero fatto meglio a dire che un agente, avendo perso la testa, si era trovato ad esplodere  un colpo che a filo di logica , non doveva essere esploso.Il dramma non avrebbe comunque assunto connotati differenti, tuttavia un’Assunzione di Responsabilità sarebbe stata assai più dignitosa dei ritardi, delle omissioni, delle smentite  e degli oramai immancabili grafici e perizie balistiche pubblicate dai giornali. Assunzione di responsabilità che è Politica oltre che individuale. Tacendo,omettendo,tergiversando, la questura di Arezzo e il Viminale hanno alimentato la rabbia,il povero Gabriele Sandri da vittima dell’imperizia ,dell’errore di valutazione, della mancanza di nervi saldi ma anche del clima di Paura delle accuse di inedia o d’impotenza delle Istituzioni o delle Forze dell’Ordine è  diventato subito un morto per il calcio.Quale migliore occasione per dimenticare le rivalità e gli antagonismi di squadra e dare tutti insieme addosso alle guardie?

Esserci, esserci, esserci … è fondamentale solo esserci. Non conta più un cazzo la passione per il calcio, ricordare a memoria il nome di ogni calciatore, comprarsi la maglia del club, librarsi in ardite e colorite discussioni da bar sul valore della squadra, sui tatticismi, le scelte del mister, l’operato della dirigenza: comportarsi come fa il tifoso, lo sportivo, l’appassionato … a noi di tutto questo non ce ne fotte un cazzo. Quella è roba da club, da tifoso normale. Da individuo che dorme indossando il pigiama con i colori sociali della squadra e si esalta ad ogni gol siglato da un mercenario qualsiasi. A noi interessa soltanto il contatto domenicale con la tifoseria nemica, urinare sul cacatoio dei benpensanti, vomitare sullo scranno dei servi da tastiera, travolgere tutto per avanzare spavaldi e ritti, a volto coperto contro il cielo urlando il nome di Firenze per tornare a casa la sera o il giorno appresso, con le labbrate prese che bruciano, ma soprattutto con quelle date che urlano. Tornare a casa per raccontare nei minimi particolari la dinamica degli scontri, la geografia dei tafferugli, la bieca idiozia belluina dei cori, l’ignoranza geniale degli striscioni infamanti, la potenza devastante dei nostri inni. Tornare per appuntare sulla maglia il merito di aver ridicolizzato la curva di casa, dentro e fuori lo stadio e aver dimostrato che c’eravamo, tutti, in qualunque modo, a qualunque costo. Ovunque.

Domenico Mungo . Sensomutanti. L’ amore ai tempi del DASPO. Edizioni Tirrenia Stampatori.Torino.

 

32 pensieri riguardo “Le Guardie

  1. Secondo me certi errori non sono errori, sono il risultato di piani ben studiati. Sarebbe bastato non parlare affatto di calcio, in fondo non si trattava mica di uno scontro ultras…e invece il connotato calcistico ha fatto immediatamente bella mostra all’ interno dei comunicati stampa imbeccati dalla questura. Perchè?

  2. Tutto è possibile ma mi sfugge il piano.Un giro di vite? Il divieto delle trasferte?

    La questura di Arezzo in questo caso mi è sembrata più l’Armata Brancaleone che la lucida titolare di una trama.Il calcio non c’entra ma il calcio è l’occasione,non è semplice far passare questo messaggio,per cui alla fine la semplificazione ha la meglio, non fosse altro perchè una rissa tra tifosi in grande stile sarebbe stato un miglior “giustificativo” per l’utilizzo delle armi da parte della polizia.Quanto ai facinorosi è ovvio che siano nel mirino della polizia (fanno pure di tutto per esserci) ma c’è una valutazione ulteriore rispetto alla matrice politica che proprio perchè “mutante” varrebbe la pena di fare,per il resto immagini se posso apprezzare quel tipo di violenza.Mi pare ribellistica,fine a se stessa e anche un po’ autolesionista.Il libro dal quale ho preso la citazione è molto bello.Se non lo hai letto inseriscilo tra i papabili.Ti piacerebbe.

  3. il piano? Distogliere l’ attenzione dal fatto che un rappresentante dello Stato ha ucciso un ragazzo senza alcun motivo apparente (se inserisci l’ omicidio in ambito calcistico assume un altro connotato, la ‘gente bene’ è avvezza a deprecare gli ultras e non s’ incazza se muore uno di loro…) e nello stesso momento cogliere l’ occasione per scatenare una reazione più che prevedibile nel tifo organizzato in conseguenza della quale si applicherà verso i tifosi da stadio la tolleranza zero. Perchè? Perchè le curve sono l’ ultima frontiera del reclutamento politico per certe formazioni estremiste e sia destra che sinistra non vogliono che quelle formazioni facciano proselitismo. Tolgono voti a loro e creano eversione. Il discorso è lungo, quando ci vediamo ne parliamo per bene….

