Il giorno di Gordon

Il giorno di Gordon

Gordon Brown

Gordon Brown non ha nessuna delle qualità esteriori del leader : non è un grande comunicatore,non è simpatico e a dirla tutta,non è nemmeno cordiale.Come se non bastasse, è caparbiamente convinto, in barba alle  preoccupazioni che la stampa internazionale instilla nei suoi collaboratori, di essere nel giusto e che l’opinione pubblica dovrebbe interessarsi più alle sue idee che al suo carattere. Non a torto, poichè del carattere e delle capacità strategiche di Gordon è lastricato il suo percorso politico.Noto a Bruxelles e nel mondo come prestigioso rappresentante della Gran Bretagna nei negoziati internazionali ha messo a segno una serie d’imprese – dall’ottenimento della concessione alla Banca d’Inghilterra del potere di fissare liberamente  i tassi d’interesse all’elaborazione di una strategia per evitare che la Gran Bretagna adottasse subito l’euro, alla capacità di assicurare crescita costante,bassi livelli d’inflazione e alto tasso d’occupazione che altro non sono se non l’esito di una indubbia e rigorosa preparazione filtrata da notevoli capacità personali.Altro che affabilità.Tuttavia a Gordon toccherà un compito probabilmente più arduo quello di fronteggiare i Tories guidati da  David Cameron, in totale  rimonta,gli stessi cioè che in occasione delle elezioni amministrative e del rinnovo dei parlamenti di Scozia e Galles hanno conquistato il 40% dei consensi contro il 27 ottenuto dai Labour.Il rischio vero è che Cameron si aggiudichi anche le elezioni del 2010.Gordon Brown dovrà affrontare obbligatoriamente il nodo della guerra in Iraq e del rapporto  con Washington oltre alla questione morale e alle inchieste giudiziarie sul finanziamento del partito.C’è poi il non piccolo problema di riconquistare l’opinione pubblica riallacciando i contatti tra politica e cittadini.E’ possibile che la sua figura di burbero benefico sia un antidoto necessario alla diffidenza crescente che ha accompagnato gli ultimi due anni della gestione Blair e che ha riguardato anche le manifestazioni di affettuoso entusiasmo dell’ex Premier  nei confronti di Bush.Il ritorno del tradizionale riserbo britannico,sotto questo aspetto,non potrà non essere colto come un segnale di discontinuità.

Bye Bye Blair

Bye Bye Blair

Blair lascia la Gran Bretagna meglio di come l’ha trovata nel 1997.In dieci anni le tasse sono aumentate, è vero, ma gl’Inglesi sono diventati più ricchi, più ragazzi prendono il diploma e vanno all’università e grazie ad una politica sociale accorta (salario minimo, esenzione fiscale per i più poveri)  le difficoltà economiche delle fasce più deboli, si sono attenuate. Una legge riconosce le unioni tra omosessuali e lo Human rights act recepisce la normativa europea sui Diritti Fondamentali. Se si considerano poi i successi ottenuti sul piano dell’autogoverno di Galles, Scozia e Irlanda del Nord, si può tranquillamente affermare che con Blair l’Inghilterra è diventata un notevole esempio di apertura. Nessun premier più di lui ha sensibilizzato i cittadini sul tema dei cambiamenti climatici e della povertà in Africa. Eppure la gestione del suo secondo mandato all’insegna della riforma del settore pubblico ma anche dell’11 settembre e dell’incondizionato sostegno all’invasione in Iraq,non ha convinto gl’inglesi che hanno inflitto ai labour una cocente sconfitta alle amministrative del 3 maggio. Il leader politico europeo più brillante che nel 1997 procedeva in sintonia con il paese del quale era alla guida, ha perso terreno. Colpa dei servizi pubblici che ha tentato di migliorare riuscendovi solo in parte e con gran dispendio di denaro e dei pessimi risultati nei campi della sanità e dell’istruzione. Colpa di una  guerra che è costata alla Gran Bretagna molte  vittime rivelandosi  dannosa sul piano internazionale ma anche di un modo di essere fedeli alleati di Bush, del non aver saputo insistere affinché Rumsfeld fosse rimosso, perché la prigione di Guantanamo venisse chiusa. Colpa delle bugie sulle armi di sterminio di massa che Blair ha raccontato al popolo inglese a giustificare l’empito interventista. Eppure né il suo successore Brown né eventualmente il suo avversario Cameron, hanno intenzione di modificare troppo la politica estera ed è altrettanto improbabile che entrambi vogliano smantellare l’impianto delle riforme che Blair ha avviato. Non più tardi di un mese fa, The Economist affidava il giudizio dell’operato del Primo Ministro ai Posteri anzi, come avvertiva la copertina, alla Storia la quale lo giudicherà sicuramente meglio di come appare oggi. In attesa Tony potrà dare prova di sé come mediatore in Palestina, il suo nuovo incarico.