  4. non credo al complottismo (non ci credo mai) perchè la cosa è stata condotta in maniera così smandrappata che sembra credibile.

    Fin dall’inizio, a lasciar gestire l’informazione a Ventura e Giletti, senza un fetente di giornalista che spiegasse.

    Sky lo ha fatto, quindi si poteva.

  5. Oppure capita che quando cantano non gli venga dato credito perchè le cose che dicono sembrano così allucinanti da risultare poco credibili….o addirittura che non cantino mai perchè inseriti a vita nel sistema che li controlla tenendoli a stipendio fino alla morte naturale e garantendo benessere ed incarichi anche alla loro famiglia….punti di vista….

  6. se parliamo di “ZERO” mi sembra alquanto incredibile. Erano in troppi e uno che si pente lo trovi sempre. Basta una sola Gola Profonda per fare la frittata.

  7. Io parlo in generale jenè….Non è vero in alcuni casi che basta una gola profonda, non dimenticare che viviamo in un mondo dove ancora non si riescono ad accertare le responsabilità di casi come l’ omicidio Kennedy, tanto per fare un esempio…

  8. però il Procuratore ha detto che è imperdonabile (non alimentiamo le arrabbiature e non parliamo di Procuratori) che giornata ragazzi..

  9. Unica differenza con Cap: io sono complottista solo a posteriori.

    Non penso che una situazione tanto assurda possa essere premeditata, ma penso che nessuno s’è preso la briga di fare quello che si poteva davvero fare per evitare la degenerazione di quell’episodio nelle violenze della giornata e soprattutto della serata a Roma.

    O forse è solo incompetenza, chissà.

    Ma di sicuro di quella incompetenza c’è stato qualcuno, che aveva potere di modificare quello stato di cose che degenerava, che si stava frusciando le mani.

    E credo che questo stesso qualcuno sghignazzava ascoltando le prime notizie, che davano la morte di Sandri come derivante in modo diretto da uno scontro tra ultras, che davano la presenza della polizia giustificata da una telefonata degli juventini minacciati, che parlava di spranghe e quant’altro.

    Poi è volata via la menzogna (già tentativo di copertura? chissà), e sono rimasti gli ultras.

    E un’occasione d’oro per entrambe la fazioni in campo per ghettizzare il calcio e ridicolizzarlo senza motivo, per l’ennesima volta.

    La storia di questa notizia potrebbe essere una notizia persino più grave, per questo Paese, della aberrante notizia in sé.

  10. Si può essere o meno complottisti ma in questa storia emergono più realtà e ognuna è talmente tragica da far impallidire qualsiasi ipotesi da trama segreta :

    1) muore un bravo ragazzo (ma perchè se fosse stato “cattivo” la sua morte sarebbe stata meno grave?)

    2) Da subito una cosa è chiara e cioè che qualsiasi cosa sia successa nell’area di servizio (dalla rapina alla maxi rissa),l’uso delle armi non sarebbe stato ammissibile.

    Connettendo questi due semplici elementi (evidenti , ripeto, fin da subito) già si sarebbe potuta dare un’informativa adeguata.Il resto,le traiettorie,gl’interrogatori,chi vogliamo indagare e chi no,era tutta roba che poteva essere gestita da chi a queste faccende è preposto,rimandando l’esposizione del quadro d’insieme a quando le indagini fossero state completate.Nulla sarebbe stato intaccato di quel Diritto all’Informazione che tanto ci preme.

    Invece data la situazione politica generale,il clima di speculazione sulla vicenda della sicurezza,si è ritenuto di dover tutelare il poliziotto (francamente indifendibile) manco fosse lui l’Emblema dello Stato.

    Ma perchè, in questo paese si va sparando all’impazzata?

    Una catena inverosimile di Errori non può non sfociare nella confusione.

  11. E si sfocia nel ridicolo per cui se un poliziotto spara senza motivo è colpa di Giuliano Amato.

    Che sciacalli indegni.

  12. ‘sta storia della sicurezza con annesse certezze della pena e tolleranza zero (tutte chiacchiere) si candida a mietere più vittime dei criminali

  13. Paps, io volevo dire quello che intendi tu. E’ chiaro che l’ omicidio non era premeditato, io mi riferisco proprio a come è stata gestita la notizia e sul perchè si è fatto così…. ;-)

  14. Magari sbaglio,ma le misure invocate un po’ da tutte le parti sanno solo di repressione,il che può andar bene per contenere pezzi limitati del discorso.Nessuno più dice che tra un processo e una manganellata ci starebbe bene anche il restituire dignità ad una cultura sportiva che è scivolata a livelli infimi. Nessuno più pensa a risposte civili, a politiche che non parlino solo di tornelli e di steward.Ho letto commenti in questi giorni, da brivido.