Allora chi vince ? ( You and i )

Allora chi vince ? ( You and i )




Caffetteria, tavola calda americana classica dei 50th.  Hillary Clinton seduta al tavolo come Carmela Soprano nella puntata finale della serie,viene raggiunta dal marito Bill – Allora chi vince ?  Vedrai  – risponde lei e intanto armeggia col piccolo juke box del tavolo. – Scommetterei su Smouth Mash – pronostica lui –  Tutti in America vogliono sapere come va a finire  – Arriva anche un piatto di carote che Bill guarda contrariato – Penso al tuo bene caro. – Lei, non c’è che dire, è ironicamente angelica . Passa Vincent Curatola  attore della serie di David Chase, guarda intensamente Hillary e poi prosegue. Intanto la monetina è finita nel Juke box.Cut e lo schermo si fa nero come nella bellissima chiusa ellittica dei Soprano’s.Appare una scritta che annuncia che You and i di Celine Dion è la canzone vincitrice del sondaggio tra i sostenitori per il leit motiv della campagna elettorale e che rimanda al sito web di Hillary per le donazioni. Eccolo qui  (e sull’immancabile you tube ) il video di Hillary e Bill  aka Carmela e Tony.

Fatti i dovuti scongiuri per Hillary è un discreto momento.Stacca di otto punti Obama agli ultimi sondaggi,incassa finalmente l’appoggio del tentennante, in un primo momento,  Steven Spielberg , vince e convince nei dibattiti televisivi con gli altri candidati democratici  e per non saper ne’ leggere e ne’ scrivere ,soprattutto per evitare conflitti d’interesse, lei e suo marito hanno liquidato  il portfolio azionario già gestito in blind trust.Dunque si preparano ad affrontare l’immancabile uscita di libri e memoriali diffamatori, con discreta serenità.In questo generale quadro da irresistibile ascesa il meccanismo tende invariabilmente ad incepparsi di fronte al fatto che Hillary ha l’imperdonabile difetto di non essere un uomo.Le accuse parlano di arroganza,instabilità e del permanere di quella crisi coniugale che segnerebb nuovamente la Casa Bianca,qualora fosse eletta.Salvo qualche piccolo ininfluente particolare,sembra di sentire i detrattori della Royal in Francia : troppo di sinistra,troppo di destra, troppo falco,troppo determinata,troppo aggressiva.Tutti meno lei ! etc etc Poco conta poi che il suo antagonista Rudolph Giuliani, sia un personaggio noto per la sua umoralità, per alcuni passaggi del proprio mandato non limpidissimi,per la spettacolarizzazione del suo divorzio annunciato prima ai media e poi a sua moglie e, da ultimo, per capire assai poco di politica nazionale.Giuliani rimane il sindaco dell’11 settembre.Forse il leit motiv della campagna elettorale di Hillary, a parte la zuccherosa You and I sarà proprio quella di renderne l’immagine più gradevole accattivante popolare.Il video-parodia sui Soprano’s è allusivo,ben congegnato e soprattutto aggancia un tormentone molto in auge in questo momento tra gli  americani : appunto l’ultima sequenza della serie.