  15. L’editoriale del mio portale preferito :

    Ci avviamo con passo lento e incerto sul terreno scivoloso della commozione stando attenti a non replicare quanto abbiamo già visto e subito in questi giorni di retorica sparata con la pompa.

    Lo facciamo perché questa vicenda indefinibile ci ha colpito e ferito come raramente capita per fatti che la cronaca ci sciorina quotidianamente. Abbiamo pensato per un attimo a che cosa sarebbe successo se la mano armata che ha reciso la vita di Gabriele Sandri fosse stata quella del vituperato “albanese” o del diseredato “rumeno”. Quali valenze e quali show c’avrebbe regalato in alternativa il baraccone mediatico globale che, fatto non secondario, incide e molto nelle scelte di governo di questo paese.

    Ci è capitato sommessamente di pensare a cosa succederà ora nella famiglia Sandri. A quel padre e quella madre che cominceranno a confrontarsi con una stanza vuota, con un esistenza in meno, con una mancanza che sarà impossibile da colmare.

    Perché su di loro i riflettori si spegneranno e rimarranno soli. Cerchiamo, e ci rivolgiamo soprattutto ai loro amici, se qualcuno tra di loro avrà la ventura di leggerci, che ciò non accada.

    Noi amiamo pensare, per quello che abbiamo visto in questi giorni e ieri in particolare, che Gabriele, come il suo omonimo arcangelo, sia venuto qui per annunciare che una strada diversa è possibile.

    Una strada fatta soprattutto di riconoscimento reciproco, di fratellanza, di accettazione.

    Questo patrimonio annunciato e reso vero nei fatti di ieri che sono ruotati attorno al suo funerale, non può e non deve essere disperso.

    Almeno noi di CdR, come fratelli maggiori, anche se di una parte avversa, non lo lasceremo cadere.

    In questo senso chiediamo al Sindaco e alle istituzioni sportive cittadine, e speriamo che in questo altri ben più grandi e forti di noi ci affianchino, che venga organizzato un evento sportivo importante con cadenza annuale, che leghi in qualche modo le due principali società calcistiche romane, con i proventi dei quali sia possibile alimentare una fondazione dedicata al suo nome che si occupi della diffusione dei valori positivi e della cultura positiva del tifo, che sono importanti e che sono patenti solo che si abbia la voglia di guardarli per una volta in maniera onesta, donando di conseguenza al suo nome, almeno a quello, l’immortalità.

    Vorremmo poi che questa opportunità storica, ancorché nata da un fatto criminale, ci consentisse di riappropriarci dello stadio, liberandolo dalle forze dell’ordine che potrebbero essere dedicati ad altri e più importanti compiti.

    Per fare questo abbiamo bisogno di certezza di regole, anche sul ruolo degli steward che oggi sono solo ragazzi con una fratina inutile, e di supporto da parte del legislatore al quale chiediamo per una volta di guardare al mondo della tifoseria con occhio positivo, regolando poi in maniera seria e definitiva quelli che sono i rapporti tra le società e gli stadi.

    In ultimo, ma questa è veramente “mission impossibile” chiediamo a chi si occupa di comunicazione e sappiamo che ci legge, che diventi testimone nel proprio ambito lavorativo di valori etici e deontologici che in questi giorni sono venuti pesantemente meno.

    Se da una parte è vero che la ristrutturazione globale del mondo dell’informazione spesso svuota di significato, o vanifica, il ruolo dell’approfondimento che è proprio di chi fa bene il mestiere del giornalista, è anche vero che abbiamo assistito a prove di miseria umana, ancor prima che culturale e/o professionale, che non sono degne di chi, è opportuno ricordarlo, proprio perché si occupa di informazione, è classe dirigente di questo paese.

    Spesso, nella ricerca della consolazione, si assegna ad una vita che ci lascia il compito più alto di una specifica missione terrena.

    Ci consola allora immaginare che la vita di Gabriele Sandri, tra le altre cose dedicata a far divertire gli altri con la musica, possa essere vissuta come un regalo prezioso al mondo del tifo.

    Sta a noi, a tutti noi, conservarlo con amore e non disperderlo.

    Bella Gabriè!

    Ad maiora

    a cura della redazione@corederoma.net

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  16. un editoriale esemplare, sembra sincero. A me ha colpito la lettera che la madre di Federico Aldrovandi ha scritto alla madre di Gabriele. Vedo se la trovo in rete.

  17. Cap ha pubblicato la mamma di Aldrovandi da un paio di giorni (all’osservatore scientifico nulla sfugge)

    Invece http://www.corederoma.net è un portale di tifoseria intelligente,responsabile e popolare,pieno di documenti e di articoli…da visitare

  18. Una cosa….ulteriore….sapete a che ora è uscita la prima velina con un minimo di dettagli? Alle 12.30. Il testo era uguale per tutte le agenzie di stampa e parlava di ultras morto in uno scontro tra tifosi….capito? Era uguale per tutte le agenzie perchè era un comunicato emesso da qualcuno che era solo stato riportato….CHI L’ HA EMESSO? e COME MAI COSI’ TARDI?

  19. Cap, in un commento su un altro blog riporto la mia sensazione su quella notizia, a freddo m’è sembrato di risentire l’hai ucciso tu, con la pietra!!! urlato da quel poliziotto a Genova subito dopo la morte – causa proiettile – di Carlo Giuliani.

    Risentire la stessa puzza di marcio, di tentata copertura ermetica.

  20. Ruggeri dell’Atalanta già ha detto che non farà entrare mai più una persona non di Bergamo allo stadio.

    Omettendo giudizi sulla cordialità degli ultras indigeni, risolvere il problema della loro pericolosità trasformando lo sport in uno spettacolo da club è qualcosa che sprofonda nello squallore più becero.

    La sicurezza ci ucciderà, ha ragione Sed: questa società ha completamente perso la fiducia nell’educazione, è noiosa e ci vuole troppo tempo, no?

  21. si punta tutto sulla repressione, paps. Ci trattano come immaturi bamboccioni.

    Subito dopo la prima notizia c’è stato qualcuno sul blog che ha detto: in quel momento non passavano aerei, la pallottola non puo’ essere stata deviata.

  22. In realtà nessuno sa se un’informativa corretta,tempestiva,le partite sospese e tante scuse da parte dello Stato avrebbero fermato i casseurs di domenica sera.

    Mi accorgo che questa storia della sicurezza monta fino ad essere pericolosa, dalle reazioni della sinistra moderata e dal fatto che quella cosidetta radicale non riesce più a spiegare le proprie ragioni, ne’ a correggere il tiro.In tutto questo pur comprendendo le ragioni (mo’ dico una cosa di una “pericolosità” pericolosa) le motivazioni dei casseurs non posso stare dalla loro parte e nemmeno ammiccare e nemmeno strizzare loro l’occhio.Queste non sono le banlieu,nemmeno lontanamente.Non mi affascinano anzi li detesto per essere ad una fase pre-politica che non porta da nessuna parte.Fascisti di nome e di fatto.Che lo sappiano o meno.

  23. Sei sicura che non siano le banlieue? Oggi i ragazzi di periferia non sono emarginati, senza prospettive, ghettizzati ed incazzati neri? Neri in tutti i sensi, soprattutto quelli politici. Sia chiaro, è una provocazione la mia…..ma anche no. Siamo vicini al point break, mi sa che bisogna ricominciare a girare in gruppo la sera…io l’ altra sera, tornando dalla sezione, un accenno di strizzetta l’ avevo…..e non sono uno che soffre troppo di strizzetta…..

  24. Di fatto fanno il lavoro sporco e preparano il terreno a quelli in doppiopetto che peraltro si guarderanno bene da rendere loro la vita migliore.

    Più imbecilli di così…

    E poi sono portatori di una cultura che ho sempre cercato di contrastare.Non posso apprezzare il razzismo,il machismo e tutto il resto del corredo..ma quali anarchici?L’anarchia è l’aristocrazia del pensiero altro che riferimenti all’onore e alla purezza della razza.Non li salvo ma per il semplice motivo che nel loro infinito nichilismo sono loro a non volersi salvare.

  25. No, no, non parlavo di salvarli, io li odio proprio, altro che salvare….mi limitavo ad osservare che sono cmq dei disperati e se fanno quello che fanno è anche colpa dell’ ambiente in cui vivono e di quella politica che una volta sapeva attrarre le masse del popolo. Ora le attrae la destra….

  26. No Cap questo è un fenomeno tipico della destra da sempre.

    La sinistra reclutava e forse recluta ancora, disperati cui propone un percorso di riscatto.Non è la loro cifra il riscatto,culturalmente sono legati a sogni di gerarchia,supremazia,sottomissione degl’inferiori e dei deboli.

    Stamattina ascoltavo Marione che parlava di disagio ma su quel disagio la destra cosidetta sociale ha sempre sempre speculato.E’ un’ambiguità strutturale del fascismo.Il neonazismo degli anni 70 reclutava i mazzieri nelle borgate mica alla Balduina e in qualche caso li assoldava addirittura.Avevano tuttavia sponde importanti dal Parlamento a certi pezzi della Grande Industria.Molte cose sono cambiate ma non è perchè la sinistra non sappia più parlare a quegli strati sociali.

  27. Marione stamattina ed in questi ultimi tempi in generale mi sta spingendo a non ascoltarlo più….sta prendendo una deriva che mi ricorda troppo chi è e cosa ha fatto….

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