Un Walter à mille temps

Un Walter à mille temps

walter veltroni425485853_455f1be502Fissate le regole  delle Primarie dell’erigendo Partito Democratico – tra le quali l’ elezione diretta del leader – I Democratici di Sinistra calano l’Asso Veltroni, opzione che immediatamente si aggiudica entusiasmi un po’ dappertutto , casa Margherita compresa (buon segno) accompagnati da rinunzie a candidarsi di vario calibro (meno).Invocata da mesi e da più parti,  la candidatura forte, ora ci si preoccupa del determinismo e del plebiscito,problemi democratici,indiscutibilmente.Decidiamoci però.Walter Veltroni , in un Paese che al più esprime il duce o il capo, mai il leader, è una buona idea.Garantirebbe soprattutto quella laicità di cui c’è urgente bisogno, vuoi per la risoluzione di temi specifici ( dico,testamento biologico etc )vuoi per il modo d’intendere la politica e le alleanze improntato ad una costante ricerca di dialogo e armonia.Un metodo che a Roma ha pagato.

Altra Pazienza (Identità di genere)

Altra Pazienza (Identità di genere)

 

transpride

 
Al contrario dell’omosessuale o della lesbica,la persona che si accorge di essere psicologicamente difforme dal proprio sesso, non conosce soltanto sofferenze derivanti dalla transfobia .Scoprire di avere un corpo che non si desidera è una sofferenza in sè  che può risolversi solo in una società che offre  la possibilità di esprimersi nel genere sentito.Di qui il cartello su in alto.Perchè è bene si sappia che,a meno di condizioni culturali ed economiche privilegiate,il quotidiano e le prospettive di queste persone sono riposti  esclusivamente  nella prostituzione.Non sono riuscita a catturare l’immagine di un altro cartello che recitava " Voglio fare la cassiera alla Coop" nell’obiettivo davvero minimale della rivendicazione indossata su foureu  con  paillettes rosse,la sintesi di una condizione.Cambiare possiamo, a patto di interrogare oltre che scienza, conoscenza,politica ed etica i nostri sentimenti di  umana solidarietà.Certo la società è incattivita, i poveri fanno la guerra a quelli ancora più poveri con l’unico tangibile risultato di  aumentare le Povertà e rafforzare i Poteri.Si può decidere di non rimuovere il Pregiudizio banalizzandone la portata,mascherandolo da Dubbio o da Distinguo,  autoassolvendosene col pretesto dell’istinto  naturale .Non c’è niente di naturale negli ostacoli che opponiamo alla conoscenza.Non c’è niente di naturale in una società che non accoglie i cittadini mettendone a profitto le capacità.Le (non) conclusioni le lasciamo a Mirella Izzo, col suo bel linguaggio :

 

Non vi sono conclusioni davvero tali quando si parla della cultura e della sottocultura umana.
Il tentativo non è quindi quello di definire "una volta per tutte" le differenze, le affinità, le conseguenze, le opportunità riguardo l’omosessualità e la transessualità. Credo però che qualsiasi azione politica, perché abbia una base ideale, deve necessariamente fondarsi su dei presupposti di comprensione profonda dei fenomeni che ci riguardano.
Transfobia, omofobia, genderismo, eterosessismo, sessismo, maschilismo sono parole che portano significati molto pesanti e che possono essere usati a sproposito se non si indaga sulle similitudini e differenze, sulle cause e sulle possibili vie d’uscita. Se non si affronta con mente sgombra da pregiudizi i pregiudizi che ci affliggono così pesantemente.
Il tentativo è quello di sgombrare un poco il cielo dalle nuvole, senza pretendere di ottenere il sereno della verità assoluta
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Mirella Izzo presidente di Crisalide Azione Trans